Terni, doppio arresto: Salvini piomba in città

Il leader della Lega Nord approfitta dell’occasione. La presidente della Regione: «Di Girolamo e Bucari sapranno dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati»

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A poche ore dalla notizia degli arresti del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e dell’assessore ai lavori pubblici, Stefano Bucari, arrivano inevitabilmente le prime reazioni dal mondo politico locale, ma anche nazionale. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, infatti annuncia che mercoledì 3 maggio sarà a Terni.

Emanuele Fiorini

La Lega Nord Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, mercoledì alle 12, incontrerà i rappresentanti della stampa nella sede locale del carroccio in via Angeloni 16 per definire la posizione della Lega Nord in merito alla notizia dell’arresto del sindaco Di Girolamo e dell’assessore Bucari per la vicenda degli appalti pubblici. Presenti in conferenza stampa anche il senatore Stefano Candiani e il capogruppo Lega Nord Umbria Emanuele Fiorini. A seguire Matteo Salvini incontrerà i cittadini ternani. «Dobbiamo ripulire Terni e tutta l’Umbria», dichiara il senatore Stefano Candiani. «Dall’inchiesta degli appalti pubblici abbiamo avuto conferma di come le amministrazioni del Partito Democratico gestiscono il potere». Il capogruppo Lega Nord Umbria, Emanuele Fiorini, chiede: «Dimissioni immediate, commissariamento e poi subito al voto. Gli arresti del sindaco Di Girolamo e dell’assessore Bucari mettono la parola fine ad un regime di marca PD che ha gettato Terni in pasto ad interessi specifici contro il principio generale e inviolabile della legalità La Lega Nord Terni, fin dal settembre 2015, aveva denunciato delle ‘anomalie’ e ‘vicende poco chiare’ nell’assegnazione degli appalti relativi ai lavori del verde pubblico. Evidentemente non avevamo tutti i torti, anzi. E’ questa l’ennesima dimostrazione di un governo della città basato su scambi di favore e su un meccanismo di reciproco scambio tra sistema economico e sistema politico».

Gianluca Rossi

Il senatore PD Gianluca Rossi «Il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo e l’assessore Stefano Bucari godono della mia stima personale e fiducia nel loro operato», si legge in una nota del senatore del Partito Democratico Gianluca Rossi. «La conoscenza delle persone coinvolte mi fa affermare che Terni è stata ed è una città amministrata per il solo bene della collettività. Sono certo che l’autorità giudiziaria, in cui ripongo la più totale fiducia, svolgerà velocemente i dovuti accertamenti, per consentire all’amministrazione di continuare a svolgere le proprie funzioni, nella pienezza dei suoi poteri».

Catiuscia Marini

La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini «Ho appreso dei provvedimenti cautelari assunti dalla Procura della repubblica di Terni nei confronti del sindaco Leopoldo Di Giorlamo e dell’assessore Stefano Bucari», scrive la presidente della Regione Catuscia Marini. «Esprimo, come sempre, rispetto per le indagini in corso e fiducia nell’operato della magistratura che, sono certa, saprà agire con la rapidità necessaria in un caso in cui le indagini intervengono su una amministrazione comunale in carica. Sono altresì convinta che il sindaco Di Girolamo e l’assessore Bucari sapranno dimostrare, nelle sedi appropriate, la loro estraneità ai fatti contestati».

Marco Cecconi

Il consigliere comunale Marco Cecconi «Un provvedimento restrittivo della libertà personale non è una sentenza di condanna, tanto quanto non lo era un avviso di garanzia», scrive il consigliere (Fdl-An) in consiglio comunale Marco Cecconi. «Certo è che, codice alla mano, ad indagini ancora aperte, gli arresti domiciliari si giustificano solo se sussiste uno di questi tre rischi concreti: pericolo di fuga, pericolo di reiterazione del reato e/o pericolo di inquinamento delle prove. E gli arresti di Di Girolamo e Bucari non possono che essere fondati sull’una o l’altra, o magari più d’una, di queste ipotesi. Certo è che le motivazioni addotte dalla Procura nella sua lunga nota sono agghiaccianti: perché configurano una prassi fuori-legge ascrivibile a quello che si chiama ‘sistema’ o ‘regime’, come noi abbiamo sempre denunciato riferendoci innanzitutto a responsabilità etiche e politiche, prima ancora che penali. Certo è che, come scrive proprio la Procura, questo ‘sistema Terni’, questo regime, ha tutta l’aria di coinvolgere livelli anche diversi dell’Ente, come uffici, funzionari, dirigenti, ed ‘imprese satelliti’: ed anche in questo è triste, ma obbligato, dover ricordare di aver già denunciato tutto ciò». Secondo Cecconi «certo è che, adesso, dal sindaco e dal suo fido assessore ai lavori pubblici, anche un bambino si aspetta un sola cosa: che facciano quello che noi gli avevamo suggerito di fare già da mesi, quello che, fatto ieri, sarebbe stato più onesto ed oggi appare comunque imprescindibile, ovvero andarsene, dimettersi, occuparsi del processo, visto che nessuno può governare ‘da casa’ senza poterne uscire ed avere altri contatti se non con i familiari stretti. Certo è che, in questo caso come per tutto il resto, a quel punto chi è causa del suo mal dovrà piangere se stesso: perché la risibile misura di taglio delle spese e moralizzazione della vita pubblica che ha indotto Di Girolamo ad adottare la scelta di pura facciata di riduzione all’osso del numero degli assessori, non potrà che comportare l’inevitabile conseguenza di una decadenza totale di ciò che resta della giunta. Certo è che oggi è un giorno di grande umiliazione per la città: che non si merita l’eventuale prolungata agonia che volesse infliggergli chi ancora si ostinasse, contro ogni evidenza, a restare attaccato alla poltrona».

Piergiorgio Bonomi

CasaPound «Come movimento politico CasaPound Italia chiediamo le dimissioni immediate del sindaco e l’immediato ritorno al voto», così in una nota Piergiorgio Bonomi, responsabile ternano di CasaPound Italia. «Terni ha bisogno di ordine, sicurezza, trasparenza e meritocrazia. Esattamente tutto ciò che è mancato in questi decenni di amministrazioni rosse. Siamo pronti ad azioni eclatanti certi che la città sarà dalla nostra parte».

Stefano Lucidi

Il senatore del Movimento 5 Stelle Stefano Lucidi Attraverso Twitter il senatore Stefano Lucidi (M5S) scrive: «#digirolamo DIMISSIONI ed elezioni subito #TERNI Pdfree». Poi in una nota formale scrive: «È iniziata la pletora di dichiarazioni e frasi fatte. Armi di discussione di massa, buone da tirare fuori alla prima occasione, nel tentativo di anestetizzare i cittadini. Ecco alcune: Leonelli ‘E rispettiamo il lavoro della magistratura, che ci auguriamo possa fare luce al più presto sulle posizioni degli indagati’; Marini: ‘Esprimo, come sempre, rispetto per le indagini in corso e fiducia nell’operato della magistratura che, sono certa, saprà agire con la rapidità necessaria in un caso in cui le indagini intervengono su una amministrazione comunale in carica; Rossi: ‘Sono certo che l’autorità giudiziaria, in cui ripongo la più totale fiducia, svolgerà velocemente i dovuti accertamenti, per consentire all’amministrazione di continuare a svolgere le proprie funzioni, nella pienezza dei suoi poteri. Purtroppo per questi signori, le grandi città le fanno i grandi uomini, ed oggi Terni non è una grande città. Le dimissioni del sindaco, apriranno la porta del commissariamento ponte fino alle prossime elezioni. Di Girolamo, in questi anni, non ha fatto nulla per difendere la città, contro l’inquinamento delle acciaierie, contro gli inceneritori, contro i rifiuti, contro la desertificazione lavorativa, contro il declino universitario, contro il degrado di una città lasciata a se stessa. Quello che ha fatto invece lo stabilirà la magistratura, nella quale riponiamo la massima fiducia. Ma Terni e l’Umbria hanno bisogno di interlocutori nuovi».

Paolo Crescimbeni

Il consigliere comunale (Gruppo Misto) Paolo Crescimbeni «L’arresto cautelativo del sindaco – scrive in una nota il consigliere comunale Paolo Crescimbeni – non è conferma di colpevolezza in forma definitiva. Tuttavia il dottor Di Girolamo avrà la sensibilità di rassegnare subito le proprie dimissioni che, ai sensi dell’art. 141 D. Lgs. 267/2000, daranno luogo allo scioglimento del consiglio comunale e alla nomina di un Commissario prefettizio. I cittadini dovranno poi essere chiamati ad eleggere nuovi rappresentanti nei tempi minimi possibili. Ogni esitazione e ritardo accrescerebbe il danno già grave inferto alla città».

Giacomo Leonelli

Il segretario Giacomo Leonelli e la segreteria del Pd Umbria «Premesso che rispetto alla presunzione di innocenza e a quanto previsto dall’articolo 27, comma 2 della Costituzione noi non siamo garantisti a corrente alternata come invece dimostrano di essere autorevolissimi esponenti Cinquestelle, che oggi giocano a chi la spara più grossa e parlano di corruzione a Terni mentre in altre occasioni sono stati molto più attenti a non sperticarsi in termini fuori luogo, chiaramente la vicenda ci addolora», così, un una nota, il segretario Giacomo Leonelli e la segreteria del Pd Umbria. «Il nostro pensiero va a Leopoldo Di Girolamo e Stefano Bucari e alle loro famiglie. Sono due persone che vengono dal territorio, che conosciamo come militanti seri, impegnati e onesti prima ancora che come amministratori. E rispettiamo il lavoro della magistratura, che ci auguriamo possa fare luce al più presto sulle posizioni degli indagati e chiarezza sulle indagini anche e soprattutto perché quanto accaduto colpisce un’amministrazione nella sua apicalità, impersonata da Leopoldo di Girolamo, al quale, va ricordato, al di là delle critiche politiche, anche i più tenaci oppositori hanno sempre riconosciuto una rettitudine e una correttezza morale indiscutibile».

Lorenzo Carletti

Il segretario Prc Terni Lorenzo Carletti «I clamorosi sviluppi dell’inchiesta Spada, costituiscono un punto di non ritorno nella vita politica della città», commenta il segretario Prc. «L’azione della magistratura, ma anche l’opposizione sociale sviluppata in città in questi mesi da movimenti e comitati, ha contribuito a svelare l’opacità dei meccanismi di governo del Partito Democratico. Il Partito della Rifondazione Comunista ritiene ormai doveroso, da parte dell’attuale maggioranza cittadina, trarre le dovute conseguenze politiche di tre anni di gestione disastrosa della cosa pubblica e ridare la parola ai cittadini. L’escalation della cronaca giudiziaria locale conferma quanto denunciamo da tempo: La presenza di un sistema di potere funzionale al perseguimento di interessi economici prima ancora che politici, articolato su più livelli di governo». L’opera della magistratura «conferma il giudizio politico di quanti non hanno ceduto alla vuota retorica del buon governo del Partito Democratico. Di fronte alla gravita dei fatti, sarebbe del tutto fuorviante e strumentale, come fatto nei mesi scorsi da parte degli ambienti vicino alla maggioranza, usare il mondo della cooperazione sociale quale scudo per comportamenti di amministratori pubblici o di soggetti aggiudicatari di appalti: una cosa è la tutela del lavoro, a partire da quello di lavoratori a vario titolo svantaggiati, un’altra è il ricorso a pratiche tese ad assicurare i servizi sulla base di interessi di parte, come risulterebbe dallo stato dell’arte delle indagini. Esprimiamo pertanto vicinanza e solidarietà attiva a tutti i lavoratori delle cooperative coinvolte, le vere parti lese della vicenda unitamente ai cittadinanza ternani. C’è bisogno di un alternativa di sinistra per il governo della città. Serve agire subito il confronto tra tutte le forze alternative a questo sistema di potere. Occorre stringere un patto programmatico per garantire l’uscita dalla pericolosa disarticolazione istituzionale e sociale in cui la città sta sprofondando».

Enrico Melasecche

Il consigliere Enrico Melasecche, lista civica ‘I love Terni’ «Nel corso di questi lunghissimi otto anni, il sindaco che in sede di primarie disse che non era adatto a fare il sindaco, ma poi accettò non certo per il bene dei ternani ma per condurre il proprio partito all’occupazione manu militari dell’intera città, ha ripetuto ad ogni crisi di giunta, ad ogni crisi fra gruppo consiliare ed assessori, ad ogni fatto grave che saliva all’onore delle cronache la frase fatidica: ‘Assumo su di me tutte le responsabilità’», si legge in una nota del consigliere Enrico Melasecche, lista civica ‘I love Terni’. «Non l’ha mai fatto. Ha continuato a governare con le logiche di sempre, quelle impostegli dai suoi grandi elettori, con cui è stato succhiato sangue dai bilanci pubblici in modo indecente, con cui sono stati fatti debiti fuori bilancio vergognosi, con cui sono stati nascosti circa 70 milioni di debiti pur di tirare a campare, fatti poi emergere da chi all’opposizione non ha mai fatto sconti a chi ha ridotto Terni in queste condizioni di profonda crisi economica e finanziaria, ma soprattutto di degrado ambientale, civile e morale. Ha continuato, in un distacco sempre più ampio dalla città ma anche dai suoi stessi elettori, a dichiarare che tutto andava bene, che non c’era degrado, che la città era viva, che…che…che…che… Sembrava che vivesse in un mondo tutto suo. Lo paragonai a Maria Antonietta che proponeva di distribuire brioches al popolo che chiedeva pane per sfamarsi. Non voglio entrare oggi nel problema giudiziario, pur essendo tra coloro che non ha mai fatto sconti su tutti gli aspetti, anche indecenti, con cui sono stati negli ultimi diciotto anni favoriti gli amici e danneggiati coloro che non facevano parte del cerchio magico, ma esiste un problema morale e politico enorme. E tutti coloro che adesso, per paura di ridare la parola al popolo, si trincerano dietro calcoli di puro cinismo, spiegando in modo dotto che ben tre assessori su cinque possono tirare avanti, rispondo che questo costituisce un gioco scellerato sulle spalle della città. Chi rimane attaccato alle poltrone con l’attuale situazione, ormai degenerata oltre ogni limite fa un calcolo di puro interesse personale che pagherà caro. Perché i ternani sono brave persone, ma non sono fessi».

Andrea Liberati

Il capogruppo in consiglio regionale (M5S) Andrea Liberati In un post su Facebook, il capogruppo in consiglio regionale (M5S) Andrea Liberati commenta: «Da decenni imperversa in Umbria un gioco inaccettabile che dissangua le casse pubbliche, ingabbia l’economia, esclude regolarmente chi non si piega al sistema. Liberiamo Terni. Liberiamo l’Umbria e il Paese. Restituiamo la cosa pubblica ai cittadini».

Raffaele Nevi

Forza Italia «La particolare e delicata situazione della città di Terni, soprattutto nel bel mezzo di una procedura di predissesto ancora non conclusa, ha bisogno di un governo nel pieno delle sue funzioni e con un sindaco e una giunta autorevoli e forti», così in una nota congiunta il presidente gruppo Forza Italia Regione Umbria Raffaele Nevi, il presidente gruppo Forza Italia Comune Terni Francesco Maria Ferranti, il coordinatore provinciale Forza Italia Terni Sergio Bruschini, il coordinatore comunale Forza Italia Terni Stefano Fatale, il coordinatore provinciale Forza Italia Giovani Daniele Marcelli. «Terni non può permettersi una amministrazione decapitata a causa di una inchiesta che, tra l’altro, riguarda le responsabilità dell’attuale gestione. Siamo da sempre convinti assertori di un sano garantismo e di certo non cambieremo idea ora, ma pensiamo che sia assolutamente necessario che il sindaco, anche per difendersi al meglio dalle pesantissime accuse che gli vengono rivolte, rassegni immediatamente le dimissioni, favorendo così una netta separazione tra le sue vicende personali e l’amministrazione cittadina. Certamente non fa piacere che la propria città assurga alle cronache nazionali per fatti così gravi che, ove fossero dimostrati, sarebbero la conferma dell’esistenza di un sistema di gestione del potere, di cui da sempre sospettiamo, e che ha prodotto cittadini di seria A, quelli vicini al potere, e cittadini di serie B, tutti gli altri, provocando la fuga di tante persone perbene fuori dal nostro territorio. Chiaramente accertare eventuali reati sarà compito della magistratura ma di sicuro a Terni tutti conoscono un sistema da tempo corroso da troppe situazioni poco chiare. Speriamo che la magistratura chiarisca al più presto ogni ombra».

Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle

Il gruppo consiliare M5S Terni «Almeno che il Partito Democratico non voglia regalare a Terni l’ennesima umiliazione, quella di avere una giunta ed una maggioranza guidata da un sindaco agli arresti domiciliari, riteniamo fisiologico che l’esperienza politica del centro sinistra alla guida della nostra città sia conclusa», scrive in una nota il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Terni. «La notizia è infatti sulle prime pagine di tutte le testate locali e nazionali: di fatto il caso Di Girolamo sta rubando la scena mediatica della riconferma di Renzi alla guida del Partito Democratico. Questo a prescindere dal fatto che il nostro sistema giudiziario si basi sulla presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio. Dal canto nostro questo è un sistema che denunciamo da anni attraverso atti, esposti, segnalazioni formali fatte attraverso un lavoro estenuante: oggi non si aggiunge nessun elemento a quanto avevamo constatato cinque mesi fa, quando l’opinione pubblica venne a conoscenza dell’operazione Spada, salvo la certezza che Terni è pronta a voltare pagina. Speriamo che qualcuno non voglia farci assistere ai soliti teatrini volti ad allungare l’agonia di un partito che sta portando nel baratro un’intera comunità». Al di là del prosieguo delle azioni giudiziarie, infatti, «il giudizio politico può essere ormai tratto e vede un’intera comunità tenuta in ostaggio e sfruttata fino al midollo, con servizi scadenti, costi altissimi, lavoro inesistente, cultura depressa, ambiente devastato. Il fallimento è oggi evidente a tutti, ma in realtà sussiste da anni. Un pensiero va al piano di predissesto, di cui attendiamo l’esito: come può un sindaco agli arresti domiciliari pretendere di gestire questa fase così delicata con le limitazioni alla propria libertà personale? O forse vorranno far credere ai cittadini che è meglio una giunta decimata anziché un commissario? In ogni caso è finita, è la Caporetto del PD ternano. Solo un’irresponsabile ostinazione può portare questa maggioranza a proseguire a testa bassa, trasformando in un tragico esito collettivo il loro personale suicidio politico. Tuttavia, proprio in questo momento buio per la nostra città, desideriamo lanciare un messaggio di speranza: coraggio, una nuova alba si avvicina a grandi passi. Possiamo rinascere, voltare definitivamente pagina per liberare le forze propulsive che da anni sono soffocate dal ‘sistema’. Invitiamo i cittadini a stringere i denti, manca poco e poi sarà la liberazione».

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