Spoleto: finto prete fra abito, messe e fedeli. Arriva la scomunica

Il provvedimento è stato assunto dall’arcivescovo Renato Boccardo nei confronti di Federico Nagel Cesari per il delitto di ‘scisma’

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Monsignor Renato Boccardo

Scomunica latae sententiae per un uomo – Federico Nagel Cesari, ex assicuratore – incorso nel delitto di ‘scisma’. Ad emetterla è stata l’archidiocesi di Spoleto-Norcia in relazione alle condotte dell’uomo, ex seminarista che non è mai diventato sacerdote ma che indossa abito ecclesiastico da sacerdote, celebra messa in luoghi non consacrati ed avrebbe anche un suo seguito di fedeli. Il provvedimento, assunto dall’arcivescovo Renato Boccardo, è stato comunicato dal cancelliere arcivescovile, don Luca Gentili: «In data 19 aprile è stato notificato al signor Federico Nagel Cesari il Decreto Prot. N. 13104/A/24 del 17 aprile 2024 con il quale l’arcivescovo di Spoleto-Norcia dichiara, come previsto dalla Legge canonica (can.1364 §1 CIC), la scomunica latae sententiae in cui il medesimo signor Nagel Cesari è incorso per il delitto di scisma, con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento. Egli infatti afferma di aver ricevuto l’Ordine Sacro del Presbiterato nella ‘Chiesa Romana Cattolica Antica’, dunque fuori dalla comunione della Chiesa Cattolica; veste abusivamente l’abito clericale; attraverso alcuni mezzi di comunicazione sociale ha comunicato la celebrazione di una ‘Prima Santa Messa’ a Spoleto domenica 15 ottobre 2023 alle ore 18 in piazza Achille Sansi n.5; si dice disposto ad accogliere penitenti per la confessione sacramentale; chiede di essere contattato privatamente ‘per eventuali vocazioni al sacerdozio’; nella pagina web della citata Chiesa Cattolica Romana Antica appare con il titolo di ‘parroco’ a Spoleto. Coloro che dovessero prendere parte ad eventuali sue celebrazioni o ad altre pratiche di culto da lui presiedute, e manifestassero in tal modo di rifiutare la sottomissione al Sommo Pontefice, incorrerebbero nel delitto di scisma che comporta la gravissima pena canonica della scomunica latæ sententiæ».

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