Ast: Aia di nuovo aggiornata. Mirino sulla discarica Valle

Terni – C’è l’autorizzazione della Regione alla richiesta della società: ok ad ingresso di rifiuti inerti post recupero rottami

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di S.F.

Nuovo aggiornamento dell’Autorizzazione integrata ambientale per l’Ast a Terni. Il mirino è sulla discarica di vocabolo Valle in relazione al recupero di rifiuti metallici per ottenere materiale End of waste. Il motivo è legato agli scarti.

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La modifica ed i materiali

L’atto è stato firmato dal dirigente della Regione Andrea Monsignori in seguito alla comunicazione di modifica non sostanziale dell’Aia del 12 dicembre 2019, acquisita da palazzo Donini lo scorso 7 aprile. Motivo? Breve passo indietro: a fine 2022 c’era stato un passaggio simile per l’attività di recupero rottami (EoW) e ora c’è un ulteriore passaggio sul tema. «Dalle attività di selezione e cernita – viene specificato – si possono produrre una serie di rifiuti costituiti da materiali estranei di grandi dimensioni (es. carta e cartone, legno, plastica, ecc.) e inerti vari di piccole dimensioni (es. ossidi, terre, materiali misti, ecc.). Tali materiali estranei, opportunamente separati, sono gestiti in regime di deposito temporaneo». Ed ecco la ragione del provvedimento: «I materiali per i quali esiste una consolidata filiera del recupero (ad es. carta, legno, plastica, metalli) sono inviati, nel rispetto dei termini previsti dalla norma, ad impianti autorizzati alla gestione rifiuti; viceversa i materiali composti da inerti vari di piccole dimensioni (es. ossidi, terre, materiali misti, ecc.) sono inviati a smaltimento».

L’AGGIORNAMENTO DELL’AIA PER L’END OF WASTE

Il quantitativo annuo di rifiuti

In discarica

Ast non ha fatto altro che chiedere l’autorizzazione in ingresso alla discarica di Valle degli inerti di piccole dimensioni citati sopra. Tutto materiale prodotto dalle attività di recupero dei rifiuti metallici. Per Regione e Arpa Umbria nessun problema: l’inserimento del nuovo rifiuto non «determina la modifica del quantitativo massimo di rifiuti conferibili né il layout impiantistico né la modalità di conferimento». Resta il tetto di 660 mila tonnellate l’anno.

 
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