
di F.T.
Una vicenda straziante come può esserlo la morte di un ragazzo di 28 anni, pieno di vita e amato da tutti. Ma anche una vicenda dai forti connotati morali, perché è giusto capire se tutto ciò si poteva evitare e se sussistano delle responsabilità. Il tragico incidente che il 12 settembre del 2015 spense la giovane vita di Stefano Galletti – un drammatico schianto frontale contro l’auto condotta dal 60enne americano Donald Lee Burgoon, anche lui deceduto, lungo il viadotto Toano della strada statale 675 – è finito all’attenzione dell’autorità giudiziaria e del tribunale di Terni in seguito alla denuncia contro ignoti sporta dai familiari del ragazzo. Nessun interesse risarcitorio, ma la volontà di comprendere se – al di là del sorpasso contromano compiuto dal 60enne con la sua 500X – ci siano altri fattori alla base dell’accaduto.
I FUNERALI DI STEFANO GALLETTI

Gli accertamenti A seguito della denuncia, il sostituto procuratore Elisabetta Massini ha iscritto nel registro degli indagati un dirigente Anas, difeso dall’avvocato Salvatore Finocchi, per ‘omicidio colposo’. Passo necessario per chiedere – ed ottenere dal gip Simona Tordelli – un accertamento tecnico per ricostruire lo stato dei luoghi prima e dopo l’incidente. Per capire quanto, fra le altre cose, la segnaletica e le condizioni della strada abbiano contribuito a causare lo schianto. Se davvero questo fosse inevitabile. Una strada – la ss 675 lungo il viadotto Toano – già oggetto di segnalazioni alle autorità in ragione della sua pericolosità e interessata, dopo il grave fatto, da alcuni lavori di sistemazione probabilmente tutt’altro che casuali.
UN ANNO SENZA ‘TETO’, DOLORE E TANTO AMORE

Il procedimento La relazione del perito incaricato dal tribunale, l’ingegnere Maurizio Tarchi, verrà esaminata nella prossima udienza fissata per il 16 novembre. Dopo quel passo – con i familiari di ‘Teto’ Galletti, assistiti dall’avvocato Francesco Cipriano, che hanno nominato come perito di parte Emilio Galezzi – gli atti torneranno al pm che dovrà decidere come proseguire l’indagine. Se concluderla, chiedendo eventuali rinvii a giudizio, o archiviare il fascicolo.