Terni, illuminazione pubblica: scontro a 360 gradi. Si muovono Asm e sindacati

Giovedì confronto in commissione sul passaggio a Engie. L’assessore Maggi: «Asm ha dormito». Le minoranze: «Si smonta un pezzo di partecipata». Missiva della società

Condividi questo articolo su

di S.F.

Un passaggio delicato che non poteva non creare lo scontro a palazzo Spada e così è stato giovedì mattina in una lunga – iniziata in ritardo perché non c’era il numero legale fino alle 11.22 e poi terminata dopo due ore – I commissione consiliare. Alla fine c’è il voto favorevole al nuovo metodo di affidamento per l’illuminazione pubblica sul territorio comunale: sarà novennale per un canone complessivo di oltre 23 milioni a favore dell’Rti con Engie/Hera, come prevede l’adesione alla gara Consip decisa da palazzo Spada. Da quanto appreso a gestire il tutto sarà la sola Engie. Sempre che tutto fili liscio. Respinta la richiesta di audizione dell’amministratrice delegata di Asm, Tiziana Buonfiglio.

I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE DA 23 MILIONI CHE VUOLE IL COMUNE

Claudiani e Maggi

Maggi: «Asm? Proposta mai arrivata dal 2022»

Gran parte del dibattito è ruotato intorno alla famosa missiva dell’Agcm – 3 maggio 2022 – dove, in sostanza, veniva fatto presente che con Asm non si poteva proseguire. Almeno con questa modalità. Fatto sta che in ogni caso era stata esposta la chance di andare avanti con la società partecipata attraverso un project financing: «Asm non era più in house e mancavano i requisiti, a tal punto da ritenere illegittimo l’affidamento diretto per l’illuminazione pubblica. E per Asm questo settore – le parole dell’assessore ai lavori pubblici Giovanni Maggi – ha un valore residuale sul business, pari allo 0,8%. E il 28 settembre 2022 il Comune ha deciso di procedere con Terni Reti. E da Asm non c’è stata alcuna proposta di project financing. O gara europea o adesione Consip, ma per la prima ci volevano almeno nove mesi. E l’offerta Consip è conveniente». Citata anche la proposta Enerstreet del 2015 nel riepilogo generale.

AGOSTO 2022, LO STOP PER ASM: SCELTA TERNI RETI
OSPEDALE TERNI-ENGIE, LO SCONTRO DA QUASI 2 MILIONI DI EURO

Parte della missiva Asm

Lo scontro: «Smontate la partecipata». La missiva Asm

Maggioranza a tutta per cambiare lo stato dell’arte, minoranze in difesa di Asm. A partire da Marco Cecconi (FdI): «Parliamo di 20.550 pali, di cui 6 mila già trasformati da Asm. Che è proprietaria della rete e delle cabine. Ricordo inoltre che Asm è del Comune al 55% e il parere Agcm non è vincolante. C’è stata una comparazione per verificare la convenienza effettiva? Il contratto con Asm scade nel 2050 e andrebbe risolto consensualmente, la risoluzione unilaterale provocherebbe un contenzioso e non per pochi spiccioli. Perché si priva di fatturato una propria società invece di rilanciarla? Così smontiamo un pezzo della nostra partecipata». Anche Francesco Maria Ferranti si è fatto avanti: «Se si deve modernizzare la rete, per quale motivo non si valuta la società che è patrimonio del Comune? Ci lavorano 400 persone ed è un dato che potrebbe essere messo in discussione. Ed entro metà dicembre Asm ha comunicato di voler presentare un modello per lo sviluppo della rete. Il Comune ne è al corrente da tempo». Stesso discorso per Valdimiro Orsini (Terni Masselli sindaco): «Mostrateci la valutazione degli uffici per la convenienza. Che impatto ci sarà per Asm? La società vuole proporre al Comune un project. L’amministrazione facendo così indebolisce una sua società». Si va per le lunghe e anche Pierluigi Spinelli (PD) si mostra dubbioso. Nel contempo viene messa a disposizione – umbriaOn ha potuto visionarla e ne pubblica una parte – la comunicazione Asm a firma dell’Ad Tiziana Buonfiglio.

3 MAGGIO 2022, ASM-ACEA: STOP AGCM SU ILLUMINAZIONE PUBBLICA

Ferranti e Cecconi

Il no alla Buonfiglio e la convocazione del consiglio

Poi accade un fatto che fa scattare di nuovo le minoranze. Nel bel mezzo della commissione – quindi senza avere il parere – arriva la convocazione del consiglio comunale per mercoledì 29 novembre: bagarre e richiesta di sospensione di dieci minuti da parte di Raffaello Federighi (AP). Finita la breve pausa, è Maggi ad aver contrattaccato: «Dall’avvio dell’affidament a Terni Reti non ci si è preoccupati di verificare. Il consiglio comunale nel 2022 ha deciso di percorrere questa strada. Oggi Asm si sveglia dopo la nostra delibera, altrimenti per un anno e mezzo hanno dormito, sapevano tutto dal maggio 2022. E per la gestione delle cabine la storia non sarebbe cambiata anche con Terni Reti. Tutto strumentale ciò che state dicendo». Sponda maggioranza c’era fretta di chiudere: «Che piaccia o no, oggi deliberiamo. Sì, il Comune è ancora socio di maggioranza di Asm, ma non abbiamo la governance. Una situazione che abbiamo ereditato», la replica di Federighi. Nel contempo Ferranti chiede di poter audire la Buonfiglio stessa, ma AP dice no e salta la possibilità. «Quale vendetta dovete consumare su Asm? Il buon senso direbbe di approfittare degli spazi che lascia il parere dell’Agcm». Si tira dritto e poco dopo le 13 c’è la votazione. Ad assistere alla diatriba anche il responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Nazareno Claudiani.

Il canone complessivo

Rsu Asm e sindacati in tackle

Nel primo pomeriggio di mercoledì si muovono formalmente anche i sindacati (Cisl, Flaei Cisl) e le rsu di Asm: «In questi giorni l’Asm è finita, suo malgrado, nell’occhio del ciclone. A mettercela è stata il Comune di Terni che detiene la maggioranza delle quote azionarie. Come Cisl, Flaei Cisl e Rsu Asm se da una parte sottolineano la legittimità dell’amministrazione comunale a ricorrere alla convenzione Consip, dall’altra evidenziano la contrarietà all’esternalizzazione del servizio di illuminazione pubblica, ricordando che Asm svolge questa attività fin dal 1964. Appaltare ai privati i servizi pubblici è una pessima idea, strutturalmente anche più costosa della gestione diretta, un errore probabilmente motivato solo dal pregiudizio secondo cui il privato è più efficiente, veloce e innovativo rispetto al pubblico. La ‘maggiore efficienza’ deriva molto spesso dalla possibilità di spremere di più i lavoratori attraverso l’uso del subappalto con contratti di lavoro a volte peggiorativi. Una corretta – scrivono – gestione richiede investimenti e controlli che il socio di maggioranza può, anzi deve esigere e richiedere ad Asm per meglio organizzare i servizi a tutela dei cittadini e dei lavoratori. Comune vs Asm, della serie la rivisitazione di Caino contro Caino. Il Comune dimentica di essere proprietario di Asm Terni Spa per il 55%? Il Comune pensa alle conseguenze occupazionali del personale impiegato nella pubblica illuminazione con la sottrazione del servizio? Il Comune conosce il problema di promiscuità degli impianti della pubblica illuminazione con quelli di bassa tensione? Il Comune pensa ad un’alternativa diversa dalla logica del profitto a favore dell’occupazione e benessere delle aziende del territorio? Che fine ha fatto la valutazione sulla proposta di partenariato pubblico-privato? Ancora una volta, poi, sottolineiamo come scelte che hanno ripercussioni sulla gestione dell’azienda, dei lavoratori e dei cittadini, non vengano preventivamente analizzata, socializzate e discusse con le organizzazioni sindacali; che auspicano nel più breve tempo possibile di essere convocate. Le trattative si fanno nelle sedi opportune, non pubblicando post seduti magari su qualche divano». Ora lo scontro si sposterà in consiglio.

Il Pd: «Frettolosa e inopportuna»

Interviene anche il gruppo consiliare del Pd: «Riteniamo incomprensibilmente frettolosa ed inopportuna la scelta dell’amministrazione comunale di ricorrere alla convenzione Consip, per la gestione esternalizzata – puntualizza Francesco Filipponi, il capogruppo – del servizio di illuminazione pubblica, ricordando che Asm svolge questa attività fin dal 1964. Occorre a nostro avviso tenere in considerazione come primo assunto il parere non vincolante dell’autorità garante della concorrenza, nel quale si sostanzia che pur senza una gara aperta, nella gestione da parte di Asm è comunque garantito un sufficiente livello di trasparenza e pubblicità ai sensi del d.lgs. 50/2016, è stato infatti sollecitato il mercato attraverso la pubblicazione dell’avviso di indizione della procedura, oltre la verifica di interesse del mercato da parte di un advisor. Serve poi a nostro avviso ascoltare i vertici di Asm, anche e soprattutto a seguito della missiva di Asm inviata in data 20 novembre, nella quale si sottolinea che l’iter avviato dall’amministrazione, potrebbe essere soggetto a censure di legittimità. Per di più esternalizzare ai privati i servizi pubblici è una pessima idea, in questo caso anche sicuramente più costosa della gestione diretta così come risulta dallo storico di bilancio. Le conseguenze dal punto di vista occupazionale per l’As, potrebbero essere assolutamente negative, con la perdita di diversi posti di lavoro, in un contesto economico cittadino particolarmente fragile; è necessario a nostro avviso, non procedere il prossimo 29 novembre, all’approvazione dell’atto, al fine di evitare gravi pregiudizi per Asm e per le casse del comune».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli