
Sono giorni di apprensione per i familiari di Elanain Sharif, 44 anni, doppio passaporto italo-egiziano. L’uomo, residente a Terni dallo scorso agosto – dove era giunto dal Regno Unito – è stato arrestato il 9 novembre appena sbarcato a Il Cairo insieme alla moglie ed alla madre Loriana, che vive a Foligno. A riportare la notizia è il quotidiano ‘Il Corriere dell’Umbria‘.
Dopo essere stato trattenuto a lungo, e inizialmente privato del proprio passaporto italiano, il 44enne – coniugato e che lavora come attore pornografico con lo pseudonimo di Sheri Taliani – è stato ristretto per alcuni giorni nel carcere della capitale egiziana e quindi trasferito in quello di Alessandria d’Egitto.
Da allora i suoi cari, a partire dalla madre che si è affidata all’avvocato Alessandro Russo di Foligno, non ha avuto più notizie di lui, se non indirette e tutte da verificare. L’ultimo contatto con Elanain lo ha avuto a Il Cairo, dove ha potuto vederlo – nel carcere – per pochissimi minuti, durante i quali il figlio le avrebbe spiegato di essere trattato in modo disumano, di dover stare quasi sempre in piedi nella sua cella, con la possibilità di stendersi su una branda solo per pochi minuti per lasciare il posto agli altri detenuti. E che per sedersi deve pagare. Poi nulla più.
La questione – si apprende da Adnkronos – è stata attenzionata anche dal Ministero degli esteri e dall’ambasciata italiana a Il Cairo che assicura di «seguire la vicenda con la massima attenzione, in stretto coordinamento con la Farnesina e in collegamento costante con i familiari dell’uomo e il loro legale» e di aver chiesto l’autorizzazione ad effettuare «quanto prima una visita consolare» presso il carcere di Alessandria.
Sempre da Adnkronos si apprende che l’arresto – ma è un dato tutto da verificare – potrebbe essere collegato a contenuti Facebook relativi al 44enne italo-egiziano. Ma ora la speranza dei suoi cari è che possano avere presto notizie positive sulle sue condizioni e quindi su una vicenda giudiziaria che, viste le ripetute tensioni fra Italia ed Egitto (i casi Regeni e Zaki sono noti all’opinione pubblica), crea preoccupazione.