Villaggio Matteotti tra ‘vuoto’ e degrado: perenne allarme

Terni – Sopralluogo della I commissione giovedì mattina tra via Patrizi e via Aleramo: rebus tra spazi comunali, privati e CDP. L’sos: «Situazione non più sostenibile»

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di S.F.

Dignità, vivacità e piena funzionalità che allo stato attuale – la situazione è così da anni e ciclicamente se ne torna a parlare senza tuttavia interventi risolutivi – non ci sono. L’obiettivo è ridare tutto ciò al Villaggio Matteotti: per questo motivo giovedì mattina si è svolto un lungo sopralluogo della I commissione consiliare nell’area di via Maddalena Patrizi e via Sibilla Aleramo, a pochi passi dal parco intitolato a David Raggi. Tra locali comunali e di Cassa depositi e prestiti abbandonati, degrado e infiltrazioni d’acqua i problemi mancano: ci hanno pensato l’architetto Alessio Patalocco (presidente del centro studi De Carlo), l’amministratore di condominio Leonardo Bartolozzi e Gianni Aniballi a ricordarli per tentare di smuovere le acque. L’ultimo appuntamento c’era stato lo scorso marzo alla presenza dell’ex vicesindaco Giuli. Assenti gli assessori al patrimonio Orlando Masselli e il collega all’urbanistica Federico Cini.

IL QUARTIERE EDUCATTIVO PER L’AREA – DOCUMENTO

Situazione complicata

Tutto nasce da un atto di indirizzo a firma del consigliere di Terni Civica Michele Rossi per ridare una progettualità al quartiere. Il ‘puzzle’ è quantomeno particolare: da un lato ci sono i locali di CDP – area ex asilo, l’idea è di crearci una biblioteca legato all’istituto scolastico Marconi – in vendita, dall’altro lato degli spazi comunali con tanto di infiltrazioni d’acqua e necessità di dare una sistemata alla copertura per via di una tromba d’aria che ha creato danni. Obiettivo? Ripristinare il centro sociale e sviluppare un polo dell’architettura. Non solo. A ciò si aggiungono ulteriori quattro box, due di privati e altrettanti di CDP: in questo caso la soluzione prospettata da Patalocco e Aniballi è di metterli a disposizione in affitto a giovani artisti e professionisti. In linea di massima il contesto non favorisce, serve un intervento di una certa rilevanza: «L’ultima volta che è stata data ad un’associazione risale al 2008-2009», è stato sottolineato. In loco anche due tecnici di palazzo Spada, gli architetti Angelo Baroni e Sabrina Belli dell’ufficio patrimonio.

L’SOS PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA – VIDEO

Non cambia nulla

In un primo momento era previsto l’acquisto da parte del Comuni degli spazi CDP. Non è accaduto nulla di tutto ciò. E ora la situazione è quella che è, in particolar modo per l’area comune di passaggio condominiale: tra scritte sui muri, sporcizia e atti di vandalismo non è proprio un bel vedere. «La situazione così non è più sostenibile», è stato detto ai commissari presenti. «Oltre alle singole problematiche – ha puntualizzato Rossi nell’atto – che possono emergere da ogni sopralluogo su di una parte di città che richiama giustamente attenzione e cura, per il Villaggio Matteotti di De Carlo esiste la necessità di intervenire con una progettualità più articolata che possa ridare dignità e vivacità ad un luogo che è nella storia dell’architettura; è spesso meta di giovani architetti, studiosi di storia del novecento e studenti di scuola superiore in gite d’istruzione. I progetti sono nei cassetti, ce ne è uno di una precedente amministrazione che non hai mai trovato realizzazione». Si parla del 2014: «Approvato per la valorizzazione, richiamava concetti di rete, condivisione, partecipazione, protagonismo, identità, cultura, socialità, crescita, creatività e futuro. L’obiettivo era quello, ed è ancora potrebbe essere lo stesso a distanza di sette anni con una situazione comprensibilmente peggiorata con il trascorrere inutilmente del tempo, di implementare l’offerta dei servizi di tutto il quartiere, non solo il villaggio, attraverso una gestione a rete di più soggetti (si trattava del centro sociale Matteotti, istituto comprensivo Marconi, la cooperativa Actl, il gruppo Scout Terni 1.

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Ciò che non è stato

Nel villaggio – l’idea originaria – avrebbero trovato sede «varie attività previste ovvero il polo culturale (presso l’ex asilo da destinare a biblioteca di quartiere, destinata ai giovani), il polo dell’architettura (sala comunale  via Sibilla Alleramo da destinare a Centro documentazione e studi su Giancarlo De Carlo in collaborazione con lo Iuav di Venezia e di altre università), il polo della musica (presso uno degli ex locali commerciali, per l’educazione musicale di bambini e ragazzi), il polo dell’integrazione (locale destinato a centro psicopedagogico coopertativa Actl), il polo dei laboratori (presso ex locali commerciali, con attività artigianali e professionali), il polo del commercio sostenibile (presso l’ex supermercato), il polo della formazione (presso la sede del centro sociale, per attività culturali e formative) e il polo della socialità (pertinenze esterne)». Niente da fare. «Ad oggi il degrado di quegli spazi continua ad avanzare facendo dello stesso villaggio sempre più un quartiere dormitorio contrariamente alle originarie intenzioni di quella architettura partecipata che ne voleva fare un quartiere a misura delle esigenze degli abitanti e della loro socialità». Del tema se ne parlerà in consiglio comunale. Per ora la soluzione è lontana.

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