Anticipo tesoreria Comune Terni: nuovo scontro in consiglio

Consiglio straordinario voluto dai consiglieri di minoranza dopo la sentenza della Corte dei conti. Il sindaco: «Norme non consentono uscita agevole dal dissesto»

Condividi questo articolo su

L’anticipo di tesoreria 2017, l’Organismo straordinario di liquidazione e la tesoreria, l’intreccio resta e crea nuove tensioni politiche. Lunedì pomeriggio a palazzo Spada è andato in scena il consiglio straordinario su richiesta dei consiglieri di minoranza in seguito alla sentenza 41 della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Umbria: il dibattito è sempre vivo e alle 17.40 la contesa si è chiusa con un atto di indirizzo bocciato. Cosa trattava? «L’impegno di sindaco e giunta a predisporre un piano di riequilibrio per il recupero dell’importo di oltre 12 milioni entro e non oltre la scadenza ordinaria della vigente consiliatura». Venti contrari e dieci favorevoli.

‘INCUBO’ TESORERIA PER IL COMUNE: 4° GARA DI FILA DESERTA

Terni: Comune contro Unicredit. Corte Conti riconosce all’ente 370 mila euro su 14 milioni

La minoranza

Filipponi e la Corte dei conti Calabria

Tra i maggior conosciuto della complessa materia – gli sarà riconosciuto anche dall’assessore al bilancio Orlando Masselli, poi le considerazioni finali sono diverse chiaramente – c’è il capogruppo del Pd Francesco Filipponi che, nel suo intervento, ha riepilogato le varie vicissitudini tecniche e giuridiche. Tirando in ballo una novità: «C’era un’unica sentenza presa come riferimento dalla Corte dei Conti dell’Umbria che sposava la tesi dell’amministrazione, quella proveniente dalla Calabria. Ora è stata superata dalla sentenza 32/2022 dello stesso organo: sposa l’impostazione di dover iscrivere nel bilancio ordinario dell’ente l’anticipazione di tesoreria 2017. A noi ci avete detto iettatori, dischi rotti ecc.». Da Emanuele Fiorini e Valdimiro Orsini (Gruppo Misto) richiesta di delucidazioni sui mutui accesi ed i concorsi sviluppati nel corso degli anni: «Ora è una partita tra Comune e Osl. Ci sono 23 milioni di euro anticipati dal ministero degli Interni con il fondo di rotazione a fronte di un fabbisogno per la chiusura del dissesto di circa 42 milioni».

APRILE 2022, L’ALLARME DI MASSELLI PER IL FUTURO

Latini, Ferranti, Sperandeo, Cini e Masselli

Braghiroli replica, Simonetti e Gentiletti attaccano

La prima a prendere la parola è stata Patrizia Braghiroli, capogruppo FdI: «Il debito di cui si parla non esiste, il tesoriere (Unicredit) ha ripreso i suoi soldi e noi il nostro debito lo abbiamo pagato come confermato da pareri autorevoli. I mutui vincolati sono stati accesi dalla precedente amministrazione e sono stati utilizzati per opere pubbliche. E non c’è nessuna necessità di un piano di riequilibrio ora. Ricordo che il Comune è andato in dissesto con 109 milioni di debiti, 60 dei quali ammessi alla fase passiva». Luca Simonetti (M5S) la pensa diversamente: «Negli ultimi trent’anni in questa città il centrodestra ha governato per circa nove anni e parte dei debiti arrivano anche da lì. Oggi si dice che non esiste alcun debito, fino a ieri la versione di regime – supportata dagli uffici – era di dire che c’era una sentenza favorevole. Il rischio di secondo dissesto c’è tutto. Già ci stiamo vendendo tutti gli asset e la tasse sono al massimo». Sponda minoranza si è fatto sotto anche Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «Questi debiti non li ha fatti l’amministrazione Di Girolamo. Nel gennaio 2018 sono stati restituiti al tesoriere i soldi. Nel bilancio ordinario del Comune sono indicati dei soldi che in realtà non ci sono perché l’amministrazione contava di riprenderli. Latini e Masselli avevano promesso di portarci fuori dal dissesto, ora invece c’è il rischio che ne arrivi un secondo». Nel contempo il titolare al bilancio sorride e applaude, Valentina Pococacio (M5S) non perdona: «Intollerabile questo atteggiamento, non si può essere derisi così, è offensivo. Basta questo comportamento da padre-padrone».

Marcucci e Almadori

Latini, Masselli e la fantasia

Il sindaco ha confermato un fatto già noto: «La disciplina del dissesto non è semplice e abbiamo impugnato la sentenza 41 della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Umbria perché ritenuta non aderente al quadro normativo. Non ci siamo mossi con considerazioni autoreferenziali. Ricordo che abbiamo ereditato una situazione debitoria enorme, sto solo dicendo quello che è. Le difficoltà sono nelle norme e non consentono un’uscita agevole dal dissesto (citate Catania, Benevento, Campione d’Italia e altre ancora). Il lavoro degli uffici è stato straordinario – ad assistere alla seduta la dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci e la funzionaria Alessia Almadori -, va riconosciuto. Di mezzo c’è stato anche il Covid». Poi Masselli: «La Corte dei conti, sezione delle autonomie, nelle sentenze del 2022 ha ribadito che tutti gli atti ed i fatti antecedenti alla chiusura dell’esercizio precedente rispetto al dissesto sono di competenza dell’Osl. Normale che dalle opposizioni vengano portate soluzioni non sempre in linea con chi amministra: Filipponi è conoscitore della materia ed ha fatto un intervento puntuale, poi sulle conclusioni siamo meno d’accordo. Confermo l’applauso a Gentiletti – la risposta alla Pococacio – per la fantasia che ha, è una dote che in politica può essere utile: dire che l’anticipazione di tesoreria è un debito di questa amministrazione significa dire il falso. Ora non c’è nessun disavanzo e nessuna necessità di un piano di rientro. Se ci sarà, lo affronteremo». Replica finale di Gentiletti e storia chiusa: «Non mi interessano le pagelle di Masselli. I soldi dell’anticipazione di tesoreria sono stati restituiti quando ancora c’era l’amministrazione Di Girolamo». Se ne parlerà ancora.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli