Di fronte al Riesame hanno sostenuto come non sia stato lui, lo scorso 4 dicembre, a compiere la rapina ai danni di un disabile 51enne di Terni, picchiato selvaggiamente e derubato nell’androne del suo condominio di via Porta San Giovanni. Una tesi che, avanzata daglu avvocati Bruno Capaldini e Francesco Allegretti – legali difensori del 42enne tunisino, poi finito in manette insieme ad una 20enne ternana – deve aver fatto presa sui giudici. Tanto che il ricorso è stato accolto e l’uomo, in carcere dall’inizio di gennaio, è stato rimesso in libertà.
La tesi
In particolare i difensori del 42enne hanno spiegato come fra la descrizione resa dalla vittima della rapina e i tratti del proprio assistito, che si è sempre proclamato estraneo alla vicenda, non vi fosse alcuna corrispondenza. Almeno non tale da condurre ad una identificazione certa che fosse lui, insieme alla complice, l’autore del grave gesto che ha fruttato ai rapinatori 160 euro. Ricostruzione basata anche sugli indumenti indossati dal tunisino, non ricollegabili direttamente, secondo la difesa, a quelli dell’uomo immortalato dalle immagini delle telecamere, poi acquisite dai carabinieri per sviluppare l’indagine. Per capire precisamente perché il Riesame abbia deciso di restituire la libertà al 42enne, bisognerà comunque attendere le motivazioni. La seconda persona arrestata, la 20enne ternana, si trova invece ristretta ai domiciliari presso una comunità.