‘Gruber social housing’ Nuovo tentativo

Terni – La proposta progettuale da 15 milioni per l’area è pronta: mirino sul finanziamento messo a disposizione dal decreto Mit per rigenerazione e riqualificazione

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L’ingresso

Un decreto interministeriale – coinvolto il Mit – che mette a disposizione oltre 850 milioni di euro fino al 2033 per la riqualificazione e l’incremento del patrimonio residenziale sociale, la rigenerazione del tessuto socio-economico, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi/immobili pubblici. Il tutto con l’obiettivo di «migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini»: questo in sintesi ciò che prevede il ‘Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare’, sul quale il Comune di Terni prova ad appoggiarsi per mettere mano all’area dell’ex Gruber da circa 45 mila metri quadrati, inserita – senza esiti concreti al momento – nel Piano periferie.

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Pronto il progetto

Il primo passo per richiedere il finanziamento è presentare una proposta progettuale al ministero e in tal senso venerdì è previsto il via libera dalla giunta considerando che il termine per la presentazione al Mit è in scadenza. Si parla di ‘Gruber social housing’. Non una novità assoluta in realtà: già nel Documento unico di programmazione 2017-2019 c’era un passaggio sul recupero del complesso per la realizzazione di ‘Terni social housing’ – edilizia residenziale pubblica – con «ricerca di finanziamenti pubblici extra comunali e privati». A distanza di tempo e con un Piano periferie di mezzo rispunta questa tipologia di sviluppo.

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Lo sviluppo ed il passato 

Il contributo massimo per singolo ente è di 15 milioni di euro ed il programma finanzia le spese per la progettazione, la direzione dei lavori ed il coordinamento della sicurezza durante l’esecuzione, nonché il collaudo. Due gli step previsti: una prima trasmissione di una proposta preliminare con la descrizione della strategia complessiva e una seconda riguardante il progetto finale. Per quel che concerne il Piano periferie erano inseriti due milioni di euro per le riqualificazioni dell’edificio ex filatura e dell’ex casa del custode. Nel corso del tempo non si è concretizzato nulla, se non il costante degrado e abbandono – le segnalazioni dei residenti non sono mancate – che da anni caratterizza la zona.

Quartiere residenziale sociale. I protocolli d’intesa

Si punta ad un nuovo quartiere residenziale sociale: «Per cogliere questa opportunità – le parole dell’assessore ai lavori pubblici Benedetta Salvati – l’amministrazione comunale ha ritenuto di realizzare un progetto complesso e ambizioso che tiene conto di aspetti ambientali, urbanistici e sociali e s’inserisce perfettamente nell’obiettivo più volte enunciato dal sindaco Leonardo Latini, anche attraverso gli strumenti programmatori dell’ente, di costruire una città più verde, intelligente, dinamica e innovativa. Un elemento questo delle molte e importanti adesioni che abbiamo ricevuto che rafforza in sede concorsuale il nostro progetto per il quale non posso che ringraziare, per l’entusiasmo e la professionalità, tutti i dipendenti comunali delle direzioni coinvolte e in particolare dalla direzione lavori pubblici coordinata dall’architetto Giorgini». Il finanziamento – viene specificato – è di 15 milioni e «insieme agli interventi del già previsti per l’area nel Piano Periferie, coprirebbe la realizzazione completa del progetto». Il progetto è inoltre in fase di invio alla Regione per l’inserimento nel Pnrr (Recovery Plan) in quanto «pienamente centrato sugli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza». In sintesi «l’intervento intende rigenerare l’area dismessa fortemente degradata attraverso una generale ri-funzionalizzazione, recuperando immobili di grande pregio storico ed architettonico, senza ulteriore consumo di suolo». Alla proposta hanno aderito la questura, l’Ater, l’Arpa, Asm, l’istituto comprensivo De Filis e l’istituto tecnico-economico Casagrande-Cesi: con tutti sarà sottoscritto uno specifico protocollo d’intesa.

Gli alloggi e gli orti urbani

Da palazzo Spada inoltre viene evidenziato che gli «alloggi saranno destinati soprattutto a giovani, principalmente in locazione. Il progetto tiene conto così di una serie di fattori che, nel corso degli ultimi anni, hanno fatto emergere un nuovo problema abitativo dovuti al precariato, alle nuove modalità di lavoro, alle crescenti difficoltà delle giovani coppie, all’abbassamento dei redditi. Il social housing rappresenta un’opportunità per dare risposte a questi mutamenti, per contribuire con strumenti innovativi ad aumentare l’offerta di alloggi in locazione a canone calmierato. Oltre a questo, attraverso il progetto si mette a disposizione di chi abiterà nelle nuove strutture una serie di servizi innovativi che vanno dalla gestione comune dell’energia e dei rifiuti (anche attraverso il compostaggio di comunità), al car sharing, ad aree comuni di lavoro e di svago, con l’attivazione di strumenti di partecipazione e collaborazione, come ad esempio il portierato sociale. Nel progetto sono inoltre stati previsti spazi per gli orti urbani e per i rain garden (verde tecnologico), playground, una passerella sul fiume per l’accesso al parco fluviale. Inoltre potrà essere realizzato un edificio destinato a Centro documentazione sulla sostenibilità ambientale con una eco-ludoteca, aule didattiche per le scuole e a anche un caffè letterario verde oltre a spazi per alcune attività commerciali di prossimità». C’è poi la promozione del concetto della ‘città dei 15 minuti’, sulla possibilità «di poter fruire di una serie di servizi che consentano una elevata qualità della vita, a poca distanza dalla propria abitazione». Nuova sfida lanciata. L’Agenzia del demanio ha dato la propria disponibilità a mettere a disposizione le aree di sua proprietà.

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