Terni: «Aiutati per il rischio usura ma siamo ancora senza casa». L’appello al Comune

Federico, invalido e senza lavoro, con tre figli di cui uno disabile grave, torna a far sentire la propria voce. «Bandecchi e Maggi, aiutateci»

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«Grazie all’impegno della Fondazione umbra contro l’usura, siamo riusciti a tamponare una situazione che ci vede indebitati per oltre 100 mila euro. Io sono invalido dal 2016 e senza un lavoro, mia moglie lavora e abbiamo tre figli di cui uno disabile grave. Quello che speriamo, ora, è che dopo l’interesse da parte di vari soggetti istituzionali, dal consigliere regionale Thomas De Luca all’assessore regionale Enrico Melasecche e quindi l’assessore comunale Viviana Altamura e il vice sindaco Riccardo Corridore, ora qualcuno ci dia una mano per l’aspetto abitativo. È il dramma che più ci affligge e che finora non siamo riusciti a risolvere. Per questo chiediamo di poter incontrare l’amministrazione comunale di Terni nelle persone del sindaco Stefano Bandecchi e dell’assessore comunale Giovanni Maggi che è competente in merito all’edilizia popolare. Solo chiarendo anche a loro qual è la situazione e le azioni attuabili, forse potremmo finalmente avere un tetto in un edificio Ater».

Appello al Comune

A parlare è il ternano Federico che lancia l’ennesimo appello a mezzo stampa per attivare le istituzioni a fronte della situazione della sua famiglia. «La Fondazione contro l’usura, attraverso i suoi funzionari di Perugia, ha analizzato nel dettaglio il quadro del nostro nucleo familiare, dandoci un sostegno per alcune spese come il dentista dei figli, alcuni costi condominiali, gli arretrati della mensa scolastica. La questione irrisolta è quella di una casa popolare dove poter stare, unica soluzione sostenibile per la mia famiglia. L’impegno di De Luca, Melasecche, Altamura c’è stato ma ora servirebbe un’azione dell’amministrazione comunale che solo figure come quella del sindaco Bandecchi e dell’assessore Maggi possono mettere in atto».

Invalidità e indebitamento

Federico ha depositato la domanda per il bando relativo all’emergenza abitativa e la situazione è quella di un nucleo familiare che, oltre al quadro descritto, ha un familiare direttamente assistito dal sistema sanitario nazionale. Sul fronte dei requisiti, il pesante indebitamento, con rischio di cadere in mano agli usurai, non ricadrebbe fra i criteri in grado di attribuire un punteggio. Ma il fatto che la Fondazione umbra contro l’usura si sia direttamene interessata al caso di Federico e dei suoi cari, è certamente rilevante e la speranza è che la stessa amministrazione e l’Ater ne tengano conto, al pari della questione sanitaria legata alla grave invalidità del figlio. Obiettivo è giungere ad una assegnazione provvisoria. «Spero che in Comune mi ricevano e che analizzino le ‘carte’ come ha fatto la Fondazione antiusura – conclude Federico -, lì c’è tutto il nostro dramma che speriamo trovi una risposta logica, dettata dal buonsenso e non più rinviabile».

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