Terni, storia Viparo in una tesi di laurea

Discussa giovedì nella facoltà di economia da Filippo Morganti, bisnipote del fondatore del marchio Metello. «La dedico a mio padre Massimo»

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di F.L.

La storia del Viparo, il liquore ternano per eccellenza, diventa una tesi. A discuterla, giovedì presso il corso di laurea triennale in economia aziendale del Polo scientifico e didattico di Terni, è stato Filippo Morganti, bisnipote dell’inventore Metello. Una grande festa per lui, i suoi amici e la sua famiglia, che con un salto nel passato ha potuto rivivere, con orgoglio, un percorso lungo oltre un secolo. Ma anche riflettere sugli sviluppi futuri.

108 anni di ricordi e soddisfazioni

‘Stretegie di crescita e politiche di marketing del brand Viparo’ il titolo della tesi, nella quale Morganti ha compiuto un excursus della vita del marchio, anche attraverso pubblicità dei giornali d’epoca, cartoline storiche, manifesti degli anni ’80 e ’90, foto di famiglia. «Al termine di questi anni di studio – spiega il neolaureato – ho deciso di elaborare questa tesi per parlare della storia di un’impresa di famiglia, radicata da numerosi decenni in città e che ha ottenuto vari riconoscimenti istituzioni per la sua attività. Tra questi, l’ultimo, l’iscrizione nel 2019 da parte della Camera di commercio al registro nazionale delle imprese storiche d’Italia». Il marchio Viparo venne infatti depositato nel 1912 da Metello Morganti, bisnonno di Filippo e fondatore della storica farmacia Morganti di corso Vecchio, che l’anno seguente ottenne l’attestato del Regno d’Italia.

La ‘genesi’ di un pezzo di Terni

Il nome Viparo deriva dal latino vis pario (genero forza) e il prodotto venne confezionato inizialmente in forma di gocce per risolvere le difficoltà digestive di una cliente. Morganti preparò personalmente un composto a bassa gradazione alcolica che si rivelò efficace, quindi pensò che potesse assecondare i gusti dei suoi clienti. «Pubblicizzò il Viparo con manifesti ed inserzioni pubblicitarie nei giornali – scrive Filippo nella sua tesi -, anche i militari durante la prima guerra mondiale si ristoravano con esso, ringraziandolo». Una storia, quella del Viparo, che si lega nel corso degli anni sempre di più a Terni, tanto da divenire uno dei prodotti in cui la maggior parte dei ternani si riconosceva, come testimoniano altri volantini pubblicitari degli anni ’30. «La mattina prima di andare a lavorare alle acciaierie gli operai passavano in farmacia Morganti per un bicchierino di Viparo e prendere vigore – continua Filippo -, ma anche le mamme di Terni e dintorni avevano l’abitudine di accompagnare per i propri figli l’uovo sbattuto con un cucchiaino di Viparo. Oppure la sera dopo una lunga giornata di lavoro i ternani ne bevevano un goccetto. Potremmo dire che sia stata una sorta di prototipo dei più moderni integratori energetici oggi tanto decantati».

La dedica speciale e il rilancio

Ma è negli anni ’60, grazie a Liliana Bellucci, nuora di Metello laureata in farmacia nel 1940, che il Viparo conobbe la sua massima espansione. «Di fatto – dice ancora Filippo – possiamo considerare mia nonna Liliana una delle prime donne manager: impiegò cinque operai e trasformò la produzione, aumentando le botti e comprando un macchinario moderno per l’imbottigliamento ed uno per la chiusura delle bottiglie. La zona di vendita si ampliò anche a Rieti, Perugia e Viterbo. Dopo che da un semplice seminterrato l’azienda si era trasformata in un vero stabilimento industriale, nel 1970 mio padre Massimo, che successivamente diventò l’unico proprietario, andò a lavorare in azienda con la mamma e il genero dottor Alberto Franchi. I clienti aumentarono in tutto il centro Italia e anche il Vaticano divenne un ottimo cliente”. Ed è proprio a Massimo, scomparso prematuramente quando Filippo era ancora piccolo, che è dedicata questa tesi di laurea. «Il Viparo oggi è ancora prodotto come nel 1912, si distingue dal fatto che si ottiene esclusivamente da infusi di erbe, radici e legni aromatici, utilizzati solo dopo un invecchiamento di cinque anni” conclude Filippo, che con il cugino Riccardo Mostarda ha preso le redini dell’azienda, rilanciando la commercializzazione del marchio anche all’estero. La storia, sempre nel segno della ‘ternanità’, è dunque destinata a continuare.

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