Terni: Chiarelli tra i ‘nuovi’ fondi, l’atto aziendale che non c’è e l’ospedale ‘trasandato’

Maxi audizione in commissione consiliare per il dg dell’azienda ospedaliera: focus su posti letto, ginecologia, dipartimento cardio-toraco-vascolare ed investimenti

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di S.F.

Una maxi audizione – difficilmente il direttore generale dell’azienda ospedaliera ternana riesce ad essere sintetico, tutt’altro – di oltre due ore dopo l’input arrivato dai consiglieri di minoranza su vari aspetti: il dipartimento cardio-toraco-vascolare, il reparto di ginecologia, la rianimazione neonatale e, in generale, gli sviluppi futuri per il Santa Maria nell’ottica del nuovo piano sanitario regionale. Protagonista venerdì a palazzo Spada il dg Pasquale Chiarelli, invitato a dare spiegazioni in particolar modo dal capogruppo Pd Francesco Filipponi e dal consigliere di Senso Civico Alessandro Gentiletti. Annunciati interventi per sanare alcune criticità e il ritorno alla disponibilità pre Covid dei reparti entro la fine del 2021. Si vedrà se sarà effettivamente così. Particolare il passaggio legato all’atto aziendale che non c’è nonostante la bozza presentata anni fa.

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Francesco Filipponi

La minoranza dubbiosa

Filipponi e Gentiletti hanno esposto in II commissione le criticità e le carenze legate ai servizi di ginecologia («risulterebbe chiuso», ha specificato l’esponente Dem) e neonatologia. In più hanno chiesto delucidazioni – c’era già stata un’interrogazione in merito, se ne è parlato durante il question time di fine ottobre – sui criteri adottati per nominare Fabrizio Armando Ferilli a capo del dipartimento cardio-toraco-vascolare: «Le decisioni assunte sono prese in sinergia con l’assessorato regionale? Ci sono linee di indirizzo che indeboliscono l’azienda ospedaliera?», ha chiesto il consigliere di Senso Civico. Prima del maxi intervento di Chiarelli (trenta minuti, poi ne seguirà un secondo più breve) ha preso la parola il sindaco Leonardo Latini, presente nella prima parte della commissione: «Ora si apre una fase nuova, quella del piano sanitario regionale. L’obiettivo è il riconoscimento e il mantenimento delle nostre eccellenze: serve andare tutti nella stessa direzione per valorizzare la struttura ospedaliera. Speriamo di poter attrarre le migliori professionalità italiane».

Pasquale Chiarelli

Chiarelli stupito. I fondi non utilizzati

Il dg pugliese dell’azienda ospedaliera ha in primis ringraziato il consiglio comunale per la vicinanza e la solidarietà mostrata durante l’era Covid e ha poi risposto ai vari quesiti posti: «Per la questione del dipartimento cardio-toraco-vascolare sono stupito perché l’intenzione è di farlo crescere. Ci siamo trovati svariati milioni di euro non utilizzati da decenni ed il mio compito è stato di impiegare questi fondi (citati in particolar l’ex articolo 20 per gli investimenti sanitari ed i progetti legati alla medicina nucleare, l’anatomia patologica, l’endoscopia, la nuova cardio chirurgia vascolare, oculistica e ortopedia). I lavori termineranno a breve, sono tutti in corso», ha specificato Chiarelli. Per quel che concerne Ferilli ha sottolineato che «avevo solo due ospedalieri e l’unico eleggibile era Ferilli (l’altro nome tirato in ballo è Marcello Dominici), è la persona più funzionale e utile per il dipartimento». Tecnicamente è un facente funzioni e lo sarà per nove mesi al momento. «A livello regionale, in totale, sono stati svincolati ulteriori sei milioni di euro che spenderemo quanto prima anche a Terni. Entro il 2021 i reparti riavranno tutti la disponibilità pre-Covid», ha aggiunto.

La commissione

I posti letto, i sindacati ed il lavoro

Un passaggio Chiarelli lo ha dedicato alla questione posti letto: «Non possono essere cambiati a piacimento perché serve l’accreditamento regionale. Ma con le nuove aperture si tornerà alla normalità e anche meglio rispetto al pre Covid. I vari interventi in essere libereranno posti sia per la cardiologia che per la ginecologia». Focus anche sui fondi perequativi e di comparto: «Previsto da 17 anni e di recente con tutti i sindacati abbiamo raggiunto l’accordo nonostante il Covid». Su questo interverrà Gentiletti: «Sì, ma allora perché lunedì i sindacati hanno convocato una conferenza stampa per parlare delle criticità esistenti nel mondo della sanità?». Il dg dell’ospedale replica anche su questo punto: «No, legga bene la convocazione. Si parla dell’Umbria del sud e non del Santa Maria nello specifico. Mi dispiace perché né io né De Fino (dg Usl Umbria 2) siamo stati chiamati per parlarne». Focus anche sulle assunzioni a tempo indeterminato: «Ci stiamo lavorando. Abbiamo fatto più concorsi negli ultimi 17 mesi che negli 8 anni precedenti», la statistica citata.

L’ospedale di Terni

L’atto aziendale che non c’è e l’attrattività di basso livello

Un Chiarelli senza freni nel rispondere: «Vi ricordo che l’azienda ospedaliera di Terni è mancante da sempre di alcuni atti. Uno è quello aziendale. È vecchio? No, non esiste. Quattordici anni fa fu fatta la bozza, è stata presentata e mai accettata dalla Regione. Non è stata definita. Bisogna essere chiari quando si parla delle mancanze». Ma cosa sarebbe questo documento? Una sorta di ‘carta d’identità’ del Santa Maria. Una faccenda definita «seria, ma non siamo fuori legge», ha specificato poi extra commissione Chiarelli: «Stiamo cercando di risolvere una cosa alla volta». Bene, quindi come si fa? «Lo potrò presentare solo quando ci sarà l’accordo azienda-università e il nuovo piano sanitario regionale, d’altronde servono le ‘regole del gioco’ per farlo. Li stiamo aspettando». Particolare. Si è parlato anche di attrattività per chi arriva da fuori regione: «Il livello lo dobbiamo alzare, non ridurre. Se dobbiamo diventare attrattivi per le cose meno complesse non va bene. Se da Viterbo e Rieti lo siamo per questioni di basso livello non va. Se si ‘scarica’ tutto sull’ospedale non ce la facciamo», ha voluto puntualizzare.

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Il confronto Perugia-Terni e l’ospedale trasandato

Chiarelli è poi stato sollecitato nuovamente da Gentiletti, Comunardo Tobia (M5S, focus sui facenti funzioni), Orsini e Filipponi. Nella parte conclusiva dell’audizione c’è stato spazio anche per un altro ragionamento: «Indebolire? No, assolutamente. Io non sono umbro, ma ho una visione diversa dalla vostra. Voi, da destra a sinistra, state ripetendo di non essere inferiori a Perugia. Scusate, ma noi su alcune discipline siamo superiori. Su altre devo riconoscere che loro sono migliori. Ma è chiaro che in alcune discipline il baricentro deve essere Terni». Infine un appunto sulle condizioni del Santa Maria (a proposito, di recente c’è stato l’affidamento alla Iniziativa Cube srl di Napoli per l’assistenza economica-finanziaria per la valutazione del progetto del nuovo ospedale, esborso da 27.500 euro oltre Iva): «La struttura non solo è vecchia, ma è anche trasandata. Non si può parlare solo di grandi progetti, occorre anche la manutenzione straordinaria. Se non si cura è un disastro, questo vale anche per edifici nuovi». C’è più di qualcosa da sistemare.

Il feedback

Feedback positivo da parte di Filipponi: «Sono estremamente soddisfatto rispetto al seguito che hanno avuto le mie richieste sulla riapertura del reparto di ginecologia e sulle risorse per la terapia intensiva neonatale, in quota parte delle risorse regionali pari a 6 milioni», evidenzia dopo aver ascoltato le parole di Chiarelli.

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