IL VIDEO DELLA RAPINA
Una rapina violenta e, date le circostanze, particolarmente ‘vigliacca’: è quella che – usando le parole dei carabinieri del comando provinciale di Terni – avrebbero messo a segno, ai danni di una persona invalida, un 20enne italiana (A.M. le sue iniziali) ed un tunisino di 42 anni (N.R.), arrestati martedì sera a Terni dai militari in esecuzione di un’ordinanza del gip del tribunale. L’episodio contestato, che ha visto come vittima un uomo di 51 anni, è avvenuta nel pomeriggio dello scorso 4 dicembre, nell’androne del condominio di via Porta San Giovanni 35, a Terni.
Colpito con calci e pugni
Lì – secondo quanto accertato dai militari del comando stazione di Terni – il 51enne, sofferente di una patologia che non gli consente di deambulare e parlare perfettamente, con molta fatica e appoggiandosi ad un carrellino era sceso in strada dalla sua abitazione per gettare la spazzatura ma, poco prima di rincasare, era stato colto alle spalle dall’uomo e dalla donna che, approfittando della sua condizione, lo avevano afferrato violentemente e gettato in terra. Dopo avergli chiuso la bocca con una mano, i malfattori lo avrebbero percosso violentemente con calci e pugni per non farlo dimenare, per poi riuscire infine a sfilargli il portafoglio dalla tasca, contenente documenti, il bancomat e la somma di 160 euro. Terminato il ‘colpo’, entrambi si erano dati alla fuga per le vie circostanti, facendo perdere le proprie tracce.
Svolta dalle telecamere
Con molta fatica, vista la patologia sofferta, l’uomo era riuscito a rimettersi sulle proprie gambe e a far rientro presso la propria abitazione, avvisando i propri parenti e quindi i carabinieri. Le indagini, sin dalle prime battute, non si sono rivelate semplici. L’uomo, molto scosso, con grande difficoltà ha cercato di ripercorrere i drammatici momenti della rapina, senza tuttavia riuscire ben a collocare nel tempo i fatti. Fortunatamente il condominio era dotato di un impianto di videosorveglianza; la visione delle registrazioni delle ore precedenti ha consentito ai militari di individuare i fotogrammi della rapina, avvenuta alle 16.15 circa, ben due ore prima di quanto riuscisse a ricordare l’uomo. Nei frame, seppur travisata dalla mascherina protettiva, i carabinieri hanno riconosciuto senza alcun dubbio la figura della donna, già nota per altri fatti legati al mondo delle sostanze stupefacenti, nonché quella dell’uomo, che portava gli stessi pantaloni già indossati in occasione di altre attività delittuose (particolare di strappi e scoloriture sulla parte anteriore).
Lui a Sabbione, lei ai domiciliari con una bimba
A suggello dell’identificazione della donna, i militari hanno individuato altri fotogrammi che la ritraevano: il 2 dicembre, due giorni prima della rapina, era stata convocata presso la caserma di via Radice per altra attività di polizia e, in quel frangente, indossava le stesse scarpe, lo stesso zaino e lo stesso giubbino di colore rosa. Ulteriormente, il giorno della rapina, poche ore dopo i fatti la donna si era presentata in questura per apporre la firma di controllo, poiché sottoposta alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno, indossando gli stessi indumenti seppur con il giubbino risvoltato (rimanendo visibili le profilature di colore rosa). Nel corso della perquisizione presso l’abitazione della donna in fase di esecuzione dell’ordinanza restrittiva, i militari hanno individuato l’uomo ben nascosto tra lenzuola e coperte all’interno di un letto contenitore. Al termine delle operazioni il 42enne è stato condotto presso il carcere di Sabbione, mentre la 20enne, madre di una bambina in tenera età, è stata ristretta agli arresti domiciliari, a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’interrogatorio di garanzia.
