Parco di Cardeto: comitato alla carica

Terni, la promessa è che riaprirà il 25 maggio: «Noi non ci crediamo e il 20 manifesteremo»

Condividi questo articolo su

Il 25 maggio dovrebbero terminare i lavori e il parco di Cardeto sarà riconsegnato alla città. La data è fissata, aveva detto l’assessore comunale Stefano Bucari, ma «una scadenza imposta».

Pochi giorni La tempistica, aveva detto ancora Bucari, «è stata rivista l’8 gennaio, dopo la verifica sull’abbattimento delle essenze arbustive, anche in seguito al confronto tenuto con le associazioni di categoria, imprevisti in corso d’opera sugli impianti e sulle strutture della ex palazzina spogliatoi, l’obbligo di dare attuazione alle prescrizioni impartite dal Coni e dai vigili del fuoco, avversità atmosferiche e interferenze varie; ritardi nel rilascio delle autorizzazioni sismiche avvicendamenti di diverse figure di direttori dei lavori e coordinatori della sicurezza per questioni non imputabili al Comune e revisione dei progetti esecutivi per risolvere aspetti di dettaglio».

IL PARCO OGGI – LE FOTO SCATTATE DOMENICA 3 MAGGIO

Il comitato Ma i cittadini che si sono riuniti in un comitato di quartiere che da tempo vigila e protesta, fanno sapere che potrebbe non essere proprio così: «Da quello che ci risulta – dice Raffaele Mastrogiovanni, un membro del comitato – il 25 maggio sarà aperta solo una piccola parte del parco di Cardeto, mentre tutto il resto dell’area continuerà ad essere oggetto di lavori. E questo, oltre che suonare come una presa in giro nei confronti dei cittadini, potrebbe rappresentare un serio pericolo per l’incolumità delle persone che si troverebbero a circolare a ridosso di una serie di cantieri aperti».

La protesta E così hanno deciso di rompere gli indugi e di tornare a protestare pubblicamente: «Mercoledì 20 maggio – dice ancora Mastrogiovanni – saremo di nuovo lì, ai cancelli del nostro parco, quel parco che ci negano ormai da oltre due anni e che davvero non sappiamo quando potremo tornare ad utilizzare. Lo abbiamo chiesto anche con una petizione – 300 firme – consegnata al sindaco l’8 gennaio, ma senza ottenere risposta».

La storia Il parco ‘Bruno Galligani’ di Cardeto è stato chiuso nel marzo del 2013 per una riqualificazione affidata dal Comune di Terni alla ‘Parco Cardeto srl’, nella quale era confluita la ‘Ciam Servizi spa’ che si era aggiudicata l’appalto per la progettazione, la realizzazione delle opere e la gestione, per 25 anni, del parco. Un investimento iniziale di 1 milione e 800 mila euro e la previsione di 270 giorni di lavoro per ridare il parco ai cittadini.

Il progetto La valorizzazione dell’area prevedeva l’adeguamento e il ripristino del campo di calcetto, la manutenzione e il rifacimento dei campi da tennis, la ristrutturazione e l’ampliamento della palazzina degli spogliatoi. Oltre, ovviamente, alla sistemazione degli spazi verdi, la riqualificazione dello storico laghetto, la creazione di nuove aree giochi, il ripristino dei percorsi footing e l’adeguamento e l’incremento dell’impianto di illuminazione.

Le grane Nei mesi successivi, però, in una conferenza dei servizi, erano venute alla luce alcune grane. Durante le verifiche dei tecnici era emerso, infatti, che alcuni alberi presenti nel parco sarebbero dovuti essere abbattuti, perché le condizioni in cui si trovavano rappresentavano delle oggettive situazioni di rischio. Ma non solo. La rete idrica del parco, quella fognaria, quelle elettriche e del gas, non erano proprio utilizzabili o recuperabili e, quindi, da rifare completamente.

La Ciam Sandro Citarei, della Ciam, aveva garantito «La conclusione dei lavori è stata stabilita dal Comune di Terni per il 25 maggio prossimo e noi per quella data saremo pronti». In totale fino ad ora «abbiamo investito circa 2 milioni e 800 mila euro e per rientrare con gli investimenti fatti dobbiamo aspettare che il parco sia tornato a vivere». Per questo motivo «siamo i primi a volere terminare tutto il prima possibile. Gli abitanti possono stare tranquilli che per la prossima estate il parco sarà riaperto. Speriamo solo che il Comune sia rapido con i collaudi».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli