Anche a Terni ci sono ladri a caccia di catalizzatori di scarico delle autovetture. Lo conferma quanto riferito ad umbriaOn da un cittadino, derubato – forse non l’unica vittima – nella serata di domenica in viale Aleardi, nell’area di parcheggio sottostante i grattacieli. «Poco prima delle 20 – racconta – sono uscito dal lavoro e ho raggiunto via Aleardi per andare da mia madre. Ho parcheggiato l’auto sotto il suo palazzo e sono salito, in una situazione apparentemente normalissima».
Il furto
Quando verso le 22 l’uomo è sceso per tornare a casa, subito è apparso qualcosa di strano. «Ho trovato il cofano dell’auto, una Fiat Panda, semi aperto e una volta in moto, faceva un rumore molto forte». Di lì a poco l’uomo, piuttosto esperto di motori, si è reso conto che qualcuno, dopo aver forzato la portiera e aver usato un frullino a batterie, si era portato via il collettore di scarico con su il catalizzatore. «L’auto era marciante ma in queste condizioni, è chiaramente necessario farla riparare. Il furto è stato commesso da qualcuno esperto e ‘bravo’: la portiera non ha subito danni e il taglio del tubo di scarico, richiedeva una certa precisione. Parliamo di ladri specializzati, probabilmente».
Perché i catalizzatori
Ma perché rubare il catalizzatore di un’auto? In rete, il primo motivo legato a tali furti è quello del valore dei metalli di cui la marmitta si compone. Come rodio, platino, palladio. Metalli che vengono valutati decine – in qualche caso centinaia – di euro al grammo. In questo senso, al di là delle difficoltà di ‘piazzarli’ sul mercato, evidentemente i catalizzatori sono ritenuti interessanti da chi, poi, sa recuperare questi metalli e ha l’obiettivo di incassare cifre interessanti.