«Nei giorni scorsi la stampa locale ha dato giustamente risalto alla notizia che la raccolta differenziata a Terni ha registrato una crescita significativa: in circa 8 anni si è passati dal 50 al 78%, un risultato sicuramente importante, frutto dell’impegno di una molteplicità di soggetti, azienda, istituzioni, cittadinanza, associazionismo. Sono stati ricordati dunque il progetto ‘Differenziamoci’, promosso dall’azienda, guidata dall’amministratore delegato Buonfiglio così come l’adozione di nuove tecnologie sviluppate con l’esperienza del neo presidente Ghione. Eppure in questa ricostruzione manca qualcosa, perché i rifiuti non arrivano da soli dalle case dei cittadini e dalle aziende ai centri di raccolta. Aver dimenticato di menzionare i lavoratori che, sia quando diluvia che nelle torride giornate estive, garantiscono un servizio essenziale, è una dimenticanza che non si può non stigmatizzare».
Asm esulta: «78,45% di differenziata. Siamo il best player in Umbria»
Ad affermarlo è la Fp Cgil di Terni che in questi giorni è in attesa di un incontro con Asm nel quale rinnoverà alcune richieste: «Un aumento dell’organico a partire dal personale interinale, di un investimento sui mezzi ormai ridotti ai minimi termini che comportano esagerati costi di manutenzione, di un investimento sulle strutture adibite a spogliatoio, promesso ormai da tempo, e di una razionalizzazione dei carichi di lavoro con una equa distribuzione dei sacrifici».
É di questi giorni inoltre l’avvio di un bando di gara di Asm riservato alle cooperative di tipo B, che impiegano lavoratori svantaggiati. «Lavoratori che – osserva la Fp Cgil di Terni – oltre a dover affrontare un lavoro usurante, si vedono applicato un contratto sicuramente meno conveniente rispetto a quello che si applica ai lavoratori dell’igiene ambientale, con il risultato che avremo colleghi che a parità di orario percepiscono stipendi sensibilmente diversi».
«La raccolta porta a porta può essere senza dubbio una modalità green della gestione dei rifiuti – aggiunge il sindacato – ma questa modalità comporta inevitabilmente maggiori carichi di lavoro e anche problemi di salute importanti per il personale, come testimoniano già le numerose prescrizioni del medico competente di Asm. Risulta evidente, quindi, come sia sempre più necessario avviare modifiche e aggiustamenti alla modalità di raccolta, a partire dalle isole ecologiche, magari prevedendo nel tempo anche una riduzione delle tariffe a carico dei cittadini».