In apparenza la notizia non ha nulla a che vedere con Terni e, chissà , forse non ce l’ha per davvero. Però quel nome – Banca Finnat Euramerica, che appare in una comunicazione della Guardia di finanza – fa suonare un campanello. Poi uno fa mente locale e il campanello diventa una sirena.

Il sequestro Perché, su richiesta della Procura di Roma, «militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza – informano le ‘fiamme gialle’ – hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente di beni (immobili, azioni, terreni) per 2,5 milioni di euro, disposto dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, nei confronti del banchiere Giampietro Nattino, presidente del Cda della Banca Finnat Euramerica Spa, con sede in Roma. Le indagini hanno permesso di accertare che Nattino ha avuto la disponibilità di depositi accesi sia presso lo IOR (la banca del Vaticano), sia presso l’APSA (Amministrazione Patrimonio Santa Sede Apostolica), rapporti entrambi chiusi nel marzo 2011, in coincidenza con l’introduzione nello Stato della Città del Vaticano della prima legislazione antiriciclaggio».
«Manipolazioni di mercato» Secondo la Finanza, «attraverso tali rapporti l’indagato, avvalendosi strumentalmente dello schermo formale e dei canali bancari/finanziari del predetto Ente vaticano, ha posto in essere una complessa operatività di borsa dal cui esame sono emerse condotte penalmente rilevanti per manipolazione di mercato, per aver compravenduto a più riprese titoli di Banca Finnat Euramerica Spa, con modalità ritenute ingannevoli, artificiose ed idonee ad alterare sensibilmente il prezzo del titolo sul mercato, avendo egli operato occultamente in borsa sfruttando strumentalmente lo schermo formale dell’Apsa, al quale sono state fittiziamente attribuite le relative transazioni. Lo stesso NATTINO, inoltre, è altresì indagato per ostacolo alle funzioni di vigilanza della Consob, avendo comunicato a Borsa Italiana e a Consob dati non corrispondenti al vero, affermando di aver acquistato dall’Apsa azioni della Banca di cui è rappresentante legale laddove tali titoli risultavano – per il tramite dello schermo dell’ente vaticano – già propri. Unitamente al Nattino risultano indagati, a titolo di concorso, anche due dirigenti che, nel 2011, guidavano l’Istituto finanziario Apsa».

Terni La Banca Finnat Euramerica era comparsa ufficialmente – sulla scena ternana – solo pochi giorni fa, quando il comitato ‘No Inceneritori’ aveva presentato il libro-inchiesta Inceneritore anonimo, nel quale era stata ricostruita la storia dell’impianto Terni Biomassa – oggetto di polemiche violentissime – fin da quando era ancora di proprietà di Tecnofin-Printer. E, ecco la sirena che suona – nel libro c’è scritto che, nel 2007, «nella compagine societaria compare un nuovo socio, la Power Energy Investments SA, una società anonima lussemburghese, a sua volta controllata da due fiduciarie anonime con sede in Svizzera e di fatto controllate dalla potentissima e segretissima Banca Finnat Euramerica». Sì, proprio quella il cui presidente è finito nella rete dalla Guardia di finanza.
«Banca estranea» Come detto, magari le storie non sono collegate e collegabili, anche perché il banchiere ha fatto sapere che si tratta di un provvedimento che lo «interessa personalmente e non riguarda Banca Finnat» ed ha dichiarato la propria «totale collaborazione con gli organi preposti, confidando nella rapida e positiva conclusione della vicenda». Ma la curiosità resta.