Dimissioni sì o dimissioni no? L’imprevedibilità del sindaco Stefano Bandecchi è nota e dunque nulla è escluso. In ogni caso è tempo di prime ipotesi sul possibile voto anticipato a Terni. Su questo fronte è utile l’indicazione del 25 gennaio 2024 proveniente dal Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Viminale: il focus è sulle elezioni dei consigli comunali che devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza del mandato.
La normativa
La missiva è firmata dal direttore centrale e vice capo dipartimento vicario, Caterina Amato: «Il 24 febbraio – si legge – è il termine ultimo previsto dalla vigente normativa entro il quale devono verificarsi le condizioni che rendono necessario il rinnovo dei consigli comunali per motivi diversi dalla scadenza naturale, ai fini dell’inclusione nel ‘turno di primavera’ (art. 2 della legge 7 giugno 1991, n. 182, come sostituito dall’art. 8, comma 1, lettera a) della legge 30 aprile 1999, n. 120). Alle prossime consultazioni sono pertanto interessati i consigli comunali per i quali entro il predetto termine sia intervenuto il provvedimento di scioglimento». In questo caso c’è di mezzo l’articolo 141 del Tuel, a meno che non ci sia una disposizione ad hoc. C’è già chi ipotizza la ‘tornata’ autunnale o addirittura nel 2025. Chiaro che tutto dipende, in primis, dalle reali intenzioni di Bandecchi. Vedremo. La certezza è che, nel caso ternano, con i 20 giorni da attendere si andrebbe oltre la data indicata dal ministero per votare a giugno. Una ‘finestra’ possibile è quella delle elezioni regionali del 2024 – c’è chi ipotizza che si possa andare alle urne il 1° e 2 dicembre – per la quale però sembra servano passaggi istituzionali che consentano a Terni, in deroga, di votare anche per l’elezione del sindaco.