Sangemini, tribunale dice ‘sì’ al concordato

Il gruppo Ami ammesso alla procedura preventiva con riserva, entro il 18 giugno dovrà essere presentato il piano

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di F.L.

Parte ufficialmente la procedura di concordato preventivo con riserva per il gruppo Acque Minerali d’Italia: con un decreto pubblicato venerdì il tribunale di Milano ha infatti ammesso la domanda presentata ad inizio marzo dalla società. Inoltre ha fissato la data del 18 giugno come termine per la presentazione da parte della stessa Ami della proposta concordataria, nominando un commissario giudiziale. A riferirlo è una nota del gruppo.

SANGEMINI: «TRATTATIVE CON PARTNER»

Continuità aziendale

La società svolgerà le attività di ordinaria amministrazione in continuità aziendale, mentre il commissario, oltre ad esprimere il proprio parere sugli atti di straordinaria amministrazione, dovrà vigilare sull’attività. «Ami prende atto con favore – si legge nel comunicato aziendale – della pronuncia del tribunale e, al riguardo, conferma che sta procedendo all’avvio della elaborazione del piano concordatario nella prospettiva di assicurare la continuità aziendale e rilanciare le proprie attività industriali. Il 60% della produzione degli stabilimenti del gruppo riprenderà a partire dalla prossima settimana, salvo l’aggravarsi dell’attuale situazione sanitaria nazionale». Rassicurazioni, queste, al netto delle inevitabili preoccupazioni per l’emergenza coronavirus, emerse anche nella videoconferenza che si è svolta giovedì al Mise. L’azienda ha ribadito che stanno proseguendo le interlocuzioni con player importanti del settore, ma senza fornire ulteriori dettagli in quanto vincolata dal patto di riservatezza.

Sindacati: «Piano in tempi brevi, intanto cassa integrazione»

Dal canto loro i rappresentanti di Flai, Faie Uila hanno ribadito, in base a quanto riferito dopo l’incontro, «la necessità di avere nel tempo più breve possibile un piano industriale su cui confrontarci, avendo chiaro l’obiettivo della salvaguardia di tutti i siti produttivi e dell’occupazione». «Se da un lato è importante un piano a medio/lungo termine per la riorganizzazione e il rilancio del gruppo, dall’altro abbiamo sottolineato la necessità di mettere in sicurezza tutte le lavoratrici e i lavoratori. Considerando la ripartenza al 60%, i dipendenti non impegnati nella immediata ripresa produttiva devono essere coperti da ammortizzatori sociali per affrontare questo momento di difficoltà». Nel tardo pomeriggio di giovedì Fai, Flai e Uila hanno avuto un’ulteriore confronto telefonico con l’azienda e il loro consulente del lavoro per attivare tutti gli strumenti necessari «a dare certezza ai lavoratori». È stato condiviso di monitorare «con la massima attenzione» la situazione, in modo da procedere tempestivamente con la richiesta di attivazione della cassa integrazione ordinaria.

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