Terni, è stato di agitazione in Comune

Per il riconoscimento delle indennità di disagio ai Sec, i sindacati: «Assessori e dirigenti inefficienti»

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Si rompe la trattativa a palazzo Spada, tra amministrazione e sindacati, sull’indennità di disagio per le operatrici dei servizi educativi comunali (Sec): Cgil Fp Terni Umbria, Uil Fpl Terni, Cisl Fp Umbria, Csa e rsu del Comune di Terni hanno infatti proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori. I rappresentanti sindacali contestano l’incremento dell’indennità destinata alle operatrici – ritenendo che verrebbero così create forti disparità con gli altri dipendenti -, il Comune è invece pronto ad andare per la sua strada unilateralmente.

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La dura presa di posizione

«Dopo mesi di incontri completamente infruttuosi – scrivono sindacati e rsu – sui problemi dei vari servizi dell’ente, dove abbiamo sempre cercato soluzioni che garantissero la migliore qualità per gli utenti, la volontà espressa nella trattativa di venerdì mattina dall’amministrazione di procedere unilateralmente è inaccettabile e di una gravità mai registrata prima nella storia sindacale dell’ente». Per Cgil Fp Terni Umbria, Uil Fpl Terni, Cisl Fp Umbria, Csa e rsu è «evidente il tentativo di coprire I’assoluta inefficienza ed inaffidabilità di assessori e dirigenti con atti di arroganza che, tra l’altro, non fanno altro che esasperare un clima conflittuale tra i lavoratori già forte a causa dell’assoluta mancanza di una politica del personale e dei servizi e una tristemente confermata incapacità gestionale».

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La questione

L’indennità di disagio dei Sec è stata aumentata da 1 a 5 euro al giorno lavorativo, perché secondo l’amministrazione (e altri sindacati), il personale educativo avrebbe effettuato la prestazione lavorativa entro mutate condizioni a causa del Covid-19. Le sigle che hanno indetto lo stato di agitazione contestano invece che si tratti di un ‘artificio contrattuale’ per compensare l’errore relativo al riconoscimento, sempre al personale Sec, dell’indennità di turnazione delle educatrici, questa ‘non dovuta’. Una soluzione che comporterebbe un onere sugli altri dipendenti attraverso il fondo comune per il salario accessorio.

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