di S.F.
Un progetto che prevede la messa a dimora di 173 nuove alberature, la maggior parte delle quali – 145 – ad alto fusto. Gli altri sono cespuglioni. Il tutto per un costo di 100 mila euro con scelta in «base a requisiti di pronto effetto, trattandosi generalmente di ‘soggetti’ con circonferenza compresa tra 16/18 centimetri in contenitore di adeguate dimensioni e cespugli di altezza tra 1,5-2 metri». È ciò che prevede la variazione approvata per la forestazione urbana a Terni: la firma del dirigente Piero Giorgini va a cambiare ciò che era destinato in origine. Della questione se ne occupa l’Afor in attuazione della delega di funzione conferita da palazzo Spada.
Dal dicembre 2020 alla variazione
Breve passo indietro. La determina originaria per l’approvazione del progetto originario – in giunta passò nell’estate 2020 – è del 4 dicembre 2020 con impegno del mutuo da 100 mila euro: erano previste alberature al parco Città Verde, la scarpata di via Donatori di Sangue, via Borsi, l’area della scuola di Campomaggiore, la scuola Alterocca e la Teofoli. Invece no. Tutto dovuto alla rimodulazione del quadro economico degli interventi di forestazione urbana del marzo 2021 e la successiva variazione della distribuzione delle essenze arboree che l’Agenzia forestale regionale ha inviato al Comune lo scorso 7 dicembre. Ora c’è la chiusura del quadro.
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Cosa è previsto
Ci sono delle novità rispetto al piano originario. Nella proposta di variante risultano 33 piante ad alto fusto per il parco Città Verde, 2 per piazza Solferino, 47 in via Borsi, 3 in via del Cassero, 25 nell’area della scuola di Campomaggiore, 10 all’Alterocca e 25 alla Teofoli. I 28 cespuglioni (viburni, melograni e oleandri) sono previsti invece tra via Turati e via Rossini. Tilia, acero campestre, bacolaro, leccio ed il ciliegio le specie indicate da Afor.
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M5S attacca, Salvati replica
Proprio dell’argomento verde si è parlato martedì pomeriggio durante il question time. Ad attaccare l’amministrazione sono stati i consiglieri comunali del M5S, con il capogruppo Federico Pasculli – esposta l’interrogazione – che ha ricordato alla Salvati del rapporto ecosistema 2021 di Legambiente: «Terni è tra le ultime città per numero di alberi ogni 100 abitanti in area di proprietà pubbliche, 14 contro i 190 di Cuneo ed i 29 di Perugia. Il Comune è sempre più in basso per la qualità dell’aria, il rapporto certificato totale delle politiche della Lega fondata sul negazionismo ambientale. La città ha perso 5 mila alberi in tutto il territorio comunale». Il vicesindaco ha tirato in ballo i dati messi a disposizione dagli uffici tecnici e non solo (di mezzo anche le operazioni dei vigili del fuoco): «Gli abbattimenti dal giugno 2018 sono stati 661, mentre gli alberi messi a dimora superano le 1.430 unità. Un dato in aggiornamento in questa stagione invernale procederemo con nuove piantumazioni per le quali ci sono già i fondi». Un confronto destinato a proseguire, specie sulla questione ambientale.