Terni: ‘baby gang’ fra aggressioni, risse e scritte. Dieci indagati

Chiuse le indagini di carabinieri e procure dei minorenni sulla ‘CC SQD’, una banda su cui gravano anche sospetti legati a furti e droga

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La sfrontatezza di minacciare e accerchiare un anziano che era insieme al nipote di tre anni e che aveva ‘osato’ chiedere cosa stessero facendo, dopo averli visti saltare sul cofano dell’auto del figlio a due passi da corso Tacito. La brutale arroganza di aggredire in gruppo un uomo di mezza età che li aveva notati mentre colpivano alcune auto durante uno dei loro raid vandalici nei pressi delle carrozzelle di vocabolo Staino. La convinzione di poter comandare, a suon di botte, su alcuni loro coetanei, picchiati o minacciati in giro per la città solo perché non gli stavano simpatici. E poi le scritte sui muri, l’uso di droga tutt’altro che episodico e infine i sospetti per alcuni furti, di abbigliamento e altri oggetti, consumati in negozi del centro e della periferia di Terni.

La ‘squadra’

Sono alcuni degli episodi finiti sotto la lente dei carabinieri del nucleo investigativo di Terni, la cui indagine – recentemente conclusa dalla procura presso il tribunale per i minorenni di Perugia – ha fatto luce su una delle cosiddette ‘baby gang’ ternane, ribattezzata ‘CC SQD’. Dieci gli indagati – quasi tutti minorenni al tempo dei fatti, focalizzati fra la fine del 2018 e il 2019 – per i reati di rissa, lesioni personali, deturpamento e imbrattamento. I giovanissimi su cui l’Arma ha voluto vederci chiaro sono per la maggior parte nati in Italia – Terni, Città di Castello, Macerata – e di origini straniere. Su dieci, solo tre sono nati e cresciuti all’estero.

I luoghi della banda

Il nome ‘CC SQD’, rivelano le indagini, trae origine dai termini ‘cicciare’ – sinonimo di ‘rubare’ per i membri del gruppo – e ‘squad’, ovvero squadra. Se i furti, almeno nel fascicolo chiuso dagli inquirenti, restano solo un sospetto, pur forte, le aggressioni e i danneggiamenti sono invece messi nero su bianco e riguardano tanto risse quanto pestaggi, come quello ai danni di un minorenne avvenuto nel febbraio del 2019. Fra i luoghi dove il gruppo era ‘di casa’, spesso imponendo la propria ‘legge’ anche a suon di scritte sui muri, figurano alcuni spazi prossimi al liceo classico e alla scuola ‘Leonardo da Vinci’, parchi cittadini e poi vocabolo Staino in periodo di luna park.

Lavoro sottotraccia

Nel corso delle indagini, i carabinieri del nucleo investigativo di Terni li hanno focalizzati uno ad uno, attraverso attività di osservazione ma pure con l’analisi di media, foto, video. Il lavoro è così finito sul tavolo della procura per i minorenni – ad eccezione di uno dei coinvolti, appena maggiorenne al tempo dei fatti – che ha tirato le fila e, in base alle risultanze, indagato i dieci ragazzi. Per i quali la stessa procura potrebbe chiedere a breve anche il processo.

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