Terni, finto addetto dell’acqua svaligia appartamento a Gabelletta: il racconto

Il fatto è accaduto giovedì mattina in via del Mesale. «Il soggetto indossava una tuta nera ed era italiano». Indagini in corso

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«Buongiorno, sono un addetto dell’acqua. Qui fuori c’è una perdita e dobbiamo chiudere i rubinetti per controllare la tubazione». Così l’uomo si è presentato giovedì mattina, fra le ore 9.45 e le 10, ad una donna ternana di 83 anni che vive in via del Mesale, a Gabelletta. Alla fine il soggetto, un finto operatore, si è portato via collane, anelli, circa 500 euro in contanti e alcuni buoni postali nominativi. A raccontare l’accaduto è il genero della signora, che vive da sola e viene descritta come una donna «molto lucida, attiva, presente».

La ricostruzione

L’uomo che ha suonato al campanello – spiega il genero – «secondo quanto mi è stato riferito, era brizzolato, alto 1 metro e 75/1 metro e 80 circa e italiano, non sembrava avere un accento marcato o particolare. Vestiva una tuta nera. Quando è salito in casa, ed a mia suocera abbiamo sempre raccomandanto di non aprire a nessuno, portava con sé un oggetto di colore scuro che quando si è avvicinato al rubinetto ha iniziato a suonare, forse era un metal detector. Oltre all’acqua, ha disattivato la corrente e staccato ogni presa, accertandosi che tutti i rubinetti fossero chiusi. Poi le ha detto: ‘Se ha dell’oro in casa, lo metta in un contenitore in un luogo fresco, come il frigorifero, che i tubi dell’acqua sono di amianto e possono rovinare l’oro’. Così lei ha fatto ma, quello che mi pare strano, è che si tratta di una donna molto presente a sé stessa. E invece ha ubbidito senza sindacare: non vorrei che sia stato usato qualcosa per ‘sedarla’, stordirla».

Denuncia e indagini

L’azione del malvivente, in costante contatto telefonico e viva voce con un complice, probabilmente in attesa all’esterno dell’abitazione, si conclusa nel giro di una decina di minuti. «Alla fine ha detto a mia suocera: ‘Ora apra l’acqua del bagno’. Lei lo ha fatto e quando è tornata, del finto addetto non c’era già più traccia». Gli indizi, oltre quelli citati, parlano di un’autovettura – una berlina – di colore grigio chiaro, con sopra delle staffe di color argento, con la quale il soggetto è ripartito insieme al complice. «Parliamo di persone del mestiere, che studiano questi ‘colpi’ valutando ogni dettaglio, in un certo senso dei professionisti – afferma il genero dell’83enne -. Il fatto che abbia parlato a lungo al telefono con il complice, mi fa pensare che ci siano ancora tracce della chiamata nei database dei gestori. Ovviamente è stata sporta denuncia e ora speriamo che, anche con l’ausilio di immagini di telecamere della zona e testimonianze, si riesca a risalire ai responsabili».

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