Segreto. Che poi è il classico segreto di Pulcinella. Perchè del fatto che non avrebbero mai fatto in tempo a finire i lavori nei tempi previsti lo sapevano pure i sassi. Ovviamente del parco.
Cardeto ‘a rate’ Comunque il piano c’è ed è quello di riaprire il parco di Cardeto, chiuso da marzo 2013, ‘a rate’. La prima scadrebbe il 25 maggio – il comitato di quartiere ha già annunciato per il 20 una manifestazione di protesta – e prevederebbe che ad essere rimessa a disposizione dei cittadini sia la parte più periferica, quella – per chi è pratico della zona- alla quale si accede dall’ingresso posto in via Gabelli – l’ingresso principale resterà sbarrato – e che permette di raggiungere l’area dove, in passato era posizionata una mini-pista per le automobiline per i bambini.
CARDETO, LAVORI IN CORSO – LE FOTO
Sette mesi Tutto il resto, off limits. Almeno fino a Natale, visto che si ipotizzano altri sei-sette mesi per finire tutto il resto del lavoro. Tra la parte che verrà riaperta e il resto, magari ci metteranno una bella rete, per impedire che qualche ragazzino si faccia prendere dall’entusiamo e finisca nel cantiere aperto, magari mentre passa una macchina operatrice, di quelle grandi che ai bamabini piacciono tanto.
I lavori Al parco ‘Bruno Galligani’ di Cardeto sta lavorando – da oltre due anni – la ‘Parco Cardeto srl’, nella quale era confluita la ‘Ciam Servizi spa’ che si era aggiudicata l’appalto per la progettazione, la realizzazione delle opere e la gestione, per 25 anni, dell’intero spazio verde. L’investimento iniziale previsto era di un milione e 800 mila euro e tutto doveva essere pronto entro 270 giorni.
Le grane Poi è successo di tutto: impianti fognari da rifare, impicci di ogni genere, lavori a rilento e, insomma, la faccenda si è talmente ingarbugliata che la gente del quartiere rischia l’esaurimento nervoso. Mentre c’è chi rischia di prendere un bel ‘bagno’ economico: «Noi abbiamo già speso circa 2 milioni e 800 mila euro (un milione in più del previsto; ndr) – diceva tempo fa Sandro Citarei, della Ciam – e siccome per rientrare dell’investimento dobbiamo far funzionare il parco, vogliamo sbrigarci», ma intanto la situazione è quella che è.