Provocazione, decisione irrevocabile o scossone ai ‘suoi’? Senza tralasciare l’opzione ‘scherzo di carnevale’ che però, con il passare delle ore, ha perso definitivamente consistenza. Giovedì pomeriggio Stefano Bandecchi, in un video Instagram anticipato da un messaggio Whatsapp sulla chat del gruppo di maggioranza, ha annunciato le sue dimissioni da sindaco di Terni. Di certo sono tutti rimasti spiazzati dalla mossa e non poco: «Ho comunicato alla giunta e a tutti i consiglieri di Alternativa Popolare il fatto che ho dato le dimissioni da sindaco. I motivi sono di carattere politico, continuo ad essere il segretario di AP. Ma da qui a 20 giorni non farò più il sindaco di Terni, così non correremo rischi di avere una dittatura bandecchiana. Saluto i cittadini e ringrazio chi mi ha votato». Nel pomeriggio alle 15 si era svolta la giunta comunale, senza scossoni. Poi l’annuncio clamoroso. Contattato telefonicamente, lo stesso Bandecchi conferma le dimissioni: «Fortunatamente mangio uguale e da domani sarò ancora più ricco. Perché mi dimetto? Mi hanno fatto girare le palle alcune persone di Alternativa Popolare a Terni. Io resto segretario nazionale del partito e sarò candidato alle elezioni europee. Posso non fare più il sindaco di Terni, non c’è alcun problema. Non è il vice sindaco Corridore il problema, ma altri. Non faccio nomi e cognomi, ma ci sono persone che non hanno capito cosa vuol dire costruire qualcosa di nuovo, un futuro diverso. Perché noi non siamo né il Pd né Fratelli d’Italia, ma un partito del tutto nuovo. E qualcuno non lo ha proprio capito, peggio per loro».
Il prefetto di Terni: «Non risultano atti ufficiali»
Interpellato da umbriaOn, il prefetto di Terni Giovanni Bruno afferma che «alla serata di giovedì, alla prefettura di Terni non risultano atti ufficiali. E non risultano neppure al protocollo comunale che è il canale deputato per tali comunicazioni. Staremo a vedere se ci saranno e, nel caso, le dimissioni dovranno rispettare i dettami del Tuel in ordine a tempistiche e procedure». Circa la ‘voce’ che vedeva scadere in questi giorni il termine per la prefettura di Terni per esprimersi su eventuali incompatibilità di Stefano Bandecchi rispetto al ruolo di sindaco, sempre il prefetto Bruno afferma che «non esistono termini prefissati e, allo stato, non risultano profili di incompatibilità, visto che le questioni pendenti sono state sanate, ad esempio con la cessione della Ternana Calcio. Se la gestione del palasport possa rappresentare un elemento di incompatibilità, lo si vedrà solo nel momento in cui la gestione dell’impianto dovesse essere in capo al sindaco». Intanto anche alla mattinata di venerdì, in Comune non risultano protocollati atti relativi alle dimissioni del sindaco: fra le ipotesi, quella che possa formalizzarle direttamente nella seduta del consiglio comunale di lunedì 12 febbraio.
31 MAGGIO 2023, BANDECCHI NUOVO SINDACO DI TERNI
GENNAIO 2018, IL PRECEDENTE RECENTE: DIMISSIONI DI GIROLAMO
Possibili conseguenze
Nel corso dei 20 giorni – le dimissioni ovviamente devono essere protocollate – Bandecchi ha comunque facoltà di revocarle. Il Tuel – Testo unico degli enti locali, articolo 53 nella fattispecie – spiega che «le dimissioni presentate dal sindaco diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio. In tal caso si procede allo scioglimento del rispettivo consiglio, con contestuale nomina di un commissario». Terni ne sa già qualcosa: nel 2018 l’allora sindaco Leopoldo Di Girolamo rassegnò le dimissioni, senza poi tornare sui suoi passi . Fu il preludio all’arrivo del commissario straordinario Antonino Cufalo. Nel caso l’imprenditore livornese confermasse le dimissioni, a quel punto si tornerebbe al voto nella prima data utile. Quanto alle modalità di presentazione dell’atto con cui si manifesta la volontà abdicativa, secondo un costante orientamento, il dies a quo per il computo del termine di cui all’articolo 53 del Tuel è identificato nel giorno in cui le dimissioni vengono assunte al protocollo dell’ente».
2014, IL PARERE DEL MINISTERO DEGLI INTERNI SUI TEMPI DELLE DIMISSIONI
Ulteriori conseguenze
Se davvero Bandecchi confermasse le dimissioni, a quel punto ci sarebbero conseguenze anche per alcuni incarichi dirigenziali. Nella fattispecie si parla del direttore generale Claudio Carbone e del dirigente agli affari istituzionali Cataldo Aldo Bernocco (scelto dal primo cittadino con un 110 nell’estate 2023). Motivo? «Il direttore generale è revocato dal sindaco previa deliberazione della giunta comunale. La durata dell’incarico non può eccedere quella del mandato del sindaco», specifica l’articolo 110 del Tuel. Si vedrà.
IL VIDEO INSTAGRAM CON CUI BANDECCHI ANNUNCIA LE DIMISSIONI DA SINDACO DI TERNI
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