Terni, inchiesta Spada: «Anac ignorata»

Marco Cecconi (FdI-An): «Il personale sotto indagine dovrebbe ruotare all’interno dell’ente, ma il Comune ignora le disposizioni dell’autorità anti corruzione»

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Marco Cecconi

di Marco Celestino Cecconi
Consigliere comunale di FdI-An a Terni

A sette mesi di distanza da quando ho richiesto la discussione di un atto di indirizzo proprio su questo tema (discussione subito negata dalla maggioranza) ed a quattro mesi di distanza da quando ho presentato, nel febbraio scorso, un’interrogazione alla quale non ho ancora ricevuto risposta, il problema della mancata rotazione del personale comunale sotto inchiesta, in aperta violazione di quanto prescrive il Piano Nazionale Anticorruzione adottato dall’ANAC l’anno scorso, è rimasto tale e quale.

L’INCHIESTA SUL COMUNE DI TERNI

Anzi, la sua entità si è naturalmente aggravata: dato che, rimanendo esattamente al proprio posto, tutti coloro che sono stati coinvolti nell’ “operazione Spada” hanno continuato ad occuparsi delle medesime questioni oggetto dell’indagine della Procura. Di più: la mancata rotazione, che pure per l’ANAC è obbligatoria, ha prodotto fra le altre conseguenze la paralisi totale quando, per settimane, taluni tra i dirigenti e i funzionari implicati nell’inchiesta sono stati addirittura raggiunti da provvedimenti interdittivi dei pubblici uffici.

Il fatto che, poi, il Tribunale del riesame abbia rievocato quei provvedimenti non modica in alcun modo il quadro accusatorio: e resta assolutamente inspiegabile, illegittimo e gravissimo il fatto che non si provveda al più presto a dare applicazione alle disposizioni dell’ANAC.

È questo il motivo per il quale abbiamo riproposto in questi giorni una nuova interrogazione al Sindaco, che chiediamo venga discussa al più presto ora che (ripristinata in qualche modo la composizione minima della giunta) dovrebbero riprendere anche le sedute del consiglio comunale.

In assenza di risposte rapide e, soprattutto, concrete, provvederò io stesso ad informarne l’ANAC: alla quale il Piano (cosa che, chissà perché, a Palazzo Spada fingono di ignorare finché dura) attribuisce espressamente anche poteri sostitutivi.

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