«Niente mascherina e sospensione? ‘No’ a regime repressivo»

Presa di posizione dei rappresentanti dell’Unione degli studenti di Perugia in merito alla proposta per l’Itts Volta: «Svilisce la scuola come luogo educativo»

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«No alla repressione all’Itts Volta di Perugia». Gli studenti non ci stanno e si ribellano alle decisioni annunciate dalla dirigente Rita Coccia: il mirino in particolar modo è sull’opportunità di procedere con la sospensione di due giorni se non si indossa la mascherina.

SOSPENSIONE SE NON SI INDOSSA LA MASCHERINA, IL CASO VOLTA

«Si svilisce la scuola»

A prendere posizione sono i rappresentanti dell’Unione degli studenti di Perugia: «Sospensione, più interrogazioni e abbassamento della condotta per chi non indossa la mascherina: se questa è la risposta della preside Coccia al rientro a scuola in sicurezza non stiamo andando nella giusta direzione». La proposta – lamentano dal sindacato studentesco – svilisce la scuola come luogo educativo e la trasforma in vero e proprio regime repressivo facendo del colloquio orale uno strumento di punizione. Insegnare il rispetto degli spazi pubblici, della salute altrui e della convivenza non può avvenire terrorizzando e annichilendo gli studenti con provvedimenti autoritari, bensì incentivando la responsabilizzazione e cooperazione tra studenti».

La battaglia

Gli studenti sottolineano che la scuola «deve essere un luogo sicuro, deve insegnare non il terrore ma l’audacia di autodeterminarsi in vista dell’inserimento nel tessuto sociale come cittadini attivi, senza utilizzare metodi coercitivi facendoli passare come formativi. Il ritorno post-lockdown poteva segnare una svolta nella qualità e nei modi della didattica e del vivere i luoghi del sapere, ma qui si ripropongono quei modelli di valutazione e lavoro contro cui da anni ci battiamo. Quello che poteva essere l’inizio – concludono – di una vera e propria riforma della scuola come la conosciamo oggi si sta invece trasformando in un pretesto per abbattere il protagonismo studentesco: non accettiamo di essere soggetti passivi, pretendiamo di essere protagonisti e di partecipare alla costruzione del rientro a scuola, proprio per questo, chiediamo a gran voce l’apertura di un tavolo di confronto con la preside Coccia».

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