Terni, traliccio da 30 metri dietro lo stadio: riaperta procedura

La Inwit non molla dopo la chiusura negativa della conferenza di servizi a settembre. In ballo la realizzazione di una nuova infrastruttura per le comunicazioni elettroniche

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di S.F.

Per Gabelletta è andato tutto più o meno liscio – ma c’è il comitato di cittadini sul piede di guerra contro il Comune per la mancanza di delucidazioni sul tema – a livello di procedure autorizzative. Un po’ più tortuosa invece la strada per il progetto di una nuova infrastruttura per comunicazioni elettroniche con palo portante da trenta metri e predisposizione per una futura ospitalità degli operatori telefonici: protagonista è la Inwit S.p.A., la società milanese che da mesi ha avviato l’iter per realizzarla alle spalle della curva San Martino, nell’area dello stadio Libero Liberati.

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L’area individuata

Cosa è successo

Breve passo indietro. L’iter è partito lo scorso maggio quando la Infrastrutture wireless italiane S.p.A. ha presentato l’istanza per il procedimento utile alla realizzazione del traliccio – palo poligonale porta antenne e parabole di 30 metri – nell’ambito dell’organizzazione territoriale del servizio di telefonia cellulare. Come? Attraverso l’installazione di tecnologie avanzate. Fin qui nulla di particolare e convocazione successiva della conferenza di servizidopo che la direzione pubblici del Comune ha dato il via libera alla disponibilità dell’area. L’inghippo nasce per una motivazione tecnica: in sostanza la società milanese dichiarò all’epoca che l’endoprocedimento per le antenne trasmissive sarebbe stato oggetto di una futura richiesta (con relativa Scia) di altri operatori del settore. Dunque niente acquisizione dei pareri urbanistici e dell’Arpa in questa fase. Ma non è proprio andata così. E l’autorizzazione unica non è arrivata.

L’Arpa stoppa tutto

Lo scorso settembre l’Arpa, appoggiandosi ad una comunicazione del Mise, ha fatto presente che la questione è diversa: «Anche laddove – si legge nella missiva a firma del direttore dell’area dipartimentale Umbria sud, Francesco Longhi – si tratti della installazione della sola struttura portante destinata ad ospitare le future installazioni di apparati radioelettrici non può che trovare applicazioni unicamente la normativa speciale di cui al codice delle comunicazioni elettroniche». Ovvero con il riconoscimento del carattere «omnicomprensivo all’autorizzazione prevista dal decreto legislativo 259/2003, esteso a tutti i profili connessi alla realizzazione e l’attivazione degli impianti, inclusi quelli urbanistici ed edilizi». In sintesi significa che il richiedente, la Inwit in questo caso, deve riportare «anche le caratteristiche radioelettriche dell’impianto trasmittente ed i risultati della valutazione previsionale del campo generato dagli impianti di trasmissione». Altrimenti niente. E così è andata: conclusione negativa della Conferenza di servizi il 10 settembre.

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La riapertura

La Inwit non ha mollato e ha chiesto di non chiudere la vicenda con il ‘no’ definitivo e sospendere i termini per consentire l’integrazione richiesta per avere il parere dell’Arpa. Negli ultimi giorni la società milanese ha inviato la documentazione necessaria e da Corso del Popolo è arrivato l’ok alla riapertura della Conferenza di servizi decisoria (indetta il 24 giugno scorso). Conclusione prevista per questa fase entro venti giorni, dopodiché – salvo sorprese – è atteso il via libera con successiva autorizzazione unica. Da ricordare che al momento il Comune è sprovvisto di uno specifico regolamento per individuare luoghi per la telefonia e, in particolar modo, quelli sensibili per la salute e la tutela dei cittadini.

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