Terni, asta Villa Palma: si terrà il 18 settembre

Prezzo base di poco superiore ai 2 milioni di euro. Terni Città Futura: «Il Comune sia parte attiva ora ma anche in futuro»

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Un «compendio immobiliare composto da una villa storica gentilizia, con annesso parco e terreni agricoli posti in Terni, località Colle dell’Oro, vocabolo Palmetta». È Villa Palma che, a seguito del fallimento della Spoleto Credito e Servizi, è finita all’asta come disposto dal tribunale di Spoleto ed in particolare dal giudice Roberto Laudenzi.

Villa e parco storico appartengono ai beni vincolati dalla legge 42 del 2004. Il valore di stima ammonta a 2.013.600 euro e l’asta si terrà il prossimo 18 settembre alle ore 15 presso lo studio di uno dei due curatori fallimentari della Scs, il commercialista Eros Faina (Via del Labirinto 18 – Perugia). Il prezzo base è quello indicato, con rialzi minimi di 15 mila euro. L’offerta minima, invece, potrà essere inferiore al prezzo base fino ad un quarto.

«Il Comune sia parte attiva» Circa l’asta e il destino di Villa Palma, l’associazione Terni Città Futura – che ha seguito con attenzione la vicenda dello storico bene cittadino – afferma che «si tratta di una vicenda privata ma il valore del bene in questione è valido motivo per richiedere che la neo amministrazione comunale di Terni decida di svolgere un ruolo attivo in questa fase, così come nelle future relazioni con la nuova proprietà qualsiasi essa sia. In questa fase sarebbe importante che l’amministrazione si mobilitasse per costruire, su un progetto d’uso, possibili sinergie pubblico privato in grado di raccogliere il capitale per rilevarne la proprietà. In qualsiasi fase non si tratterebbe di ingerenza ma di doveroso ruolo secondo le previsioni di piano e con un piano attuativo in vigore. L’amministrazione – prosegue Terni Città Futura – dovrà di fatto valutare un suo agire sugli aspetti di regolazione urbanistica, con la possibilità, auspicabile, di una revisione delle previsioni urbanistiche favorevoli alla dimensione collettiva dell’uso del bene e del parco nel suo insieme, magari attraverso la disposizione, se ne esistono i margini, di strumenti di perequazione. Tutto questo perchè si possa prevedere, anche nel caso di una proprietà completamente privata, che una parte possa conservarne una qualche funzione pubblica (si pensi ad esempio al solo parco)».

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