di S.F.
Non solo la vicenda di via del Maglio. C’è un’altra storia – prende origine oltre un decennio fa – che a Terni porta costantemente noie al Comune: per palazzo Spada c’è il riconoscimento di un debito fuori bilancio dal valore di 166.773 euro a causa dell’infinita realizzazione del collegamento tra via Urbinati e strada Santa Maria Maddalena. ‘Colpa’ della prima risoluzione contrattuale deliberata dall’esecutivo Latini nei confronti della Ap Costruzioni srl il 31 ottobre del 2018.
LA STORIA COMUNE-AP: RIFIUTATO L’ACCORDO CONSENSUALE, LO STRAPPO
31 OTTOBRE 2018, IL COMUNE FORZA E DELIBERA LA RISOLUZIONE CONTRATTUALE (.PDF)

Della storia ce ne siamo occupati più volte tra il 2018 e il 2019 (sopra e sotto alcuni link riguardanti la partita) e ora ci sono delle conseguenze. Breve passo indietro: il 10 febbraio del 2012 Comune e società stipularono il contratto di appalto per la realizzazione del collegamento. Poi nel maggio 2015 il contratto di affitto di ramo d’azienda per il subentro alla lavorazione rispetto alla Ap Costruzioni e, nell’ottobre 2018, la risoluzione decisa dal Comune per ritardi ed inadempienze.
SETTEMBRE 2018: COMUNE VS IMPRESA
2019: «RIAPERTURA A BREVE»

Nel 2019 ne è nato un contenzioso civile tra le parti e, nel novembre 2023, il tribunale di Terni – sezione civile – ha condannato il Comune al pagamento alla AP di una cifra di 137 mila euro più Iva ed interessi legali dalla data della domanda giudiziale. Con rigetto della richiesta di risarcimento. Bene, ma allora perché il pagamento? «Pur riconoscendo – si legge nel documento istruttorio – la legittimità della risoluzione disposta dalla stazione appaltante, il tribunale ha accertato il diritto della società attrice alla corresponsione del valore delle opere eseguite sino alla data della risoluzione contrattuale, configurando tale importo come credito restitutorio». Anche perché il valore del lavoro è stato riconosciuto ufficialmente dal Comune il 16 gennaio del 2018 e dall’Osl il 21 febbraio del medesimo anno.
LA BAGARRE NEL 2016 TRA COMUNE E AP COSTRUZIONI
2025, SI ATTENDONO FONDI PER IL II STRALCIO DELLA BRETELLA

Lo scorso 17 marzo c’è chi ha bussato a palazzo Spada – via Pec – per far presente che c’era da pagare. Si tratta del curatore fallimentare nominato per la procedura di liquidazione giudiziale della società in questione: alla fine il Comune dà il via libera per un importo di 151 mila euro più interessi legali. A firmare è il dirigente al governo del territorio e responsabile del procedimento (lo era anche nel 2018 al momento dello ‘strappo’, come assessore c’era Enrico Melasecche a seguire l’iter) Federico Nannurelli. L’atto sarà discusso in III commissione e poi approvato in consiglio. Dopodiché l’invio alla procura della Corte dei conti come normato dalla legge 289 del 2002.
«Si tratta di un mero riconoscimento. C’era di mezzo – spiega Nannurelli – la legge fallimentare e quindi non si sapeva chi era l’effettivo creditore: o la ditta che avea eseguito i lavori o chi era subentrato con affitto del ramo d’azienda, poi fallita. Che non aver fatto nulla. C’era il rischio concreto a liquidare le somme dei lavori, la sospensione del pagamento è stata a tutela dell’ente. Ci è voluta la pronuncia del giudice per capire chi era il soggetto da liquidare, la sentenza ha stabilito che vanno alla Ap Costruzioni. Non c’è alcun danno, si tratta di partite economiche pregresse – conclude – rispetto alla risoluzione contrattuale per gli unici lavori fatti».