Ternana: «Bandecchi, vieni in commissione»

Il capogruppo del Pd, Filipponi, lancia l’invito. «Oggi non c’è neanche un progetto di massima, non risulta un confronto istituzionale, ma solo parole da una parte e dall’altra»

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Siamo solo all’inizio e già si contano numerosi interventi. D’altronde se la ‘contesa’ vede protagonisti il presidente della Ternana Stefano Bandecchi e l’assessore regionale Enrico Melasecche – due persone non certo introversi quando si tratta di parlare ed esporsi – il risultato non può che essere questo. La questione del nuovo stadio della Ternana lega il carattere sportivo a quello sanitario, oltre al lato economico-finanziario: ora è Francesco Filipponi, capogruppo del Pd in consiglio comunale, a lanciare la sua posizione in merito. C’è un invito per l’imprenditore livornese.

TERNANA, STADIO E CLINICA: IL DIBATTITO

Francesco Filipponi

Bandecchi in commissione consiliare

Questo il fulcro della nota del consigliere Dem: «Lunedì mattina ho inviato una mail alla presidente della 2° commissione – Rita Pepegna, ndr – chiedendole di audire quanto prima i vertici della società. Il ruolo della Ternana nella vicenda stadio non è una questione che può essere dipanata tra lettere aperte, scambi di accuse mezzo stampa, richieste esplicitate e non; è materia delle sedi istituzionali. Un contesto normativo che ho ben presente, in quanto nella scorsa legislatura fu io come consigliere comunale ad essere relatore in consiglio della convenzione tra Comune e Ternana Calcio», ricorda il 33enne. All’epoca c’era Stefano Ranucci.

«NO PROCLAMI, MA FATTI E PROGETTI»

Melasecche al Liberati

La richiesta

Filipponi fa capire che Bandecchi deve guardare a palazzo Spada e non a palazzo Donini. Quantomeno per ora: «Non abbiamo nulla da eccepire sul fatto che il presidente della Ternana si confronti con la massima autorità cittadina che fino a prova contraria non è l’assessore regionale alle infrastrutture, ma il sindaco eletto dalla maggioranza dei Ternani, che a quanto ci risulta corrisponde al nome di Leonardo Latini. Siamo meno convinti appunto che nel confronto intervengano altre figure. Comunque noi chiediamo che siano le istituzioni cittadine a trattare la questione, la commissione sport in prima battuta e a seguire quella che si occupa di temi urbanistici. Il progetto di Bandecchi, prima di essere giudicato, va conosciuto. Oggi non c’è neanche un progetto di massima, non risulta un confronto istituzionale, ma solo parole da una parte e dall’altra. Terni merita chiarezza e conoscenza, soprattutto su un tema molto importante come lo stadio ed identitaria come la prima squadra di calcio cittadina. La cittadinanza, in particolare la tifoseria, sta seguendo con grande attenzione la vicenda e questo è questo elemento di coinvolgimento civico non va assolutamente mortificato».

30 NOVEMBRE 2017, RANUCCI IN COMMISSIONE PER LA CONVENZIONE

Il Liberati

«Parli di ciò che vorrebbe fare»

Il presidente dei rossoverdi si è già esposto a più riprese sul tema attraverso il profilo Instagram e le interviste rilasciate. Il capogruppo Pd tuttavia vuole che si presenti – magari anche in via telematica – in commissione: «Chiediamo che Bandecchi in commissione parli di quello che vorrebbe fare, compreso degli interventi compensativi per sostenere il costo dell’operazione, interventi previsti dalle legge nazionale ma che comunque devono essere vagliati e approvati dalla comunità locale. L’amministrazione comunale sia altrettanto chiara sui costi di cessione dell’attuale struttura. Ancora di più sia trasparente su eventuali strutture sanitarie private. Nessuna preclusione ideologica ma tutto deve avvenire in un contesto programmatorio che veda la centralità delle strutture pubbliche, ad iniziare dal Santa Maria polo di alta specializzazione. Nello scambio di lettere aperte di questi giorni c’è un aspetto rilevante: è elemento importante comprendere se la clinica privata che si vuole realizzare sia in seguito convenzionata o meno con la regione. Capire la portata dei servizi sanitari, i loro costi, la ricaduta dei medesimi sono elementi essenziali. Ripeto – chiude – nessuna preclusione, massima serenità su un confronto trasparente su posizioni altrettanto trasparenti».

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