Terni, l’ultimo fischio del vigile-cantante dal cuore grande

Dopo oltre 38 anni nel Corpo della polizia municipale, Alberto Bonifazi va in pensione: «Meno personalismi e più spirito di squadra»

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di F.T.

Dei 65 anni che l’anagrafe gli attribuisce – e chi lo direbbe -, 38 anni e mezzo li ha passati sulla strada. Alberto Bonifazi ‘da Papigno’ giovedì mattina ha fischiato per l’ultima volta: ha fatto attraversare la strada ai giovanissimi studenti dell’Orazio Nucula – e di generazioni ne ha viste passare su quelle strisce pedonali -, ha gestito il traffico con il suo stile inconfondibile e poi ha raggiunto gli uffici del comando di corso del Popolo per un abbraccio, l’ultimo di una lunga carriera nel Corpo dei vigili urbani – ora polizia Locale – di Terni. Il vigile-cantante, ma anche volontario, sindacalista, sportivo – ha vinto tre campionati italiani di ciclismo su strada della polizia Locale -, lascia un ricordo umano indelebile. Che parla di semplicità, umanità e generosità.

I valori, prima di tutto

Era il 1974 quando al festival di Castrocaro, evento di punta dell’Italia musicale, Alberto Bonifazi – in finale con ‘Immagina’ di Massimo Ranieri – veniva intervistato dal conduttore: «Lei è di Terni?». «No, io sono di Papigno». Memorabile. Di quel ragazzo, oggi, sono rimaste le cose più importanti. «Nonostante tutto, ho cercato sempre di rimanere me stesso – racconta -, tenendo bene a mente ciò che mi ha insegnato papà: il rispetto, non inventarsi mai le cose, cercare di chiarire subito se ci sono problemi e soprattutto rendersi sempre disponibile verso gli altri».

Ricordi indelebili

Di anni ne sono passati, anche da quel 15 aprile 1983 che è stato il suo ‘esordio’ co la divisa: «Fra le tante cose, ricordo con piacere i servizi per le manifestazioni, per gli eventi sportivi, ma anche quelli alla Cascata delle Marmore. Ecco, sono occasioni in cui puoi renderti davvero utile e dare, a chi le cerca, più informazioni possibili. Terni è la mia città e, nonostante un’immagine poco turistica, ha tanto da offrire. Ecco, mi è piaciuto e mi piace trasmettere queste cose a chi viene da fuori, perché c’è molto di bello e spesso le cose non le vedi perché non vuoi vederle». Accanto ai ricordi belli di una vita di lavoro, ci sono anche quelli drammatici: «Era un’estate di metà anni ’80 e in centro non c’era proprio nessuno. Incredibilmente in corso Tacito un’auto finì contro una ragazzina in scooter. Fui il primo ad arrivare e tentai di rianimarla con il massaggio cardiaco e le tecniche che avevo appreso poco tempo prima in un corso. Non ci fu nulla da fare, purtroppo. È il nostro lavoro ma certi drammi ti restano dentro».

Il rapporto con la città

Il rapporto municipale-città – non vale solo per Terni – non è sempre idilliaco. Il vigile per molti è colui (o colei) che fa le multe, che rompe le scatole: «Sono entrato nel Corpo non perché sognassi di fare il vigile, ma perché era un’occasione di lavoro e ho sempre cercato di rispettare tutti. Quello che mi lascia un po’ di amaro in bocca è questo essere percepito da molti come un ostacolo, anche se nel mio piccolo ho sempre cercato di darmi da fare. Raramente c’è gratitudine, a volte neppure un ‘oh, meno male’. Quello di agente di polizia Locale è un lavoro di conflitto che in qualche modo finisce per forzare un po’ il carattere e questo è accaduto anche a me. Ai cittadini dico: non giudicate chi lavora senza sapere veramente ciò che fa. E poi un pensiero su tutti: Terni è una citta di pianura. Vedere centinaia di auto con dentro una sola persona fa capire che la cultura della mobilità è ancora due passi indietro. Per l’ambiente, per la qualità della vita. Con l’auto si vorrebbe arrivare fin dentro il negozio, l’ufficio, ma solo cambiando questo approccio possiamo fare un salto in avanti di cui beneficeremmo tutti».

L’eredità in una riflessione

La riflessione di un pezzo di storia che appende cintura, fischietto e cappello e se ne va, è in parte riservata al Corpo di cui – honoris causa – Alberto Bonifazi farà sempre parte: «La crisi del nostro comando parte da lontano – dice -. Si sarebbero potute fare tante cose che oggi, per la penuria di risorse economiche, non sono oggettivamente possibili. E si sarebbero potute risparmiare tante risorse, come le migliaia di euro spese di affitto quando la nostra sede era in via della Rinascita. Quella attuale è inadeguata ma cambiarla, in questo contesto, non si può. Quando si poteva fare, perché i soldi c’erano, avremmo dovuto dare un futuro al Corpo, anziché ragionare su piccoli obiettivi spesso personali. Invece questo orizzonte è naufragato fra mancate assunzioni e personalismi. L’obiettivo ovviamente non deve essere quello di ‘militarizzare’ la città, ma se in passato si fosse agito con lungimiranza, oggi non ci troveremmo in 90 o poco meno, con un’età media di 57/58 anni. A questa amministrazione chiedo di concludere il prima possibile i concorsi in atto, assumendo tutte le persone indicate nel piano di fabbisogno approvato. Reintegrare chi va in pensione non è un aggravio di spesa, ma un risparmio e anche in una condizione di dissesto si può fare. Nel tempo siamo stati persino contrapposti agli altri dipendenti comunali, assurdità che oggi paghiamo nonostante in organico ci siano persone di grandi qualità umane e professionali. A tutti dico, mettete da parte le tensioni, le ambizioni personali spesso calibrate su piccoli obiettivi, ragionate come squadra che offre servizi imprescindibili alla città. Meno lotte intestine e più spirito di Corpo, perché senza non si va da nessuna parte».

Fra passioni e impegno

Alberto ora si dedicherà alle sue passioni come e, ovviamente, più di prima: «Sicuramente farò il nonno. Poi mi dedicherò al volontariato sperando che presto l’ospedale di Terni possa riaprire a tutti, andrò certamente in bici perché è uno sport meraviglioso, e poi canterò. Con chi? Con i Suoni Band, insieme ai Briotti, D’Amario, Livia Bolli. Ci sono due ragazzi, Lorenzo e Francesco, che sono professionisti bravissimi. È un piacere cantare con loro e, anche qui, vorrei che gli eventi possano tornare a svolgersi senza limitazioni di sorta. Abbiamo già sofferto troppo, tutti». L’ultimo fischio da vigile di Alberto non è per fermare qualcuno, ma sa di ripartenza. La sua, dentro una nuova vita, e di una comunità che spera.


Il saluto in questura

Giovedì mattina Alberto Bonifazi è stato anche ricevuto in questura per un saluto: «Nel suo ultimo giorno di servizio – è la nota di via Antiochia – l’appuntato scelto Alberto Bonifazi è passato in questura per salutare i colleghi, prima di andare in pensione. Dopo 39 anni passati nel corpo della polizia Locale di Terni, lascia per raggiunti limiti di età, ma prima di andarsene ha voluto incontrare i colleghi della polizia di Stato con i quali ha condiviso molti momenti al servizio della comunità ternana. Il vice questore vicario e i funzionari lo hanno ricevuto nella sala riunioni ‘Roberto Antiochia’ dove si sono congratulati con lui per questo importante traguardo raggiunto».

  

Alberto Bonifazi

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