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Home » «Cartellino giallo per il laboratorio Minerva»

«Cartellino giallo per il laboratorio Minerva»

di Redattore
8 Settembre 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
Antonio Onnis

Antonio Onnis

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Intervista di Pietro Cuccaro

Il caso Perugia Calcio, con tutti quei falsi positivi poi smentiti dai nuovi test della Usl, ha creato imbarazzo in Regione.

Per questo è stato messo sotto indagine il Laboratorio Minerva, dove si sono verificate le anomalie. Ma contestualmente sono stati convocati anche gli altri tre autorizzati. I risultati dovrebbero dell’indagine in corso dovrebbero giungere nei prossimi giorni, dopodiché la Regione li renderà pubblici, come è giusto che sia.

Intanto, visto che umbriaOn.it ha scoperchiato il vaso, il commissario Covid Antonio Onnis ha chiarito con noi alcuni aspetti della vicenda, concedendoci una intervista.

Dottor Onnis, partiamo dagli iter che vengono seguiti. Cosa succede quando emerge una positività nei laboratori privati autorizzati ad effettuare test molecolari? Si fa una verifica presso strutture pubbliche?

«No. Ordinariamente, se questa indagine desta particolari sospetti e non ci sono anomalie di altro tipo, viene inserito come dato positivo e si va avanti».

Quindi viene inserito nella dashboard?

«Assolutamente sì. Poi, se, come sta capitando in questi giorni, si verificano situazioni sospette, noi andiamo a verificare».

Stiamo parlando del Laboratorio Minerva?

«Esattamente, stiamo parlando della situazione del Perugia Calcio, che ci ha indotto a fare alcune riflessioni visto il numero elevato di positività riscontrate».

In quel caso cosa è successo? Il primo giorno sono stati inseriti nove positivi (i famosi 7+2), poi quando vi siete resi conto che le cose sono diventate un po’ anomale vi siete fermati e gli avete fatto una verifica. È successo più o meno questo?

«Sì. Diciamo che noi siamo andati a vedere come mai in un cluster siano emerse tutte queste positività senza che vi fossero stati contatti fra le persone. È compito della Regione andare a verificare situazioni che necessitano di approfondimento. E in questo caso i risultati non sono stati confermati dalle nuove analisi che abbiamo fatto».

Quindi in quel caso, in via eccezionale, i positivi sono stati rianalizzati?

«Esattamente».

Avete analizzato gli stessi tamponi o avete rifatto i tamponi?

«No. Abbiamo rifatto i tamponi».

E, in quel caso, avete fatto poi 2 test per avere la doppia negatività?

«Esatto».

Nel caso specifico, mi conferma che ci sono comunque due positivi esterni al gruppo squadra?

«Sappiamo solo che fanno parte della società».

Domanda da un milione di dollari: cosa è successo?

«Stiamo facendo tutte le verifiche necessarie con estrema attenzione».

Cosa potrebbe essere successo secondo lei?

«Ci stiamo confrontando con gli specialisti del laboratorio, stiamo acquisendo tutte le informazioni necessarie per giungere ad una conclusione univoca. Ovviamente non possiamo permettere il minimo dubbio sulla attendibilità dei risultati forniti da un laboratorio».

Al momento l’attività del laboratorio su questo punto di vista è sospesa?

«L’attività di laboratorio è diffidata. Come prevede la norma della delibera che di recente è stata approvata».

Cosa significa in concreto?

«La delibera prevede che se ci sono degli scostamenti rispetto agli standard di qualità previsti, si procede a una diffida. Alla seconda diffida avviene la revoca dell’autorizzazione perché in questo ambito bisogna essere rigorosi».

Quindi è un’ammonizione, volendo usare un linguaggio calcistico?

«Potremmo chiamarla così».

Avete già parlato con il responsabile? Vi ha spiegato grosso modo cosa sia successo?

«Abbiamo convocato i responsabili dei quattro laboratori autorizzati dalla Regione».

Perché tutti e quattro?

«Quello che accaduto con il Perugia Calcio è stata l’occasione per riunire i responsabili di tutti i laboratori autorizzati a svolgere questo tipo di attività e per ribadire le regole fondamentali. Peccato che il responsabile del Minerva non era disponibile per la data fissata».

Quando ne sapremo di più? 

«Abbiamo chiesto di avere un riscontro non solo di tipo laboratoristico ma di analisi di processo, di convalida. Bisogna capire se il problema è legato al prelievo, alla determinazione analitica, alle apparecchiature e a quale è il livello di responsabilità. Nel momento in cui avremo completato e verificato il tutto, faremo un comunicato».

Quindi lei ancora non si è fatto nessun tipo di idea?

«In queste situazioni non contano le idee, bisogna aspettare i riscontri scientifici».

È ipotizzabile – come possibilità – il caso di contaminazione tra campioni?

«Potrebbe essere, anche se mi dicono che è difficile che con 2 campioni positivi possano essere stati contaminati gli altri 28. È difficile la contaminazione incrociata tra campioni».

Immagino che oltre al caso specifico, la vostra preoccupazione sia anche quella di verificare se ci siano stati altri falsi positivi o altri falsi negativi, al di là del Perugia Calcio. Cioè: dal 13 agosto in poi, quando il Minerva ha cominciato ad operare. Come lo verificherete? 

«Il problema si è verificato in una sola linea produttiva. Non abbiamo segnalazioni di altri positivi dal laboratorio che siano sospetti per non esserlo. E consideri che noi i positivi li monitoriamo dopo la comunicazione. E ogni laboratorio ha superato una fase di verifica prima di ricevere autorizzazione (i famosi 15 tamponi; ndr)».

E il rischio di falsi negativi, che non vengono monitorati? Potrebbero esserci falsi negativi asintomatici che sono sfuggiti alle maglie?

«Noi prendiamo il negativo come negativo. A meno che non esistano situazioni e sintomatologie tipiche e specifiche. Ma direi che il caso di un falso negativo è assai più difficile, pur ricordando che comunque l’attendibilità dei tamponi non raggiunge il 100%».

Capisco. Un’ultima cosa: dopo quello che è successo, sarà riconsiderato anche l’iter autorizzativo per gli altri laboratori? O vi limitate alla diffida al Minerva?

«Gli altri laboratori stanno proseguendo la loro attività secondo le regole stabilite, in stretta collaborazione con la Regione, come prevedono le norme».

Veniamo alla notizia degli ultimi giorni, l’allargamento dei tamponi ai cosiddetti ‘service’. Considerando le verifiche in corso sul Minerva, non è una scelta precipitosa?

«Un singolo incidente di percorso non può inficiare l’attività di tutte le strutture che fino ad ora hanno rispettato standard qualitativi elevati. In particolare, in questo periodo, c’è una fascia di popolazione che non rientra nei parametri della sorveglianza esercitata dalla Sanità Pubblica, ma che per motivi personali o di lavoro, necessita della certezza di non essere positivo asintomatico, esponendo a rischio di contagio altre persone. A tutti questi cittadini va comunque garantita la possibilità di effettuare l’indagine. Ricordo infine che il servizio pubblico esercita costantemente l’attività di monitoraggio e controllo sull’attività dei laboratori, come dimostra il caso di cui stiamo discutendo».

Grazie

(Ha collaborato Alessia Bragiola)

Tamponi, la Regione allarga ai service

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