Stroncata la banda che riforniva di eroina Perugia e il circondario

Quattro arresti fra cui il presunto boss che si ispirava ad ‘American Gangster’. Droga ma anche usura: indagato un cittadino italiano

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All’alba di venerdì i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Perugia, insieme a quelli delle Compagnie di Perugia, Città di Castello, Città della Pieve, Assisi e Spoleto e con il supporto di unità cinofile della Guardia di finanza di Perugia, hanno arrestato – la misura disposta dal gip di Perugia è quella del carcere – quattro cittadini nigeriani, indagati a vario titolo dei reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e di detenzione e spaccio in concorso di ingenti quantitativi di eroina.

Il boss che si ispirava ad ‘American Gangster’

L’indagine, avviata lo scorso marzo dalla procura di Perugia, ha fatto emergere gravi indizi a carico dei quattro, tutti residenti a Perugia. L’ipotesi è che siano parte di un’associazione finalizzata al traffico di droga, con la capacità di importare ingenti quantità di eroina destinata alla piazza di spaccio di Perugia e ad altre del teritorio provinciale. Al vertice del sodalizio ci sarebbe un 44enne nigeriano, noto con un soprannome mutuato dal film ‘American Gangster’, a cui si ispirava per la conduzione dell’attività criminale. E’ stato poi accertato che chiunque entrava in contatto con lui, anche se di altre nazionalità, mostrava grande deferenza e rispetto, definendolo enfaticamente ‘il padrone della città’ e ‘il più grande di tutti gli spacciatori’. Ciò anche grazie ad uno curriculum criminale risalente già al 2008, anno del suo primo arresto per droga avvenuto a Perugia, e via via incrementato anche grazie ai numerosi alias utilizzati nel corso degli anni, all’uso di molteplici documenti identificativi di varie nazionalità, alla disponibilità di più immobili anche all’estero e infine all’elevata mobilità internazionale.

Il maxi sequestro a Fontivegge

Le attività tecniche svolte dagli inquirenti hanno anche consentito di acquisire elementi indiziari sulla struttura del gruppo e sugli affiliati, il cui contributo ha permesso di far giungere in città ingenti quantità di eroina. A Perugia, lo stupefacente importato veniva stoccato e confezionato per la successiva vendita all’ingrosso ad altri soggetti che facevano giungere la droga, dopo più passaggi, alle piazze di spaccio cittadine dove operavano i pusher. A conferma dell’assoluto spessore dell’associazione investigata, lo scorso 13 aprile i carabinieri avevano arrestato uno degli indagati, trovato in possesso di una valigia contenente 9 chilogrammi di eroina suddivisa in panetti ed ovuli, oltre a 3 chili di sostanza da taglio e 86.300 euro in banconote suddivise in mazzette da 1.000 euro ciascuna, nascoste in un’abitazione del quartiere di Fontivegge. L’eroina, di primissima qualità, una volta tagliata e suddivisa in dosi avrebbe sfiorato su strada il valore di mezzo milione di euro.

Sequestri a raffica

Gli arrestati sono stati associati alla casa circondariale di Perugia Capanne, come disposto dall’autorità giudiziaria perugina. Nel corso dell’esecuzione delle ordinanze i carabinieri hanno inoltre trovato, presso l’abitazione perugina di uno degli indagati, 80 grammi di eroina, 25 grammi di sostanza da taglio e un bilancino di precisione. Sono inoltre stati trovati, nelle abitazioni dei soggetti raggiunti dai provvedimenti restrittivi, altri 9 mila euro in contanti.

Anche l’usura

Dalle indagini è emersa anche un’attività di usura svolta da due degli arrestati grazie alla complicità di un cittadino italiano, destinatario di un provvedimento di perquisizione. In particolare sono stati documentati alcuni episodi di usura, con prestiti di somme di denaro a tassi del 10% mensile e 120% su base annua e con una divisione di ruoli fra i soggetti: uno avrebbe concesso il prestito, l’altro si sarebbe attivato per la riscossione degli importi concessi e l’italiano si sarebbe occupato di orientare verso i complici persone che avevano urgenti necessità di denaro.

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