Terni litiga sul teatro, ma trascura i numeri

La ‘stagione di prosa e danza’, nel 2016, ha fatto registrare una media di poco inferiore ai 265 spettatori. Forse è bene tenerne conto

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di Marco Torricelli

Patrizia Braghiroli

La questione l’aveva sollevata Patrizia Braghiroli (M5S): «Il progetto per il teatro Verdi è a rischio. La Regione smonta il piano di restauro». Che aveva spiattellato la lettera inviata dalla Regione al Comune di Terni: sospensione dei termini del procedimento amministrativo dei lavori di restauro e adeguamento funzionale.

LA LETTERA DELLA REGIONE

L’interpretazione Secondo Braghiroli «vengono evidenziate delle carenze nelle verifiche dei collegamenti fra le varie strutture. E non possiamo dimenticare che manca del tutto una progettazione architettonica completa , abbozzata nel 2012 anche dall’architetto Mario Botta, ma mai presa in considerazione. Bisogna fermare – il pensiero conclusivo della rappresentante del M5S – l’ennesima indecenza, fermiamo i lavori finché siamo ancora in tempo».

IL PROGETTO DIMENTICATO

Il teatro Verdi

Il ‘comitato’ Immediatamente era saltato su il Comitato Civico Pro Teatro Verdi Terni – che opportunamente aveva premesso: «Qualcuno forse la chiamerà polemica» – per ricordare di aver già posto una serie (ben 21; ndr) di questi al Comune. Ma, in buona sostanza, il presidente Roberto Carelli aveva messo ‘nero su bianco’ che il comitato «auspica vivamente che le carenze progettuali evidenziate dalla Regione Umbria possano annullare gli atti e le determinazioni dirigenziali fin qui adottate e possano permettere di ricominciare, questa volta con metodologia appropriata, tutto l’iter progettuale inerente il Teatro Verdi di Terni». 

Stefano Bucari

L’assessore Stefano Bucari, invece, aveva mandato a dire che «è ormai chiaro che c’è una parte dell’opposizione che vuole solo arrivare al blocco dei lavori del Verdi. L’amministrazione comunale invece vuole dar vita al cantiere di questo stralcio di quasi tre milioni di euro, con l’obiettivo di consegnare quanto prima possibile alla città il suo teatro, uno spazio culturale di prim’ordine in grado di avere un ruolo locale e regionale. Come Comune siamo pronti a firmare con la ditta che ha vinto l’appalto il contratto che prevede un finanziamento congiunto di Comune e Regione».

Nervosismo Ma l’assessore aveva anche palesato un nervosismo evidente: «Il blocco del recupero del Verdi è l’obiettivo di chi esulta, quasi con trasporto da stadio, a una lettera della regione dell’Umbria, intercettata nell’ambito del controllo ormai totale che alcune forze di opposizione hanno del protocollo del Comune e ora anche della Regione. Il servizio regionale rischio sismico non procede a nessuna bocciatura chiede semplicemente dei chiarimenti e degli approfondimenti sull’adeguamento strutturale del Verdi. La segnalazione della Regione va dunque considerata nell’ambito di un normale percorso di verifica e valutazione tecnica delle scelte progettuali strutturali».

Il teatro Secci

I numeri Insomma, la battaglia è di quelle campali. Però forse non è inutile, tanto per riportare tutti sulla terra, leggere quello che c’è scritto nella ‘relazione tecnica’ che accompagna il bilancio 2016 del Comune: «Particolarmente interessanti i dati della Stagione di Prosa e Danza 2015/2016 – c’è scritto – che ha proseguito nel trend di aumento delle presenze facendo registrare un incremento delle stesse, rispetto alla stagione 2014/2015, del 12 % con 7.946 spettatori alle 30 repliche andate in scena (il dato più alto delle sei stagioni al Secci), registrando un indice di occupabilità (posti occupati/posti disponibili) pari al 90%». Praticamente ad ognuna delle 30 repliche hanno assistito 264 persone. Anzi, per la precisione 264,86. Che non sono bastate nemmeno per riempire il piccolo teatro Secci.

Le ‘strutture’ Se poi si allarga il campo di analisi, sempre prendendo per buoni (e non si vede perché no) i dati messi a disposizione dal Comune, non si può non registrare che «utilizzando i dati opencultura, gli open data che dal novembre 2014 riportano, sul sito del Comune, indicatori ed informazioni sullo spettacolo dal vivo, sull’utilizzo delle strutture culturali, sul sistema museale e teatrale e sulla bct si rileva che nella stagione 2015/2016 (novembre-aprile) gli spettacoli dal vivo, 86, ospitati nelle strutture comunali e con ingresso a pagamento hanno fatto registrare 18.673 presenze con un incasso complessivo di poco inferiore ai 140 mila euro». Cioè 217,12 persone (sempre per la precisione ed in media) per ogni spettacolo dal vivo. Per 1.627,9 euro – per ogni spettacolo – al botteghino. Cifre che impongono (imporrebbero) a tutti di fermarsi un attimo e riflettere – piuttosto che concentrarsi sulla polemica politica o presunta tale – sul tipo di teatro che serve davvero alla città. E, soprattutto, se poi potrebbe ‘stare in piedi’.

 

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