Scorie Ast, la Provincia diffida Harsco Ilserv

Terni, Andrea Liberati (M5S): «Conculcate ben nove prescrizioni Aia, tra cui alcune relative alle emissioni che ricadono ‘tranquillamente’ sui lavoratori e sulla città»

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La visita ispettiva è stata svolta in quattro giorni – 22 e 23 luglio, 25 settembre e 5 novembre 2015 – ed era stata organizzata, «per la verifica degli adempimenti prescritti nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia)» e la lettera, inviata dalla Provincia di Terni alla Harsco Ilserv il 25 novembre, comunica «l’avvio del procedimento amministrativo», citando la norma di legge relativa e specificando che «il procedimento si concluderà entro 90 giorni dal ricevimento della presente (diciamo fine marzo; ndr)».

LA DIFFIDA INVIATA AD HARSCO ILSERV

La diffida La Provincia faceva sapere ad Harsco Ilserv che Arpa Umbria aveva comunicato «l’esito della visita ispettiva rimettendo all’autorità competente l’elenco delle difformità», che erano nove. Tanto che, «la Provincia diffida la ditta Ilserv a porre in atto tutte le azioni volte a risolvere le osservazioni riscontrate da Arpa Umbria; di rimuovere, entro 90 giorni dal ricevimento della presente, la scoria da trattare che risulta stoccata in grossi cumuli (ovvio che nel frattempo questo potrebbe essere già avvenuto; ndr) che vanno al di fuori delle aree individuate come giacenza di fase, di ripristinare il sistema drenante e di conformare l’intero sito rispetto a quanto previsto dall’autorizzazione integrata ambientale».

Il M5S Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, Andrea Liberati, accusa: «Mentre si continua a leggere sui giornali di ridimensionamenti e vere e proprie chiusure, mentre è già realtà la desertificazione produttiva in Umbria e in Italia, sconcerta come gran parte della classe dirigente umbra non riesca univocamente ancora a indicare la sostenibilità ambientale quale sola via certa per tentare non soltanto una lunga, difficile e costosa azione di risanamento della Conca Ternano-Narnese, ma anche per generare nuova occupazione anche qualificata, offrendo così una prospettiva concreta ai tanti, troppi giovani titolati che se ne vanno, nonché maggiori sicurezze a coloro che restano e vivono in Umbria».

Nove casi Nel caso di Ilserv, dice Liberati, «sono state conculcate ben nove prescrizioni Aia, tra cui alcune relative alle emissioni in atmosfera; anche di tipo ‘diffuso’, quelle che per intenderci ricadono ‘tranquillamente’ sui lavoratori e sulla sottostante città; con violazioni concernenti anche contaminazioni dell’acqua, senza dimenticare qualche sfregio in tema di rifiuti ed energia». Non sfugge, al consigliere regionale, «il gran finale, con il noto problema dell’enorme giacenza di scorie nell’area così detta metalrecovery».

Il verbale Nella documentazione, infatti, si legge che «nel corso della verifica ispettiva presso l’area MR è stato accertato che la scoria da trattare risulta stoccata in grossi cumuli che vanno bel al di fuori delle aree individuate come giacenza di fase. Risulta inoltre non funzionante il sistema di drenaggio realizzato in quanto come si evince dall’allegato fotografico i cumuli di scoria sono circondati da ingenti accumuli di acqua stagnante. L’azienda dichiara che il trasporto della scoria da Ast all’area MR è di competenza di Ilserv, benché Ast sia responsabile delle aree».

La richiesta A questo, chiosa Liberati, «seguono patetiche giustificazioni da parte dell’impresa, considerando che quanto rilevato da Arpa non sorprende, perché di vecchia data e in larga prevalenza riconducibile alla vetustà di impianti di processo oltretutto evidentemente sottodimensionati. Si può davvero continuare così? Una risposta, possibilmente non parolaia, dovrebbe giungere dall’Ad di Ast (Lucia Morselli, che risponde direttamente alla ThyssenKrupp; ndr) , ma anche da parte di politici e sindacalisti, magari prima che siano altri protagonisti a intervenire al fine di ripristinare pienamente lo stato di diritto, salvaguardando ambiente e salute umana di dipendenti e residenti».

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