Ternana, Luigi Delneri: «Dna Fere è altro»

Il tecnico guidò i rossoverdi ad una doppia promozione di fila tra il 1996 e il 1998. Come Gallo mise in fila una serie di partite senza vittorie: «Siate uniti in questa fase»

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di S.F.

Due promozione consecutive che gli consentirono di guadagnare la serie A, seppur per poco più di un mese in quella fase. Una striscia record – tuttora imbattuta a livello societario – di trentanove match di fila in campionato senza perdere e un ritorno, post esperienza di Empoli, finito male. L’ultima panchina rossoverde risale a vent’anni fa, quando al ‘Degli Ulivi‘ di Andria i pugliesi – gennaio 1999 – sconfissero Grabbi e compagni con una doppietta di Tudisco: lui è Luigi Delneri, uno dei tecnici più incisivi nella storia della Ternana e, per certi versi, ha vissuto in tono minore ciò che sta accadendo a Fabio Gallo. Ovvero non riuscire ad invertire un trend negativo con una vittoria e da parte sua arriva un messaggio d’incoraggiamento per le ‘Fere’: «In bocca al lupo, spero che la squadra faccia del suo meglio ed è chiaro che dovete essere tutti uniti in momenti del genere». Intanto scattato il ritiro di Roma per completare la preparazione alla sfida casalinga con il Ravenna.

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Gallo, Leone e Tagliavento

Il dovere e le pressioni

L’esperienza rossoverde di Delneri lo lanciò – al netto del passaggio a vuoto di Empoli, dove non disputò nemmeno una gara ufficiale – nel calcio di maggior rilevanza. D’altronde due promozioni di fila non passano inosservate, specie se i favori del pronostico non sono dalla tua parte. Due decenni sono trascorsi e ora la situazione è opposta: la Ternana non vince da quattro mesi e rischia di tornare – almeno sul campo – tra i dilettanti: «Ci sono periodi calcistici. Quello magari – commenta Delneri partendo dai suoi anni – era un momento importante per dare una svolta alla storia già importante del club. Poi non è detto che ciò che ti metti in testa lo raggiungi: hanno cercato di potersi affermare in B – si passa all’attualità – e puntare alla A, tuttavia possono succedere molte cose e non ci è riuscita. Nessuno toglie che Terni sia una piazza importante che vuole farsi conoscere ancora di più. Forse è un dovere – aggiunge – passare attraverso momenti come questi nel rapporto con la tifoseria. Poi serve programmare con serenità».

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Tifosi

Le pressioni di Terni e il crollo

La Ternana di Delneri riuscì a rimanere invitta tra C2 e C1 dal 17 marzo 1997 (ko a Macerata) al 3 maggio del 1998, quando l’Atletico Catania – fu poi estromesso ai playoff dai rossoverdi – di Paolo Lombardo si impose 3-1 in Sicilia. In coppa Italia le ‘Fere’ persero a Viterbo e Livorno, ma il record in campionato resta straordinario e difficilmente migliorabile: a far meglio – citando solo i casi italiani ‘pro’ più noti – sono riusciti solo Milan (58, 1993), Juventus (49, 2012) e Fiorentina (40, 1956); dietro il Perugia (37, 1979) l’Inter (33, 2007) e la Juve Stabia attuale (33, serie interrotta a Catania). Altri tempi rispetto a ciò che sta accadendo nel 2019: «Seguo marginalmente ma lo faccio. Sapevo – il commento del friulano – che c’era un progetto partito con Luigi De Canio per portare in alto la Ternana e mi sembra che fosse partita bene. Diciamo che Terni è una piazza che esige, ti impone delle pressioni e delle prestazioni importanti. Durante il mio periodo fu ‘rifatta’ la società – si riferisce all’ingresso di Luigi Agarini al posto di Alberto Gianni – e le pressioni, almeno in partenza, non erano tali da dover vincere per forza: strada facendo le cose migliorarono e riuscimmo a fare quel biennio rilevante. Quest’anno, forse, sulla bocca di tutti c’era il fatto che la squadra potesse fare sfracelli con il gruppo più forte dell’intera categoria: probabilmente si voleva vincere e convincere, ma il campionato di serie C è complicato e difficile. Contro di te giocano tutti al massimo perché battere la Ternana è un vanto. Tante volte si ribaltano le cose, ecco».

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Il Delneri bis e il filotto negativo

L’ex allenatore di Juventus e Roma (su tutti) è ricordato quasi esclusivamente per il passaggio in due anni dalla C2 alla B, con pieno merito. Ci fu però un passaggio successivo dopo l’addio all’Empoli: Delneri sostituì Antonello Cuccureddu nel novembre 1998 (in seguito al 2-2 interno con il Ravenna) e non vinse nessuna delle nove gare – sul neutro di Montevarchi contro il Cesena non andò in panchina per squalifica – al timone della squadra. Fu esonerato e al suo posto arrivò Vincenzo Guerini: «In tre mesi può cambiare tutto. Torni – ricorda in merito – nello stesso ambiente e con gli stessi giocatori, ma ci sono dinamiche differenti all’interno. Ecco perché i ritorni non sono mai quantificabili sul fatto di essere un bene o un male: fu un passaggio non felice, sì. Fa parte del gioco perché il calcio è fatto di momenti buoni e no: l’importante è sapere ciò che si fa e in maniera onesta, dando il massimo. Tutti pensiamo di giocare a calcio ma la realtà è che tanti corrono e basta».

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Massimo Borgobello ed Ezio Brevi il 12 ottobre 2018

Gallo, Bergamo, la scintilla e il dna rossoverde

I rossoverdi sono gli unici – tra i club professionistici – a non aver vinto nel 2019. Una bella ‘macchia’ negativa per tutti: «Come mi comporterei? Nel nostro mondo solo le vittorie danno energie. Gli allenatori – prosegue Delneri – sono anche un po’ psicologi e ognuno ha le proprie esperienze. Gallo è stato molti anni a Bergamo, all’Atalanta, e ha sempre fatto bene. Ci sono stato da loro e come comportamenti non c’è nulla da dire. Avrà avuto degli insegnanti che gli hanno dato un modo per risollevare certe problematiche: la questione è che, soprattutto in Italia, conta il risultato. Magari lavori bene e ci si impegna senza trovarli: questo sport è fatto anche di momenti di fortuna e di piccole scintille che ti possono dare linfa. So che non è facile, le componenti devono essere tutte presenti: società e tifosi, quest’ultimi devono avere la forza di stringersi intorno alla squadra. La Ternana merita altri posti: non dico cinquant’anni di serie A, ma combattere in B per salire penso di sì. È nel suo dna».

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Il primo distacco dalla Ternana

Delneri non ha perso del tutto i contatti con i rossoverdi di quell’epoca: «Ho sentito nel tempo Silvestri, Mayer, Borgobello, Scotti, Bellotto, Cornacchini, Modica ed altri. Giocatori che hanno dato una svolta decisiva alle ambizioni di quella Ternana. C’erano anche Brevi e Fabris (il tecnico friulano non era al corrente della loro presenza nello staff di De Canio): con Fabrizio ci siamo sentiti fino ad un paio di anni fa, con tanto di scambio di auguri per le feste. Non sapevo fossero a Terni quest’anno. Noi allenatori abbiamo il dovere importante di lasciare sempre un qualcosa di positivo, anche quando le cose vanno male. Andar via nel 1998 mi sembrava logico, a 48 anni, per tentare la strada della serie A: con il senno del poi, probabilmente, se avessi optato per un filotto a Terni non sarebbe stato tanto male. Giusto perseguire l’ambizione perché quando si vince non ci si deve fermare».

IL RINNOVO DI MARINO DEFENDI

Marino Defendi con Gagno

L’elogio a Defendi

Il 68enne ha avuto molti campioni nelle sue squadre. Rimanendo sul binomio Terni e Bergamo, non possono non essere citati Riccardo Zampagna – con la punta ternana ci fu qualche problema nel rapporto, ma la stima non manca – e l’odierno capitano rossoverde Marino Defendi: è lo stesso Delneri a tirare in ballo il centrocampista lombardo. «In bocca al lupo alla Ternana, a Gallo, ai ragazzi e a tutto l’ambiente, spero facciano del loro meglio. Chiaro che – il messaggio – dovete essere tutti uniti in momenti del genere. Defendi è stato con me a Bergamo (dal 2007 al 2009, ndr), ho un bel ricordo di lui e fece bene. Un bravissimo ragazzo. Sono contento della notizia del rinnovo perché la Ternana ha acquisito un buon giocatore e una bella persona per il futuro. Lui è abituato a far gruppo perché ha frequentato compagnie rilevanti a Bergamo: erano i tempi di Doni e gli altri, ha acquisito valori importanti in quella circostanza». Tra sei anni la Ternana festeggerà – speriamo in una stagione diversa – il centenario: nella storia del club un posto di assoluta rilevanza lo ha sicuramente anche Luigi Delneri.

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