di F.T.
L’arresto è scattato giovedì pomeriggio ad opera della polizia Locale di Terni che nei giorni precedenti aveva raccolto la denuncia sporta dall’ex compagna e quindi indagato sulla vicenda. L’uomo, finito in carcere su ordine del gip Barbara Di Giovannantonio, è un cittadino tunisino di 39 anni, da tempo residente a Terni, sul cui capo pende l’accusa di maltrattamenti in famiglia, verso la donna ma pure nei confronti dei minori – figli della coppia e di lei – coinvolti nella vicenda.
Maltrattamenti fisici e psicologici
Secondo quanto messo nero su bianco dalla presunta vittima, una 33enne di origini tunisine e di nazionalità italiana, l’uomo – sin dalle prime fasi della relazione che è andata avanti per qualche anno – l’avrebbe sottoposta a vessazioni fisiche e psicologiche, tali da indurre in lei uno stato di profonda prostrazione, di paura e sottomissione. Quanto basta per far scattare le procedure da ‘codice rosso’. All’atto della denuncia, la donna avrebbe anche esibito un recente referto medico del pronto soccorso, attestante le contusioni riportate al volto durante l’ultima aggressione. Bersaglio delle condotte del 39enne, secondo quanto denunciato alla polizia Locale, anche i minori, su un piano in questo caso più verbale che fisico.
In carcere, nega ogni accusa
Dopo le formalità di rito, giovedì l’uomo è stato tradotto nella casa circondariale di vocabolo Sabbione, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Venerdì è stato interrogato dal gip ed ha inteso rispondere, negando le accuse su tutta la linea. A difenderlo c’è l’avvocatessa Francesca De Nicola che, interpellata, spiega che il suo assistito «ha smentito la ricostruzione dell’ex compagna. Si tratta di un uomo che non ha mai avuto problemi con la giustizia e che ha un regolare lavoro. In questa vinceda ci sono vari aspetti che meritano un attento approfondimento – osserva il legale – ed altri che rappresentano, a nostro giudizio, delle incongruenze». Misure alternative alla detenzione in carcere, in sede di interrogatorio, non sono state chieste. Ma è solo questione di tempo: «Lo farò – afferma l’avvocatessa De Nicola – non appena ci sarà la disponibilità di alcuni familiari ad accoglierlo, formalizzando le condizioni per una revisione in senso meno afflittivo di quanto applicato dal tribunale».