Terni, operaio 39enne arrestato: aveva quasi un chilo di hashish

L’uomo è stato seguito e fermato dagli agenti della III sezione della squadra Mobile. Applicata la misura dei domiciliari

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Quando ha incrociato in via Murri gli agenti della III sezione della squadra Mobile di Terni, impegnati in un servizio antirapina, li ha riconosciuti e si è fatto prendere da una certa agitazione. Così ha iniziato a guidare in maniera sospetta, aumentando la propria velocità e mettendo in atto manovre pericolose che non sono sfuggite agli investigatori della polizia di Stato. Che – era la mattina del 2 novembre – lo hanno seguito fino alla sua abitazione, dove è stato fermato. Il giovane – un operaio ternano di 39 anni già noto alle forze dell’ordine per reati in materia di stupefacenti – identificato e messo alle strette dagli agenti, alla fine ha consegnato ciò che aveva con sè. Ovvero un borsone nero con dentro nove confezioni di hashish per un peso di circa 850 grammi, ulteriori pezzi della stessa droga per altri 50 grammi e materiale per confezionare il tutto, nella fattispecie un bilancino di precisione ed un coltello. La successiva perquisizione domiciliare non ha fatto emergere altri elementi degni di nota e così, su disposizione del pm di turno, l’operaio è stato arrestato in flagrante. L’udienza di convalida si è tenuta lo scorso 4 novembre di fronte al tribunale di Terni – giudice Biancamaria Bertan – che ha convalidato l’arresto eseguito dalla squadra Mobile e, sentito l’uomo, disposto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari, in attesa del giudizio di merito. A difenderlo c’è l’avvocato Lorenzo Filippetti del foro di Terni. Nel decidere per i domiciliari, il tribunale ha rilevato come i precedenti di polizia e i relativi procedimenti penali scaturiti, a fronte di quanto messo in atto dal 39enne, non abbiano esercitato alcuna efficacia deterrente. Allo stesso modo il quantitativo di droga e le modalità di trasporto, come le stesse finalità di spaccio, vengono ritenuti rilevanti nel definire uno stile di vita «dedito ai facili guadagni attraverso il commercio della droga». Una lettura che la difesa del 39enne respinge in maniera decisa e netta.

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