Stadio e clinica, Pd: «Alzare il livello della discussione»

Terni – I vertici comunali: «Occasione per ridisegnare il profilo della città, ma serve valutare anche gli aspetti finanziari e urbanistici. Mancano presupposti giuridici»

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della Federazione provinciale del Pd di Terni (Adriano Padiglioni, coordinatore comunale Pd Terni, Fabio Paparelli per il gruppo in consiglio regionale, Francesco Filipponi per il gruppo in consiglio comunale)

Abbiamo atteso che politici, cittadini e tifosi si esprimessero sulle proposte della società Ternana Calcio relativamente alla ristrutturazione e ammodernamento dello stadio Libero Liberati, nonchè sulla volontà dell’imprenditore patron della Ternana Bandecchi di costruire a Terni una clinica privata: intendiamo inserire le due questioni, nei giusti binari giuridici e politici.

STADIO TERNANA E CLINICA PRIVATA: «OBIETTIVO 2024»

In premessa, al fine di evitare interpretazioni strumentali, ci uniamo senza se e senza ma, all’entusiasmo dei nostri concittadini/e circa la possibilità di avere un nuovo stadio, che renda più bella e attraente la città, che dia altresì impulso ad un disegno strategico di assetto urbano in grado di proiettarci, in una visione d’insieme, verso quel sogno di una città di serie A, non solo dal punto di vista sportivo. Premettiamo, altresì, con estrema chiarezza che non vi sono pregiudiziali di nessun tipo, su nessuna tipologia di investimento che un privato imprenditore voglia fare nella nostra città, tanto più quando esiste una legge sugli impianti sportivi che va nella direzione di favorire investimenti di natura compensativa per chi ristruttura e mette in sicurezza uno stadio.

TERNANELLO, DAL CENTRO SPORTIVO ALLA CLINICA PRIVATA

Tale previsione normativa affonda le radici anzitutto nel comma 304 della legge 147 del 2013, che ha poi subito una ulteriore evoluzione a seguito delle modifiche avvenute con la legge delega di riforma dello sport 86/2019 e poi con il dl semplificazione 120/2020, che darebbero (il condizionale è d’obbligo, in mancanza di chiarezza dei decreti attuativi, non tutti ancora emanati) un sostanziale via libera anche all’edilizia residenziale, in aree non contigue all’area dello stadio. Nel suo spirito originario, la legge sugli stadi del 2013 consentiva di presentare un progetto che, oltre all’impianto, comprendesse altre opere accessorie per assicurare la sostenibilità economica, accompagnato da una forte semplificazione amministrativa.

Se con la normativa in vigore potevano fino a ieri, accanto allo stadio, sorgere anche immobili non sportivi «con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale» oggi tale previsione sembrerebbe scomparsa nella legge di riforma dello sport. Ciò significa che con la nuova legge tale esplicito divieto, al fine di raggiungere un equilibrio economico-finanziario per il privato che investe sullo stadio, pare scomparire aprendo alla costruzione anche di condomini e appartamenti anche distanti dallo stadio. Il punto di forza della legge Stadi sta nell’aver sostanzialmente ricondotto l’infrastruttura stadio nella sfera delle opere di interesse pubblico.

Su queste basi le amministrazioni locali sono chiamate a riconoscere ai proponenti analoghe quantità d’interventi compensativi, per rendere sostenibile il progetto. Giova peraltro ricordare che tutto ciò sarà possibile grazie alle previsioni urbanistiche del vigente prg elaborato a partire dal 2004 dal Comune di Terni e dall’allora maggioranza di centrosinistra. Il prg vigente prevede infatti la realizzazione di un’area adibita a grandi strutture sportive denominata ‘Città dello sport’, anche in continuità e sinergia con la realizzazione delle Piscine dello Stadio ed il Palasport voluto, progettato e messo a bando dalla precedente amministrazione.

Come si evince dall’excursus normativo sopra evidenziato, una clinica privata convenzionata, ma più in generale il tema dell’edilizia sanitaria, diversa da quella residenziale, non appare disciplinata dalle norme vigenti quale elemento compensativo. Ciò significa che, occorre porre estrema attenzione, da parte dei rappresentanti istituzionali, anche nella comunicazione esterna a porre in stretta correlazione un investimento su uno stadio con quello relativo ad una clinica privata convenzionata, senza scivolare su un terreno giuridicamente insidioso.

Le questioni di un nuovo stadio per la città e di una clinica privata, non solo sembrano avere percorsi giuridici separati ma sono operazioni che, non possono comunque essere, per quanto riguarda il come e il dove, liquidate con proclami mancanti di presupposti giuridici che rischiano solo di creare false illusioni.

Occorre alzare il livello della discussione.

Quelli proposti, sono interventi che disegnano di fatto un nuovo sistema urbano, dove la qualità ambientale e l’offerta di servizi debbono essere parte del disegno di una città moderna e sostenibile. È una sfida che tutti siamo chiamati a cogliere per recuperare quel tentativo di fare di Terni una città innovativa e green che prima con il Centro multimediale e poi con Agenda Urbana si è provata ad immaginare, restituendole anima, visione e identità. Occorre allora scindere le due questioni, che possono invece stare insieme solo dentro una visione di futuro di una città che noi immaginiamo come ‘hub di innovazione’, se vogliamo davvero che si realizzino.

Al contempo, salutiamo positivamente che, per quanto riguarda lo stadio, dopo tre anni trascorsi inutilmente, il fatto che si sia raggiunta un’intesa, tra Comune e Ternana, da codificare al più presto, è una grande notizia. Così come lo è il fatto che lo stadio rimarrà nel patrimonio della città, ancorché dato in concessione alla Ternana Calcio per un numero di anni sufficienti all’ammortamento dell’investimento, secondo le norme di legge vigente. La città e le istituzioni debbono mettersi al servizio di tale progetto affinché possa essere realizzato al più presto, non solo per celebrare i successi che la Ternana Calcio sta conseguendo, ma anche per restituire alla città quel palcoscenico sportivo che i tifosi ed i cittadini meritano e in prospettiva sognare un futuro solido nella massima serie.

In secondo luogo, anche per quanto concerne la realizzazione a Terni, da parte dell’imprenditore Bandecchi di una clinica privata, non abbiamo alcun tipo di preclusione, di nessun genere. Non c’è preclusione alcuna alla presenza della sanità privata anche convenzionata, nella nostra città, a condizione ovviamente che affianchi quella pubblica in un’ottica di sussidiarietà e valore aggiunto. Deve essere altrettanto chiaro che l’impegno delle istituzioni e le risorse pubbliche devono essere orientate esclusivamente a salvaguardare e potenziare il principio universalistico della sanità pubblica, investendo anzitutto sulla medicina di territorio e sui nostri ospedali.

Nella nostra Regione sono esistite da sempre ed esistono attualmente diverse cliniche private, di cui 5 convenzionate, tutte certo in provincia di Perugia, ma non certo per volontà, come viene falsamente dichiarato oggi da chi ha governato la città nel passato remoto e recente ed oggi governa la Regione, di una Regione matrigna, bensì per il solo e semplice motivo che nessun imprenditore aveva mai prima d’ora avanzato progetti in tal senso su Terni, che pure ha conosciuto nel passato esperienze positive di cliniche private come ‘Moraca o Salus’, che i ternani autentici certamente ricordano.

Auspichiamo pertanto che la città e i suoi corpi sociali partecipino attivamente alla discussione, esprimendosi anche su tematiche che andrebbero preliminarmente affrontati, per non illudere né i tifosi e cittadini/e né l’imprenditore e dare invece una spinta corretta, positiva e propulsiva. Le questioni su cui dibattere, a nostro avviso, sono dunque di diversa natura, alcune di carattere giuridico, altre finanziario ed altre ancora carattere di opportunità e valore urbanistico. Occorre far sapere, per puro amore di verità, che il tetto di budget assegnato alla Regione Umbria per il convenzionamento di posti letto in cliniche private, in base al disposto normativo del dl 95/2012 art.15, come facilmente rinvenibile dalle drg 1516 del 2018 e 1245 del 2020 è attualmente interamente assegnato (350 posti circa) alle 5 cliniche convenzionate. Quindi qualora ci fossero, una volta costruita la clinica privata, gli standard per l’accreditamento ed i requisiti per il convenzionamento, quest’ultimo dovrebbe scontare la situazione esistente e si dovrebbero togliere posti alle strutture già convenzionate per assegnarle a Terni. Tutto ciò è lecito e possibile sulla carta e noi al dunque faremo la nostra parte, anzi auspichiamo che, alle scadenze, stante i tetti finanziari imposti, vi siano procedure ad evidenza pubblica. Prevedere a priori quanti posti andranno in convenzione a tizio o caio non appare giuridicamente né corretto né possibile e ancor meno probabile appare l’allocazione in un’unica struttura di 1/3 circa dei posti ad oggi convenzionabili.

Sarebbe auspicabile che l’investimento avvenga non attraverso nuovi volumi edificatori, ma attraverso operazioni di rigenerazione urbana e recupero di patrimonio, anche con destinazione già sanitaria, esistente, al fine di dare impulso ad una città che appare sempre più ‘decadente’ ed insicura, con un decoro urbano ormai totalmente dimenticato. Deve essere chiaro che il convenzionamento di una struttura sanitaria privata non può essere oggetto di scambio con il rifacimento di uno stadio, per cui ingenerare equivoci ed aspettative, senza fondamenta giuridiche può essere da questo punto di vista pericoloso.

Il tenore delle norme impone chiarezza, anche e soprattutto nei confronti dei cittadini e tifosi ternani, rispetto alle possibilità ed alle tempistiche che si intravedono, per cui se si vogliono raggiungere gli obiettivi occorre aprire un dibattito serio, scevro da condizionamenti del momento e dal fumo della propaganda.

Il Pd ed i suoi esponenti nelle istituzioni si adopereranno nel rispetto della normativa vigente affinché le prospettive si possano realizzare concretamente, vigilando al contempo, come dovere civico ed istituzionale, sull’osservanza di norme e procedure.

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