Un monumento allo spreco di soldi pubblici e da lungo tempo anche al degrado. Che non è rappresentato solo dall’abbandono di infrastrutture circondate da vegetazione che si è ripresa il proprio posto, ma anche da spazi a cui ha dato un senso a chi interesse a nascondersi, a chi vive di espedienti, a chi non ha altro riparo. Così la metropolitana di superficie di Terni, che avrebbe dovuto rivoluzionare la mobilità del territorio ma che è naufragata fra incapacità, mancanza di volontà ed errori evidenti, è anche – nel suo percorso mai utilizzato – un luogo sicuro per chi spaccia e si droga. Ne è un esempio la fermata ‘Cardeto’ di via Bramante, dove le scale che salgono ai binari – oltre che invase da rifiuti e vegetazione – sono disseminate di siringhe delle più varie tipologie, utilizzate e lasciate lì da chi si inietta eroina. Periodicamente avviene una pulizia degli spazi, almeno quando la questione torna alla mente, ma ovviamente il problema si interseca con altri ben più ampi: il futuro dell’infrastruttura, il suo passato che fa solo rabbia e le problematiche sociali connesse all’uso di sostanze stupefacenti a Terni.