Rifiuti: «Nemmeno un grammo da Roma»

Terni, Andrea Liberati (M5S): «Fatto impossibile. Retorica su menzogne, ma zero parole sui clan mafiosi nei rifiuti umbri»

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L'inceneritore Aria Acea di Terni

L’inceneritore Aria Acea di Terni

«A Terni e nella sua provincia non arriverà un grammo di rifiuti extraregionali. Fatto anche tecnicamente impossibile». Prosegue la scia di attacchi e repliche in Umbria sull’onda delle parole del sindaco di Roma Virginia Raggi e dell’assessore all’ambiente della capitale Paola Muraro: sull’argomento torna il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati.

Incenerimento e differenziata Liberati sottolinea che «come presto si vedrà, l’incenerimento a Terni ha il destino segnato, essendo ontologicamente incompatibile con i principi del Movimento 5 Stelle, cioè la Rifiuti Zero e l’economia circolare, tanto più laddove, come nel nostro caso, si va addirittura a prendere pulper di cartiera dalla Toscana, originando opachi affarismi di lunga data, pur di intascare immoralmente lucrosi incentivi dallo Stato. Da quindici anni, infatti, si bruciano irragionevolmente materie plastiche che andrebbero viceversa recuperate, così come si impone ai residenti con la raccolta differenziata. Quella differenziata che nell’ ‘eccellente’ Umbria è peraltro al palo, con un effettivo riciclato attorno al 40% sia a Perugia che a Terni. Quella differenziata che, in Umbria e non solo, è allegramente ed estesamente gestita da imprese sotto interdittiva antimafia».

Tk-Ast Thyssenkrupp acciaieria acciaierie TerniEco-mafie e ThyssenKrupp Il capogruppo regionale del M5S mette di nuovo in luce la problematica legata all’Ast: «Anziché occuparsi di ipotetiche del quarto grado, male non sarebbe se certi redivivi politici guardassero a quel che, hic et nunc, qui e adesso, in Umbria fanno sulle eco-mafie alcuni famigerati clan, iniziando da quel che accade, a monte del processo produttivo, con i rottami della ThyssenKrupp. Si consideri che questa realtà industriale poi genera annualmente più rifiuti dell’intera Umbria: saccheggi sistematici al riguardo equivalgono ad annichilire i diritti socio-economici dei lavoratori, come già accaduto due anni fa, sebbene sia stata loro raccontata un’altra menzognera storia».

Rete criminale «Eletti, osservatori e magistrati antimafia – conclude Liberati – dunque cortesemente agiscano: pur senza avere risposta, noi ne abbiamo già scritto al presidente della relativa Commissione regionale. È infatti la quarta o quinta volta che pubblicamente chiediamo conto di questa rete criminale, ma, chissà perché, dai politici tutto tace. Non chiedono nemmeno se ‘Siamo su scherzi a parte?’, stracciandosi sdegnosamente le vesti dinanzi all’amata telecamera. Già: in Italia la mafia e la mafiosità certi partiti ce l’hanno dolorosamente dentro e forse l’Umbria non fa eccezione. Doveroso ma tardivo – e decisamente ipocrita – che le istituzioni si costituiscano parte civile soltanto dopo».

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