Stadio-clinica Terni, ora si va a Perugia: ok finale del consiglio

Via libera in variante allo strumento urbanistico per parte pubblica e privata con 19 favorevoli e 6 astenuti. Bocciato emendamento sui 5.700 mq di superfici commerciali

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Ora tutti a Perugia per la partita più rilevante e difficile. Step definitivo in consiglio comunale a Terni per il parere favorevole all’approvazione del progetto in variante semplificata allo strumento urbanistico per il progetto stadio-clinica della Ternana: l’atto è propedeutico alla conferenza dei servizi decisoria convocata dalla Regioen per mercoledì mattina alle 10. La delega ad esprimere l’ok dell’amministrazione a Perugia è per il Rup Piero Giorgini. Le polemiche non sono mancate, specie sugli ulteriori 5.700 metri quadrati per le superfici commerciali: respinto in tal senso un emendamento a firma Senso Civico e Pd per la trasformazione in destinazione a servizi. Il semaforo verde è arrivato con diciannove favorevoli e sei astenuti.

STADIO, SUPERFICI COMMERCIALI: CNA, CONFARTIGIANATO E CONFCOMMERCIO A MUSO DURO

Il consiglio comunale odierno

«Nessuna pronunciazione della Regione»

Il primo a prendere posizione in merito all’atto è Federico Pasculli del M5S, uno dei due astenuti nella commissione dello scorso 30 giugno: «Questo progetto si regge sulle aree commerciali, qualcuno disse che erano già stabilite dal precedente progetto. Non voglio tifare contro, ma ciò che ha detto Coletto sulla rimodulazione dei posti è un grande punto interrogativo. Ci prendiamo – l’accusa – la responsabilità di dire che questo si può fare, ma non c’è alcuna pronunciazione della Regione in merito sull’impegno di sostenibilità. Il progetto è importante, ma speriamo che ci si prenda degli impegni verso quella parte della città dimenticata. Ci sono diversi problemi. Di fondamentale ci sono molte cose della città».

LA VARIANTE URBANISTICA PER L’AREA STADIO – DOCUMENTO

La minoranza

L’emendamento sui 5.700 mq di superfici commerciali

Ha attaccato anche Alessandro Gentiletti di Senso Civico, esponente di Senso Civico (anche lui astenuto in commissione): «Tentativi vigliacchi – il riferimento è al vicesindaco Benedetta Salvati, questioni social – di scatenare una parte della città verso qualcuno. Noi cancellammo le scritte contro il sindaco sulle mura della città e continuiamo con questo atteggiamento. Il sindaco Latini avrebbe dovuto portare intorno al tavolo il presidente Stefano Bandecchi e le associazioni di categoria, contrarie a questa variante. Si può dire in democrazia. I tifosi della Ternana non sono sciocchi. A me il consenso non interessa, tutti devono avere parità di voce. La visione di Bandecchi è benvenuta, ma deve trovare un contraltare politico e istituzionale dignitosi. Non piegato a lui, non amministratori in ginocchio. Il piccolo commercio rivendita di essere tutelato», ha sottolineato. Poi la presentazione dell’emendamento: «Modificare la destinazione di ulteriori 5.700 metri quadrati di superfici commerciali in destinazioni a servizi».

LA VARIANTE URBANISTICA PER L’AREA TERNANELLO – DOCUMENTO

La maggioranza

Ancora nodo commercio

Stesso discorso da parte di Valentina Pococacio (M5S): «Per l’equilibrio economico-finanziario pesa la necessità della realizzazione della clinica, darebbe il 50% degli introiti per l’intervento. Regione tiepida rispetto a questa possibilità forse perché comporterebbe una forma di riequilubrio tra le due province. Poi ci sarebbero le superfici commerciali da dare in locazione per le attività: le associazioni di categoria ci pongono il problema perché il sistema commerciale di Terni potrebbe essere già saturo», ha evidenziato. Marco Cozza (Lega) ha parlato di «soddisfazione e sollievo per il percorso». Luca Simonetti (M5S) ha ricordato che nel consiglio 2021 sullo stesso tema «tutti davano mandato pieno al sindaco Latini per andare a Perugia a fare la battaglia delle battaglie. Senza clinica questa operazione non si fa, ne siamo consapevoli. Andiamo a tripla velocità per votare questa delibera, a Perugia nulla. Qualche dubbio lo possiamo avere o no? La processione da dove scappa, rientra, ricordatevelo. Se salta poi i tifosi non si vengono ad arrabbiare con noi, sia chiaro. La città non deve essere presa in giro. Quando c’era Agarini che costruiva un inceneritore, ben altri tifosi ci attaccavano perché dicevano che era da fare. Noi tirammo dritto – ha concluso – e la storia ci ha dato ragione». Emanuele Fiorini (Gruppo Misto) ha chiesto alla Salvati «di confermare e garantire che la convenzione per la clinica privata la Regione la rilascerà. Altrimenti stiamo votando un atto insignificante e si va a finire come con il PalaTerni. Abbia coraggio, altrimenti è spot come tanti altri».

PROGETTO DEFINITIVO E VARIANTI – DOCUMENTO

Il progetto per la parte pubblica

Rancori, veleni e sogni. Emendamento bocciato

Paolo Cicchini si augurava «una giornata di festa, invece tanti rancori e veleni per l’aria. Mi infastidiscono non poco. Agarini? Ero assessore della giunta Ciaurro all’epoca e marciai contro di lui. Lo sviluppo di una città passa attraverso la cultura e lo sport. Queste polemiche sono sterili e danneggiano la città». Da Michele Rossi (Terni Civica) è «un ulteriore passo in avanti per la realizzazione di un sogno, sarà emozionante crescere il nuovo stadio. Bene ha fatto la Pococacio a ricordare le percentuali sul quale si regge il progetto, l’area commerciale conta per il 25%. La partita della clinica si giocherà a Perugia. Anche io avrei preferito altre strutture per servizi, ma vanno fatte perché incidono. Il progetto va difeso». C’è poi il capogruppo Pd Francesco Filipponi: «Ho sottoscritto l’emendamento di Gentiletti, ritengo che si possa migliorare la proposta modificando la destinazione d’uso degli ulteriori 5.700 metri quadrati per l’uso commerciale. Il 30 giugno la giunta regionale ha deliberato i volumi finanziari massimi delle case di cura private per il 2022 con totale di 34 milioni e 387 mila euro, eccolo il tetto di convenzionamento possibile. Coletto ha fatto un discorso molto chiaro. Con l’emendamento il piano economico-finanziario si reggerebbe lo stesso perché le locazioni rimarrebbero». Niente da fare. Per il dirigente Piero Giorgini parere tecnico negativo perché «la variazione deriva dalla proposta della società Ternana e contribuisce all’equilibrio economico-finanziario, la modifica significherebbe rivedere l’intero progetto», ha specificato il presidente del consiglio comunale Francesco Maria Ferranti. Fiorini non ha mollato ed è tornato a chiedere alla Salvati delucidazioni sulle certezze per la convenzione.

IL PROGETTO DA OLTRE 62 MILIONI DI EURO IN NUMERI

I tetti massimi per le case di cura private 2022

Replica la Salvati. Poi si vota

«Le materie della sanità sono appannaggio della giunta regionale, lo sa bene, in quell’ambito porteremo tutte le istanze del Comune. Compreso il riequilibrio territoriale per la sanità privata», la breve risposta del vicesindaco. Tempo di votazioni, c’è Simonetti del M5S: «Manteniamo un voto di astensione, non è contrario. Non mette a rischio l’operazione. Questa è ordinaria amministrazione e non mettiamo in pericolo l’iter, ma aspettiamo i fatti». Quindi Gentiletti di Senso Civico: «Confermo il voto di astensione perché non posso votare a favore di un progetto non condiviso dalla città e dalle associazioni produttive come Confcommercio, Cna e Confartigianato. Vale a dire la parte viva di Terni». Astensione anche del Pd (Filipponi e De Angelis): «Abbiamo sostenuto questo percorso fino alla dichiarazione di interesse pubblico. Coletto ha detto delle difficoltà nel revocare le convenzioni in essere. Il progetto è positivo, ma visti i dubbi esposti decidiamo così», ricordando inoltre della delibera della giunta regionale del 30 giugno sul tetto per le case di cura private. Fiorini (Misto): «La Salvati ha messo avanti le mani, sa bene che la convenzione a Bandecchi non la daranno mai. Tuttavia voto a favore, sarà lei a dover spiegare se andrà male». Emendamento respinto con diciassette contrari e otto favorevoli, l’atto è invece approvato con diciannove favorevoli e sei astenuti.

8 GIUGNO, COLETTO ‘GELA’ SULLE CONVENZIONI CON I PRIVATI

L’area per la clinica e il progetto

Cosa prevede in sintesi la variante. La deperimetrazione

Per la parte pubblica (lo stadio) «la possibilità di localizzare nelle aree G3 Zona Cimitero i parcheggi di standard coni afferenti l’impianto sportivo dello stadio; un incremento, ai fini dell’equilibrio economico-finanziario, delle superfici commerciali già previste nella città dello sport, fino ad ulteriori 5.700 metri quadrati di superfici di vendita (ex art. 18 L.R.10/2014) fermo restando il limite massimo di 2.500 mq di superficie di vendita per ogni singola struttura mantenendo le stesse destinazioni d’uso già previste dalle vigenti Nta (si è deciso di escludere la previsione di grandi strutture di vendita); la realizzazione del museo della Ternana come servizio afferente all’impianto sportivo per una superficie massima di 750 mq e l’eliminazione della destinazione ‘aree per la protezione civile’ per le aree dell’attuale stadio e antistadio». Per la parte privata, Ternanello, le modifiche «da città dello sport e da zona di completamento urbano a servizi generali e verde urbano; da verde urbano e da nucleo di ristrutturazione urbanistica a zone F di attrezzature sanitarie ed assistenziali». Per quel che concerne il rischio idraulico «tutta l’area in oggetto rientra attualmente all’interno delle fasce A, B e C delle aree a rischio esondazione; è tuttavia da precisare – si legge nel documento – che il Consorzio di bonifica Tevere Nera ha realizzato e completato da anni i lavori di messa in sicurezza idraulica nel tratto fluviale compreso fra ponte Allende e la linea ferroviaria Terni-L’Aquila e con delibera consortile 14 del 16 gennaio 2017 sono stati approvati i certificati di collaudo e trasmessi alla Regione. La deperimetrazione delle aree a rischio, a seguito di tutti i lavori eseguiti dal consorzio è in fase di redazione».

Il sindacato e l’aspetto commerciale

All’indomani dell’approvazione ad intervenire è la segretaria generale Filcams Cgil di Terni, Lucia Rossi: «Da tempo il sindacato sta chiedendo un confronto sul piano commerciale di questa città. La valutazione che facciamo rispetto alle nuove superfici autorizzate alla città dello sport di ulteriori 5.700 mq. è negativa. Lo avevamo già detto quando il progetto si rese evidente di circa 11.000 mq, 5.000 già in fase di realizzazione e gli altri in fase di autorizzazione. Non siamo contro l’espansione del commercio ma sappiamo benissimo, perché li viviamo quotidianamente, quali sono i problemi. Primo fra tutti le condizioni materiali delle persone che vivono l’incertezza del futuro, c’è bisogno di un’idea di sviluppo e non di una ulteriore terziarizzazione dell’economia del territorio. La seconda questione è data da una assenza dell’analisi dei bisogni, non è forse necessario ricostruire reti sociali e spazi di aggregazione che non possono essere sostituiti dalla frequentazione dei centri commerciali. Anche in questa città il primo elemento di fragilità è dato dalla solitudine. Ultimo problema la competizione tra realtà commerciali, un nuovo supermercato, una nuova attività si scontra con le altre e quello che si scarica in questa competizione puramente consumistica va a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori – prosegue – che vedranno le loro condizioni ulteriormente peggiorate con contratti non regolari e con orari già fortemente compromessi. Ricordo a tutti la chiusura di Carrefour che ancora vede i lavoratori non tutti ricollocati. Il centro storico subirà ancora una penalizzazione e il progetto iniziale di un centro commerciale aperto non avrà spazio né futuro. C’è da riflettere senza nessun tipo di pregiudizio ma quello che si sta delineando non offre lo spazio per valutare pienamente il futuro della città. Se Terni è un territorio in cerca di identità la vocazione non può essere legata solo alle attività commerciali».

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