Terni: condannato a 8 anni per l’omicidio di borgo Bovio

Samuel Obagbolo era accusato di omicidio preterintenzionale per la morte del 39enne Ridha Jamaaoui

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Samuel Obagbolo

Ridha Jamaaoui

Otto anni di reclusione: questa la pena stabilita dal gip di Terni, Barbara Di Giovannantonio, nel condannare per omicidio preterintenzionale il 27enne Samuel Obagbolo, originario della Nigeria. La sentenza è stata emessa mercoledì pomeriggio con le modalità del rito abbreviato e le motivazioni verranno depositate entro i prossimi 90 giorni. Il giovane era stato arrestato dai carabinieri di Terni in seguito alla morte del 39enne tunisino Ridha Jamaaoui, aggredito – secondo le risultanze investigative dell’Arma, con il coordinamento del pm Barbara Mazzullo – a calci e pugni al culmine di una lite per futili motivi avvenuta la sera dello scorso 27 novembre in via Romagna, nel quartiere di borgo Bovio. Mercoledì in aula l’accusa, rappresentata dallo stesso pm Mazzullo, ha chiesto una condanna a sette anni e sei mesi di reclusione. Il giudice ha condiviso tale lettura, stabilendo tuttavia una pena maggiore di sei mesi rispetto a quella sostenuta dalla procura. Il 27enne nigeriano è difeso dall’avvocato Francesco Montalbano Caracci che preferisce non commentare quanto deciso dal gip, in attesa delle motivazioni che verranno depositate. L’appello, in ogni caso, appare scontato. I risarcimenti verso i familiari della vittima dovrano essere quantificati in sede civile, intanto però il giudice ha riconosciuto provvisionali alle parti civili: 30 mila euro alla figlia della vittima, assistita dall’avvocato Paolo Cipiccia, e 10 mila euro ciascuno per la sorella, il cognato ed i nipoti rappresentati dall’avvocato Maurizio Filiacci. Alla luce della sentenza e in attesa delle motivazioni, la ricostruzione avallata dal gip sembra essere quella di due liti – in cui si è passati dalle parole ai fatti – quasi contenmporanee, di fatto avvenute nello stesso luogo ma distinte e indipendenti. La prima, fra un automobilista di nazionalità italiana ed un giovane della Nigeria che procedeva in bici lungo via Romagna: i due mezzi sarebbero entrati in collisione e allora, nei pressi di un’area di servizio, i due soggetti avrebbero pesantemente discusso, senza accordarsi su un eventuali risarcimento ‘brevi manu’, e poi si sarebbero picchiati. La seconda, fra l’Obagbolo – giunto sulla scena insieme all’amico in bici coinvolto nella prima lite – e il Jamaaoui che sembrava inizialmente spalleggiare l’italiano in auto. I due si sarebbero poi ‘separati’ dal contesto, per raggiungere un parcheggio antistante il distributore ed è lì che, per gli inquirenti, il 27enne della Nigeria avrebbe sferrato, a mani nude, quei colpi che avrebbero contribuito in maniera decisiva a causare la morte del 39enne. Questa la lettura messa nero su bianco a suo tempo dall’autorità giudiziaria, anche alla luce delle testimonianze acquisite. La stessa lettura che la difesa del giovane condannato per omicidio preterintenzionale, proverà a confutare anche nel futuro processo d’appello.

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