Rifiuti in Umbria: «Solo una bufala»

Il Movimento 5 Stelle di Terni definisce le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Roma, Virginia Raggi: «Un clamoroso falso»

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Le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi del sindaco di Roma, Virginia Raggi, avevano scatenato immediate reazioni in Umbria. Da parte di tutti. Gli unici che ancora non avevano parlato erano gli esponenti locali del Movimento 5 Stelle. Ma dopo il chiarimento, tramite Facebook, da parte dell’assessore all’ambiente di Roma, Paola Muraro: «Nessun caso Umbria, la Marini stia tranquilla», dicono la loro.

Un falso «E’ un clamoroso falso – si legge in una nota – la notizia del presunto invio di rifiuti urbani da Roma a Terni. L’inceneritore Aria SpA non brucia, né può bruciare rifiuti urbani, ma solo pulper cioè gli scarti industriali di cartiera, quindi l’impianto non rientra tra quelli in cui sussiste un ‘contratto in essere’ tra il Comune di Roma e Acea. Viceversa, ad oggi, l’istanza per poter bruciare rifiuti urbani è stata presentata nel 2014 dal CdA di Acea nominato dalla Giunta Marino del Partito Democratico».

I fatti Per il M5S Terni, quindi, non cambia nulla. «Per noi la città viene prima di tutto e lo abbiamo dimostrato con anni di lavoro sul campo, resteremo sempre e comunque fedeli alle nostre battaglie. La differenza del M5S, però, si dimostra con i fatti ed a fronte di una dichiarazione fraintendibile è bastato un giorno per chiarire insieme al sindaco di Roma e la sua Giunta che il disastro ambientale di Terni è di attenzione nazionale per il M5S».

Gli impegni Per il Movimento 5 Stelle, «smentite le bufale, rimangono gli impegni di chi in queste ore si è esposto in maniera inequivocabile, Leopoldo Di Girolamo e Catiuscia Marini. Comune e Regione devono dire no alla richiesta di autorizzazione presentata da Acea per bruciare rifiuti urbani umbri, devono dire no alla produzione e all’utilizzo di combustibile solido secondario, devono dire no a qualsiasi accordo tra regioni».

Terni «Le complesse problematiche di Terni non consentono in alcun modo di aggravare l’emergenza sanitaria ed ambientale. Altro che ampliamento autorizzativo, le autorizzazioni vanno bloccate e revocate. A Terni non deve e non può arrivare un grammo di monnezza, né da Roma, né da Perugia, né da altre parti. Per questo il nuovo piano industriale di Acea non può che prevedere lo smantellamento o la riconversione in fabbrica dei materiali dell’inceneritore Aria SpA. Aspettiamo la Presidente Marini, che vediamo a Terni solo per le inaugurazione di nuovi punti Coop, e la invitiamo ad agire per il nostro diritto alla salute, su quelle barricate che grazie al Movimento 5 Stelle hanno squarciato il negazionismo della letteratura grigia del sistema Terni».

Emergenza sanitaria E aggiungono: «Ridicolo e patetico che chi ha nascosto la verità sulla diossina e il pcb negli alimenti, chi ha nascosto il tetracloroetilene nell’acqua potabile, chi aizzava con comportamenti irresponsabili chiamandoci terroristi oggi si erga a paladino dell’ambiente. Chi ieri nella pseudo opposizione taceva, connivente, di fronte al negazionismo ambientale e sosteneva fermamente gli inceneritori oggi ululi alla luna. Se Roma ha all’orizzonte un emergenza sanitaria, Terni è in emergenza sanitaria da anni. Tutti coloro che adesso starnazzano, lo tengano bene a mente: è solo grazie al M5S se il muro di negazionismo ambientale è stato abbattuto, è merito del M5S se oggi i ternani conoscono il disastro ambientale in cui versa la loro città».

Destra e sinistra L’incenerimento a Terni «ha dei nomi e cognomi, sono quelli di chi l’ha sempre sostenuto, da Raffaelli a Porrazini, dalla Lorenzetti a Cavicchioli. Mentre noi già, nel 2006, come meetup, chiedevamo la costruzione di un impianto di trattamento meccanico biologico per evitare l’incenerimento. La Raggi ha parlato da sindaco di Roma. Mentre destra e sinistra hanno per anni ingrassato le tasche di Cerroni oggi, verso Roma Rifiuti Zero, il passo obbligatorio era quello di spostare tutto sulle aziende di proprietà pubblica. Compito e dovere nostro è in questi giorni illustrare nel dettaglio la situazione ternana, per una collaborazione che possa portare molto lontano dal decennio che ha ammorbato l’Umbria nel segno dei veleni e delle interdittive».

Il ministro Galletti Sul caso è intervenuto anche il ministro all’ambiente Gian Luca Galletti, che ha sottolineato la necessità di «far scattare un federalismo solidale tra le regioni sul trasferimento dell’immondizia. È inaccettabile che non ci sia il concorso di tutti, per evitare che l’Italia vada sui media del mondo con l’immagine della sua capitale sommersa dai rifiuti». I comuni e le regioni, «a cui va dato aiuto, devono avere piani credibili per uscire dall’emergenza. Sennò, si fa sempre più fatica a difenderli. Perché in Italia esistono regioni che si sono assunte le loro responsabilità e hanno chiuso il ciclo dei rifiuti anche attraverso scelte impopolari, come la costruzione di termovalorizzatori, e non è giusto che questi luoghi paghino per chi queste responsabilità non se le vuole assumere».

Trappolino «L’intervento odierno del ministro Galletti conferma l’urgenza della Capitale di spostare rifiuti in altre Regioni per gestire l’emergenza, a dispetto di quanto sostenuto dai 5 stelle e dal loro assessore all’ambiente nel tentativo goffo e tardivo di ridimensionare la gravità delle richieste avanzate dal cindaco di Roma». Così, in una nota, il segretario provinciale del Pd Terni Carlo Emanuele Trappolino, che aggiunge: «Siamo convinti del bisogno di solidarietà tra i territori, ma sottolineiamo che in Umbria è in corso un cambiamento strategico nella gestione del ciclo dei rifiuti, mosso dalla volontà politica di rinunciare alla vecchia pratica dell’incenerimento e di chiudere il ciclo in modo sostenibile, sviluppando quell’economia circolare a cui anche l’Unione europea chiede di dare priorità per una gestione efficiente delle risorse e la salvaguardia dell’ambiente. Amministratori e cittadini stanno compiendo un grande sforzo per implementare il ‘porta a porta’ nella quasi totalità del territorio e per investire su una nuova impiantistica, che sia utile al massimo recupero di materia e alla riduzione drastica dell’utilizzo dei volumi residui delle discariche. L’Umbria ha già dimostrato solidarietà in passato e proprio i nostri territori, di Terni e Orvieto, su cui insistono gli impianti citati, hanno dato molto, soprattutto in termini ambientali. Anche per questo non possiamo accogliere nessuna ulteriore richiesta di porre le grandi emergenze altrui davanti alle priorità dei nostri cittadini».

Leonelli «Premetto – interviene il segretario del Pd Umbria Giacomo Leonelli – non sono tra quelli aprioristicamente ostili alle proposte del M5S. In un anno di consiglio regionale più volte mi sono confrontato positivamente con i colleghi del Movimento 5 Stelle e in alcuni casi ho anche votato loro mozioni e ordini del giorno. Ma ieri è successa una cosa importante che al di là delle battute segna un profondo spartiacque tra il modo di intendere le istituzioni del Pd e quello del M5S, e che mette uno stop al refrain ‘in politica siete tutti uguali’». Il tema rifiuti «è spinoso, non porta quasi mai consenso e la gestione è comunque complessa. Ma in Umbria abbiamo visto due approcci diversi in pochi mesi: da una parte quello del M5S umbro ieri, che di fronte a una proposta bizzarra e offensiva verso il nostro territorio fatta da un loro sindaco non ha aperto bocca, limitandosi a condividere nei social network una dichiarazione a metà tra atto dovuto e arrampicata sugli specchi comunque di un assessore romano; dall’altra, a gennaio, la posizione del Pd locale e della giunta regionale umbra che si sono opposti senza mezzi termini alla proposta del Governo (guidato dal segretario del Pd) di un nuovo inceneritore in Umbria». La differenza, secondo Leonelli, «sta qui e si vede da come si sta nelle istituzioni e, soprattutto, da quali siano gli interessi da difendere quando si governa un territorio: perché, dopo ieri, il grave dubbio che il M5S, nel governo locale, ove ci sia un contrasto tra gli interessi della collettività amministrata e quelli di ‘filiera’ politica di un governo ‘amico’, faccia prevalere questi ultimi purtroppo c’è tutto».

Cgil «Non basta dire no ai rifiuti di Roma, per essere credibili serve un vero piano organico che affronti tutte le criticità del sistema in Umbria, a partire dall’eccessiva frammentazione nella gestione del ciclo dei rifiuti. Non è possibile, infatti, che in una realtà di nemmeno 900 mila abitanti operino ben 16 diverse società». Ad affermarlo è Vasco Cajarelli, segretario regionale della Cgil dell’Umbria, secondo il quale «se esistesse una società regionale unica di gestione dei rifiuti, a controllo pubblico, oggi questa polemica innescata dalle parole del sindaco di Roma sugli impianti di Acea presenti nella nostra regione, non sarebbe neanche esistita. Quindi la politica, anziché alimentare polemiche, dovrebbe rispondere con i fatti, procedendo alla razionalizzazione del settore, che come Cgil chiediamo da tempo, accelerando quindi il percorso di effettiva attivazione dell’Auri e recuperando il tempo perso, ormai un anno e mezzo, non solo per responsabilità della giunta regionale, ma anche di molti Comuni umbri».

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