Terni: mancati introiti tariffe campi sportivi. Tutto prescritto, nessun risarcimento

Accolto l’appello dei cinque convenuti. La vicenda è quella relativa ai rapporti fra ex circoscrizione Nord, Comune e Polisportiva Campitello

Condividi questo articolo su

Terni, mancati introiti su tariffe del campo sportivo: condannati cinque ‘ex’ del Comune

La sentenza di condanna – 104.521 euro il danno erariale complessivo rilevato – emessa dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Umbria, risale all’ottobre del 2021. Parliamo del presunto mancato introito, fra il 2010 e il 2014, da parte del Comune di Terni, delle tariffe di utilizzo degli impianti sportivi a carico della Polisportiva Campitello. Quella sentenza è stata impugnata di fronte alla Sezione centrale d’appello della Corte dei Conti dagli avvocati dei cinque convenuti e l’ultima udienza si è tenuta lo scorso 20 ottobre. Fra le eccezioni sollevate, c’era anche la prescrizione – la procura contabile era al corrente della vicenda dal 2015 ma l’avvio dell’indagine è datato 2019 e l’informativa della Guardia di finanza risale al 2020 – e proprio questa è stata accolta dai giudici dell’appello, con conseguente annullamento della sentenza del 2021. Non dovranno pertanto liquidare alcun risarcimento al Comune di Terni, Francesca Malafoglia (ex presidente della circoscrizione Nord, difesa dall’avvocato Nicola Pepe), Paola Giuliani (ex segretaria della circoscrizione Nord, avvocato Roberto Spoldi), gli ex dirigenti comunali Adriano Marrocco, Massimo Cavadenti e Luciano Sdogati (quest’ultimi due difesi rispettivamente dagli avvocati Maurizio D’Ammando e Patrizia Bececco). A seguito della sentenza, l’avvocato Pepe in una nota esprime «grande soddisfazione per la sentenza che ha accolto l’eccezione difensiva. È stata una vicenda giudiziaria lunga e complessa – aggiunge – ma che ha avuto un lieto fine. Ho sempre avuto fiducia nella Corte che ha avuto grande sensibilità, accertando le buone ragioni della mia assistita e la verità dei fatti». L’avvocato Spoldi si dice «assolutamente soddisfatto. Riteniamo di avere ragione anche nel merito ma questo tipo di pronunciamento risolve definitivamente la questione e fa superare qualsiasi dubbio circa le richieste della procura contabile. Analizzeremo nel dettaglio le argomentazioni dei giudici dell’appello, tenendo conto che la prescrizione è stata evidenziata e compiutamente argomentata dalle difese». Per l’avvocato Bececco «la decisione è motivo di soddisfazione perché abbiamo sempre sostenuto l’inconsistenza della tesi accusatoria ed i giudici della Corte dei Conti, sezione centrale d’appello, ci hanno dato pienamente ragione». L’avvocato D’Ammando osserva che «è stata accolta la tesi preliminare della difesa. Ne avevamo sollevate diverse, anche nel merito, e i giudici dell’appello hanno inteso rilevare come non ci fossero più i termini per esercitare qualsiasi azione. Di fatto riconoscendo che non c’è alcuna responsabilità da parte del mio assistito e degli altri convenuti». Questo invece il commento di Francesca Malafoglia: «Sono stati anni difficili, è stato un percorso impegnativo sotto tanto punti di vista ed a tratti doloroso, per me, e anche per le persone a me vicine. Sono provata, inutile dirlo, ma non ho perso fiducia nella giustizia, consapevole della legittimità e della massima correttezza del nostro operato. Un ringraziamento particolare è per il mio legale, l’avvocato Nicola Pepe, che in questi anni mi ha assistito con scrupolo e dedizione».

L’avvocato Nicola Pepe

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli