di F.L.
«Per una settimana, nel mese di luglio, ho continuato a prestare la mia attività di volontaria civica per il Comune di Terni, come già facevo da anni e come mi era stato specificatamente richiesto. Da allora però non sono stata più chiamata, né ho percepito nulla per quelle giornate di servizio. Dove sono i soldi che mi spettano? È una questione di principio, pochi o tanti che siano». A chiederselo è una delle decine di volontari civici che fino al 30 giugno scorso (termine formalmente prorogato dal 30 marzo) hanno svolto attività di collaborazione con palazzo Spada, attraverso incarichi di volontariato per un massimo di 48 ore mensili. Dalla chiusura e custodia di sedi e strutture comunali all’assistenza ai bambini all’entrata e all’uscita delle scuole, dai piccoli lavori manutenzione alla pulizia del verde pubblico, i volontari garantivano servizi importanti in cambio di un rimborso spese (circa 200 euro al mese) utile anche al proprio sostentamento.
La storia e le difficoltà economiche
Per tutti loro, circa un centinaio di persone, al momento non ci sono più certezze – «in relazione alle norme di contabilità pubblica, l’ente è in esercizio provvisorio e pertanto non può assumere impegni oltre al termine del 30/06/2020» si legge nella delibera di giunta che ha prorogato il servizio fino alla fine di giugno -, per la signora in questione c’è anche la beffa di essere stata interpellata senza essere – almeno per ora – pagata. E non è l’unico caso. Un disguido? O solo un ritardo nel pagamento? «Come ogni 27 del mese sono andata in banca per controllare l’estratto conto, ma sono rimasta sorpresa – racconta – perché non c’era il rimborso (100 euro circa nello specifico, ndr) che invece in precedenza è sempre stato accreditato puntualmente. Ho chiamato vari uffici comunali, al di là del rimpallo, non hanno saputo darmi una spiegazione. Ma non mi fermerò qui». La donna spiega di percepire solo 280 euro circa di pensione di invalidità. «Mi bastano per pagare le bollette, con il rimborso del Comune potevo provvedere alla spesa e alla benzina. Cerco di essere il più possibile parsimoniosa, se non avessi avuto qualche soldo da parte come avrei fatto? Con queste cifre è veramente dura tirare avanti». Per lei come per altri volontari si potrebbe aprire la possibilità di accedere al reddito di cittadinanza. Nella delibera di giunta già richiamata si sottolinea che «dall’analisi dei dati in possesso dell’amministrazione la maggior parte dei cittadini che accedono al volontariato civico rientra tra coloro che possono accedere all’istituto che offre maggiori benefici e garanzie ai precettori dello stesso». È stato quindi demandato alla direzione welfare «l’avvio a regime delle attività per la presa in carico dei beneficiari del reddito di cittadinanza, in collaborazione con le altre direzioni comunali, entro il 30 settembre».
Il Pd chiede un nuovo bando
Della questione volontari civici si sono occupati anche i consiglieri comunali del Pd Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis, attraverso un’interrogazione presentata al sindaco e alla giunta. I due esponenti dell’opposizione segnalano tra l’altro che ad alcuni volontari civici già percettori del reddito di cittadinanza «è stata operata una decurtazione al sussidio pari al rimborso spese erogato dal comune». «In alcuni casi – continua l’interrogazione – per mancata comunicazione dell’amministrazione comunale agli enti preposti ancora oggi alcuni volontari percettori del sussidio subiscono la decurtazione pur non svolgendo più i servizi. Occorre a nostro parere – concludono Filipponi e De Angelis – un nuovo bando per aspiranti volontari civici, in particolare per cittadini non percettori del reddito di cittadinanza ma interessati comunque da condizioni di difficoltà».