di S.F.
Il mercato comunale coperto di largo Manni sempre più morente e con meno operatori economici coinvolti. Da quanto tempo se ne parla? Di fatto da sempre visto che non è mai decollato. «La zona è morta a livello commerciale e nulla si è fatto per la riqualificazione dell’area», le parole del settembre 2021 di quei pochi che hanno ‘resistito’ nella struttura. A distanza di oltre un anno è in arrivo un passaggio propedeutico al tentativo più che complicato di ridargli un po’ di vita.
MERCATO LARGO MANNI, CONCESSIONI FINO AL 2032. «MA ZONA MORTA»
Il mandato
In sostanza è pronto un mandato – tecnicamente è un atto di indirizzo – per tentare di dare uno ‘scossone’, se così vogliamo chiamarlo. Nella prossima seduta di giunta, salvo rinvii, è prevista l’approvazione delle modifiche al regolamento approvato a palazzo Spada nel novembre 2011: riguarda la concessioni di lotti non assegnati da destinare ai produttori agricoli. In più si parla di ‘interventi di valorizzazione della struttura mercatale’. Bene, ma in concreto? La sensazione è che bisognerà attendere ancora del tempo per vedere qualche modifica. In definitiva si avvia la revisione, anche perché è diventata obbligatoria a causa di legge intervenute in corso d’opera.
IL CAOS PER IL PARCHEGGI DI LARGO MANNI: COMUNE KO AL TAR
La legge e il mondo agricolo
Alla base di tutto c’è la legge 61 del 17 maggio 2022 riguardante la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentati a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta. Focus in particolar modo sull’articolo 4: «I Comuni – si legge – riservano agli imprenditori agricoli e agli imprenditori della pesca e dell’acquacoltura marittima e delle acque interne, singoli o associati in cooperative, esercenti la vendita diretta dei prodotti agricoli e alimentari, almeno il 30% del totale dell’area destinata al mercato e, per la pesca, delle aree prospicienti i punti di sbarco. Nel caso di apertura di mercati agricoli, possono riservare agli imprenditori agricoli, singoli o associati in diverse forme di aggregazione, esercenti la vendita dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta, appositi spazi all’interno dell’area destinata al mercato». A livello tecnico si è occupato della questione il dirigente Paolo Grigioni.