Terni, debiti da pagare e sogni da ‘Monopoli’

Si devono trovare tanti soldi? Facile. Si mettono in vendita i gioielli di famiglia. Ma un conto è dirlo e un conto è farlo – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Quant’è che serve? Circa quindici milioni di euro. Per l’esattezza 14 milioni 590 mila 49 euro e 93 centesimi. Ma pure i centesimi? Quelli prima degli altri, tanto più che non ci vuole tanto per trovatli. Il problema è tutto il resto.

Sono i debiti da pagare da parte del Comune di Terni per non andare in dissesto finanziario. Ma hanno un piano. Loro lo chiamano “Piano di riequilibrio finanziario pluriennale”, ma si tratta sempre di soldi da pagare mentre l’attività, comunque, dovrebbe andare avanti seppure con una maggiore oculatezza nella spesa, la limatura di qualche prezzo, il contenimento forzato di alcune esigenze che si spera non siano quelle riferite al sociale, all’istruzione e – non sembri di scondaria importanza – la cultura, sia pure non quella a pizza e birra.

Si devono trovare quei soldi? Facile. Si mettono in vendita i gioielli di famiglia.

Carta e penna. Ci vendiamo, prima di tutto, la società che gestisce le farmacie comunali: subito il 70 per cento, il che significa 6 milioni e 720 mila euro; poi, nel 2019 un altro venti per cento, e ci frutta un milione e 152 euro. E già una bella botta ai debiti gliel’abbiamo data.

E per il resto? Cediamo anche la rete dei parcheggi a pagamento a Terni Reti. Fa mezzo milione di euro l’anno per tre anni. Poi c’è il patrimonio immobiliare. Vendiamo l’ex Dicat (è l’ennesima volta e nessuno l’ha mai voluta, ma chissà…) e incassiamo (ma chissa?) un milione e 58 mila euro. Poi c’è l’area dello Staino: quella vale due milioni di euro. Adesso. Una volta fatta la variante al piano regolatore il prezzo sale. Andiamo fuori con l’accuso.

E ancora: via l’area ex Edilstart a Maratta (254 mila euro); il terreno di via Prampolini, sotto il colle di San Valentino (1.100 euro). Un fabbricato a via Tre Colonne: sono tre alloggi e valgono 241 mila euro. Poi c’è l’Ater, quello che una volta si chiamava istituto case popolari: su Terni vuole dar vita ad un progetto di riqualificazione urbana diffusa. All’Ater, gli vendiamo: una palazzina in via San Nicandro, sei alloggi, 645 mila euro; un’altra in via della Stella, cinque alloggi per 560 mila e settecento euro; l’ex scuola di Poscargano (412 mila 620 euro), la scuola di Piediluco (960 mila euro) , la scuola di via Vanzetti per duecentomila euro e poi…

E poi s’è fatta l’ora d’anda’ a letto. Metti via ‘sto Monopoli.

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